mercoledì 18 dicembre 2013

Messaggio di Natale 2013 di Sua Beatitudine Mons. Fouad Twal

Confpressearticle

L'Osservatore Romano
«Il nostro cuore non può dimenticare gli abitanti della Siria e, tra di loro, i rifugiati nei Paesi vicini»: si apre con una sottolineatura della drammatica questione siriana il messaggio natalizio del patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fouad Twal. Un messaggio, presentato alla stampa nel pomeriggio di ieri, mercoledì 18, che passa in rassegna le principali emergenze della regione, la vita della Chiesa, i progressi del cammino ecumenico e del dialogo tra le religioni, rinnovando anche l’attesa e la speranza di un prossimo viaggio in Terra Santa di Papa Francesco. E ribadendo che «il conflitto israelo-palestinese rimane decisivo nella regione, costituendo un grave ostacolo alla stabilità del Medio Oriente».
Il messaggio natalizio si presenta, insomma, come un bilancio di fine anno, che richiamando i principali recenti avvenimenti che hanno interessato la regione, intende anche gettare le basi per affrontare i prossimi mesi. Così, il patriarca ricorda in particolare la conclusione dell’Anno della fede, che lo scorso 17 novembre ha richiamato a Nazareth la presenza di circa settemila fedeli.
Quanto alla situazione in Medio Oriente, Twal sottolinea che essa «sta diventando sempre più complessa e drammatica». Infatti, citando i casi di Siria, Iraq, Libia e Egitto, viene ribadita che «l’instabilità colpisce tutti i fedeli, che sono tentati di emigrare. Nella Striscia di Gaza gli abitanti subiscono gli effetti dell’embargo israeliano e anche di quello egiziano. Per impedire che il conflitto si estenda a tutta la regione, si dovrebbe stabilire immediata mente in Siria un cessate il fuoco duraturo, impedendo ogni ingresso di armi dall’esterno. Visto che il problema siriano non potrà essere risolto con la forza delle armi, invitiamo i leader politici della nostra regione e del mondo occidentale ad assumersi le proprie responsabilità per trovare una soluzione politica accettabile che metta fine all’assurda violenza e rispetti la dignità delle persone». Quanto ai colloqui israelo-palestinesi, essi «sono ripresi a fine luglio, dopo tre anni di interruzione. Ma gli sforzi sono ostacolati dalla colonizzazione israeliana. Fino a quando questo problema non sarà risolto, i popoli della nostra regione continueranno a soffrire».
Affrontando il tema dell’ecumenismo, il patriarca di Gerusalemme dei Latini ha sottolineato come cattolici e ortodossi abbiano celebrato insieme la Pasqua il 5 maggio, «un primo passo verso l’unità completa» che «richiede sforzo da parte di ognuno». Da parte di Twal anche la ferma condanna di «ogni forma di fondamentalismo religioso». Infatti, «abbiamo constatato che quest’anno nella nostra diocesi si è verificato un aumento degli atti di vandalismo che hanno interessato una ventina di luoghi santi o di luoghi di culto, presi di mira dagli estremisti». Guardando al futuro, il patriarca ha ricordato gli investimenti del patriarcato nel campo dell’istruzione, con l’inaugurazione dell’Università americana di Madaba e dei progetti abitativi come i settantadue appartamenti del nuovo complesso residenziale di Beit Safafa destinati a famiglie cristiane.
Sempre Twal, in una lettera di auguri indirizzata alle organizzazioni che nella diocesi del patriarcato sono impegnate nel campo della solidarietà, ha auspicato la realizzazione di una rete di comunione e collaborazione che renda più incisivo l’impegno delle Chiese locali.
L'Osservatore Romano

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 Di seguito il testo del messaggio.