sabato 14 maggio 2016

Con lo Spirito tutto, senza di Lui nulla

La Pentecoste

di Piero Gheddo

Gesù aveva promesso agli Apostoli che avrebbe mandato lo Spirito Santo: «Non vi lascerò soli, vi manderò lo Spirito Santo…. Io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine dei tempi». Pochi giorni dopo l’Ascensione, gli Apostoli erano nel Cenacolo con Maria «per paura dei giudei», la Terza Persona della SS. Trinità scende su di loro sotto forma di fiammelle di fuoco, li fortifica nella fede e dà loro il coraggio di annunziare che Cristo crocifisso, morto e risorto, è il Figlio di Dio, il Salvatore.?
Non solo, ma quei poveri pescatori si sono divisi il mondo e sonousciti dalla Palestina per raggiungere gli altri popoli. San Paolo è un esempio, ma lo Spirito Santo ha dato agli Apostoli la forza e il coraggio di affrontare il martitrio.?Senza la forza di Dio, come potevano dodici pescatori, rifiutati dal loro mondo ebraico, diffondere la Chiesa tra popoli nuovi e dare a queste piccole comunità una continuità e un’unità sotto il loro capo, un pescatore come loro??Così nasce la Chiesa e lo Spirito Santo rimane con la Chiesa da allora alla fine del mondo. Tre punti di riflessione:
1) L’azione dello Spirito Santo nella Chiesa. Gesù ha mandato loSpirito Santo. Sapeva di affidare la sua Chiesa a uomini piccoli, deboli, poco colti, pieni di difetti; se fossero stati lasciati soli, la sua memoria e il suo Vangelo non sarebbero giunti fino a noi nella loro integrità. In duemila anni l’umanità è radicalmente cambiata più e più volte e oggi le nuove scoperte rivoluzionano la società umana. Gesù voleva che il suo messaggio fosse portato a tutti gli uomini, a tutte le culture umane e ha mandato lo Spirito Santo che agisce nella Chiesa per mantenerla nell’unità e fedele a Cristo e per portare il Vangelo a tutti gli uomini. E questo significa due cose:
a) Unità nell’obbedienza al Vicario in terra di Gesù, Pietro, il Papa, con tutti i vescovi uniti al Papa. In duemila anni la Chiesa ha perso le Chiese ortodosse e quelle protestanti. La Chiesa di Roma ha mantenuto la successione di Pietro, con 264 Papi e 21 Concili ecumenici, da quello di Nicea (325 dopo Cristo) al Vaticano II (1962-1965). Le Chiese separate da Roma si sono divise e suddivise, quella cattolica è rimasta unita, anche se oggi intendiamo in modo diverso il primato del Papa. Gesù ha pregato per l’unità della Chiesa: «Padre, che siano una cosa sola come siamo noi».
b) L’assistenza dello Spirito Santo si manifesta nella missione alle genti. «Andate in tutto il mondoannunziate il Vangelo ad ogni creatura»… «Voi sarete miei testimoni a Gerusalemme, in Giudea e in Samaria e fino agli estremi confini della terra». Ancor oggi la Chiesa è missionaria e lo Spirito agisce in modo misterioso ma efficace. Esempio della Cina di Mao: in trent’anni di persecuzione feroce e i cattolici sono aumentati da 3,7 a circa 15 o più milioni! Nelle missioni, dove nasce la Chiesa, lo Spirito Santo si manifesta come negli Atti degli Apostoli. Lo Spirito non va mai in pensione, non dorme mai, non va mai in vacanza! Ogni pessimismo sul futuro della Chiesa e del cristianesimo è segno di poca fede!
2) Lo Spirito Santo agisce in ciascun battezzato per renderlo testimone di Cristo. Siamo tutti chiamati alla santità, che è amore e imitazione di Cristo. Il “Giubileo della Misericordia di Dio”, istituito da papa Francesco, termina il 20 novembre prossimo, è il richiamo eccezionale per convertirci a Cristo. Tu che mi leggi hai già fatto il Giubileo? Lo Spirito Santo è pronto ad aiutarci. Chiediamogli la spinta necessaria per diventare più simili al Signore Gesù, per amarlo e testimoniarlo.?Nella festa dell’Ascensione domenica scorsa, papa Francesco ha detto: «Il Signore risorto… con il dono dello Spirito Santo continua ad aprire la nostra mente e il nostro cuore, per annunciare il suo amore e la sua misericordia anche negli ambienti più refrattari delle nostre famiglie e delle nostre città. È lo Spirito Santo il vero artefice della multiforme testimonianza che la Chiesa e ogni battezzato rendono nel mondo. Non possiamo trascurare la preghiera per invocare il dono dello Spirito».
In Italia ci lamentiamo della decadenza religiosa e morale del nostro popolo e per le troppe notizienegative che inondano giornali e Tv: corruzione, famiglie divise, scandali, aumento dei disoccupati, furti, rapine, delitti. Ma esistono tante persone buone e anche sante in mezzo al nostro popolo. Il Bene non fa notizia, ma esiste e cresce in modo misterioso per l’azione dello Spirito Santo.?La nostra crisi ha molte radici, ma sostanzialmente è conseguenza del fatto noi abbandoniamo Dio e Dio abbandona noi. Ad esempio, se fra due sposi non c’è Dio, è molto difficile vivere assieme per tutta la vita.?Care sorelle e cari fratelli, noi siamo tutti creati da Dio «a sua immagine e somiglianza». C’è in ciascuno di noi una scintilla di Dio. La fede vissuta con amore e generosità è una marcia in più nella vita e noi diventiamo testimoni di Cristo nella nostra famiglia e nel mondo.
3) Lo Spirito Santo porta Gesù Cristo fino agii estremi confini della terra.?A giugno compio 63 anni di Messa. Ho girato il mondo e ho visitato circa 90 Paesi. Credetemi, posso dirvi con sincerità che in nessun Paese del mondo si vive così bene come in quelli con radici cristiane, pur con tutte le nostre crisi. Tant’è vero che i migranti vengono nei Paesi cristiani, non scappano in altri paesi.?Ricordatevi! Noi siamo i privilegiati dell’umanità. Abbiamo ricevuto il dono della fede, ciascuno di noi è impegnato ad essere testimone di Cristo nella nostra società.?Nelle giovani Chiese ho visto lo Spirito Santo in azione.  Quelle piccole comunità cristiane, spesso perseguitate e molto meno istruite nella fede di noi, annunziano il Vangelo ai non cristiani. 
L’ho visto in Corea del Sud, dove c’è libertà. I cattolici sono passati dallo 0,6% nel 1960 (180.000) a circa il 10% nel 2010 (5 milioni su 50) e c’è la campagna del twenty/tweny, cioè al 20% nel 2020. Con i protestanti, i cristiani sono circa il 30% nella Corea del Sud!?La rinascita cristiana in Italia deve partire da quella che papa Francesco chiama «La Chiesa in uscita». Ciascuno di noi deve capire che la Fede ci è donata non solo per viverla noi, ma per  , essere testimoni di Gesù nella società italiana, ciascuno secondo le proprie possibilità. Preghiamo lo Spirito Santo che ci aiuti!

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I 50 giorni più belli dell’anno

di Mario Barbieri
Stanno per concludersi questi 50 giorni di Pasqua, anche quest’anno come ogni anno, sino alla venuta del Signore, quando saremo introdotti per sempre nel Banchetto Celeste, nella Festa senza fine, nell’8° Giorno , giorno che non conosce tramonto.
Questi 50 giorni che vanno dalla celebrazione della Risurrezione di Gesù nella Veglia di Pasqua, fino alla Domenica di Pentecoste, che celebra il dono dello Spirito Santo agli Apostoli e alla Chiesa, sono come una primizia, sono da viversi in pienezza per gustare un “assaggio” di ciò che ci attende.
E’ la Festa di Pasqua, è Pasqua, non sono solo i giorni “dopo” Pasqua. È un tempo d’intensa gioia e di pace, di condivisione di vita con Cristo e in Cristo. Dio è gioia eterna per l’uomo. Lui, il risorto, ci attira tutti a sé, ci chiama a condividere la Sua vita.
Per l’importanza che ha il giorno di Pasqua, esso è seguito, quasi prolungato eternamente, da sette giorni di festa che sono un solo giorno con la Pasqua e da un ulteriore giorno (l’ottavo) che dà il segno della perfezione e della pienezza, da ciò l’Ottava di Pasqua.
L’8° giorno è già di per sé un simbolo.
I Cristiani della Chiesa antica, chiamavano il giorno di Pasqua e ogni Domenica, precisamente l’ottavo giorno, l’ultimo, quello che non conosce tramonto. Il Cristo risorto inaugura un giorno che non finisce. Dopo la risurrezione di Gesù non inizia una nuova settimana: c’è l’ottavo giorno.
Anche Dio ha lavorato sette giorni alla Creazione, per entrare (usiamo questi termini metaforici) nella contemplazione di ciò che aveva fatto …nell’8° giorno.
Non è un caso se nella Scrittura tutta una lunga serie di prescrizioni del Levitico, che vanno dalla restituzione di un prestito, alla circoncisione dei neonati, alla celebrazione dei sacrifici, è posta nell’8° giorno.
Otto erano i lati del fonte battesimale o degli stessi muri perimetrali di molti battisteri, perché con il Battesimo si entra, si accede, tramite la Fede, alla Vita Eterna.
L’Ottava di Pasqua era il tempo in cui i Cristiani battezzati nella Veglia pasquale seguivano gli insegnamenti mistagogici di approfondimento della Fede e della Morale e nell’ottavo giorno deponevano la veste bianca ricevuta nel battesimo.
Da questo fatto, la seconda Domenica di Pasqua prese il nome di “Domenica in albis”.
Come arriviamo ai 50 giorni? Di nuovo una simbologia che gioca sui numeri e il loro significato simbolico: 7 x 7+1 (una “settimana di settimane” +1) = pienezza totale, massima perfezione. Un tempo che riunisce in sé le Feste Cristiane che sono un’unità inscindibile con la Risurrezione, la festa dell’Ascensione e della Pentecoste. Un Tempo per gustare al massimo la gioia della Resurrezione e dei suoi frutti.
Un Tempo di “grande allegrezza” lo definisce Tertulliano. Sono 50 giorni da viversi come un’unica unità, così che il Tempo di Pasqua, con la gioia prolungata del trionfo pasquale, è divenuto per i padri della Chiesa l’immagine dell’eternità e del raggiungimento del mistero di Cristo.
Così dovrebbe essere per noi oggi…
Per tutto il Tempo di Pasqua la Liturgia tralascia la parola profetica veterotestamentaria per soffermarsi a riflettere sugli effetti della Pasqua nei Discepoli, facendoci leggere per intero gli Atti degli Apostoli che ci mettono a confronto con la missionarietà della Chiesa nata dalla Pasqua di Cristo. Con l’Azione dello Spirito Santo che tutto trasforma e persino sconvolge.
Ci invita a fare nostre la tensione e la forza dei primi Apostoli, di Paolo della sua testimonianza, non priva di ostacoli e dure persecuzioni, un agire mosso dallo Spirito che gli dona forza ma anche un grande discernimento. Un discernimento profetico sulla sua stessa vita, quando salutando gli anziani di Mileto (Atti 20) avrà piena consapevolezza che sarà per l’ultima volta, ma avvinto dallo Spirito Santo afferma: “Non ritengo tuttavia la mia vita meritevole di nulla, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio.”
È lecito dunque domandarsi: “È questo il Tempo di Pasqua da noi vissuto?”
“È questo lo spirito che alberga nei nostri cuori?”, oggi che questo Tempo volge al termine?
Se così non è stato, facciamone memoria se a Dio piacerà concederci un altro Tempo di 50 giorni il prossimo anno – che non è cosa certa per nessuno – perché ciò che la Chiesa ci dona nei suoi Tempi forti (e quale Tempo più forte di quello di Pasqua) e nelle sue Liturgie, non è semplice memoria, celebrazione o esaltazione, è una azione di Grazia, è uno Spirito che cerca un cuore che lo accolga, un corpo che attui il Suo agire, così che Dio ancora si manifesti all’Uomo, oggi come ieri, in questa Pasqua 2016 come in quella dell’Anno zero.