martedì 31 maggio 2016

Un apericena (gratis) sulle biopolitiche.




Biopolitiks: l’importanza della formazione bioetica nell’arena politica, il convegno  che si terrà il 9 giugno alle ore 19 presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, nel corso del quale interverranno Massimo Gandolfini (Presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli), Simone Pillon (DNF), Maria Rachele Ruiu (Manif pour Tous Italia) e Giusy D’Amico (Presidente dell’associazione “Non si tocca la famiglia”).
Durante l’evento, verrà presentato il corso estivo di aggiornamento in Bioetica nelle due settimane che lo caratterizzano: la prima di formazione sui temi principali della Bioetica e la seconda a carattere monografico dal titolo “Bioetica, famiglia e vita”, organizzato in collaborazione con alcune tra le più importanti associazioni schierate in difesa della famiglia.
L’uomo che per millenni è rimasto ciò che è stato per Aristotele, un animale vivente capace di esistenza politica, ora si trova all’interno di una politica in cui la sua condizione di essere vivente è in questione. Sono parole di Michel Foucault.  Nascita, morte, riproduzione, malattia, divengono oggetto del potere politico.
Nel corso di questo appuntamento si porrà l’accento su come la politicizzazione della vita si fa carico del controllo di ambiti come la sessualità e la procreazione. L’essere e il benessere dei cittadini- dichiara la Prof.ssa Brambilla (APRA) - vengono posti nelle mani del potere politico, che si concepisce loro “sovrano”. Dunque, non si tratta più dell’evoluzione della sfera della vita che giunge a costituire le strutture e le regole della politica, ma della presenza della vita come tale nella scena e in quanto oggetto della politica.
Ora, è naturale ammettere l’intervento legiferante del potere politico: la politica e la legge possono e devono intervenire regolando comportamenti o proibendo abusi. Questo potere però non può mai disconoscere il valore del cittadino in quanto soggetto umano: il potere legiferante non può in maniera autoreferenziale, considerare e trattare l’individuo comeoggetto della legge e del suo potere.
 Per non incappare in questo errore, è necessaria una formazione per chi si impegna in ambito politico, come quella bioetica; una formazione interdisciplinare che abbia a cuore innanzitutto la valorizzazione della dignità dell’essere umano in quanto tale e la tutela della vita umana nei suoi momenti di maggiore fragilità (la vita nascente, la disabilità, l’anzianità, ecc.).
Al termine dell’incontro seguirà un apericena.
Michela Coluzzi