giovedì 28 gennaio 2016

Per l'Umano & per l'Eterno



di Marco Tosatti
Se Giussani fosse qui: questo potrebbe essere il titolo alternativo o il sottotitolo del libro attualissimo e interessante scritto a due mani da Gianfranco Amato e don Gabriele Mangiarotti. Il titolo vero è una frase di don Giussani: “Per che cosa si deve combattere? Per l’umano e per l’eterno” ((Ed. Ares - pp. 128 - € 12) e risponde sostanzialmente alla domanda, quanto mai incombente e attuale in queste settimane, in questi giorni: come deve porsi un cristiano di fronte allo spirito del mondo, agli orientamenti che chi detiene il potere in un dato periodo storico vuole affermare come bene e sentire comune?  

 
L’altra grande questione, a cui si cerca di dare una risposta è la seguente: è possibile e, nel caso, anzi necessario adattare i contenuti del Vangelo e della Tradizione ai tempi e alle situazioni? Oggi, in particolare, che il mondo vuol fare a meno di Dio, ha senso continuare a dare testimonianza pubblica del proprio credo? O piuttosto, a maggior ragione quando ci si trova palesemente in condizioni di minoranza, la fede andrebbe custodita come un fatto intimo, qualcosa che non abbraccia la totalità dell’espressione dell’io a livello personale e sociale?   

 
La forma del libro è un’intervista, in cui il fondatore di Comunione e Liberazione dà le risposte. Ecco come nell’introduzione gli autori spiegano genesi e formazione dell’opera: "Non abbiamo voluto forzare, come in un immaginario letto di Procuste, il dettato del fondatore di CL. Lo abbiamo sentito vicino – come è sempre stato quando era in vita – al cammino di fede e di presenza che, senza la sua chiarezza, sarebbe risultato per noi più fragile e con meno ragioni convincenti. Rispetto alla grande crisi del tempo presente, che è crisi sociale, religiosa, politica ed economica e di fronte alle difficoltà del nostro vissuto quotidiano nell’affrontare la realtà alla luce della fede, la prima domanda che informa questo testo è: 'Che cosa avrebbe detto don Giussani? Come avrebbe risposto lui, come si sarebbe comportato in questa mia stessa situazione?'. 
Le successive domande e le rispettive risposte del Gius danno seguito a questo impulso interiore. Abbiamo, quindi, riportato alcuni pensieri del fondatore con libertà, scegliendo quei passi che ci hanno fatto vibrare, in cui abbiamo trovato argomenti e luce ai nostri quesiti, al nostro travaglio odierno.  Quante volte ci è sembrato che quella sua parola avesse una forza che superava il momento e la contingenza, anche rispetto alle problematiche più gravi! Allora, trovandoci davanti alle domande e circostanze di oggi, è nato in noi il desiderio di leggere, prima, e poi di trascrivere ciò̀ che questo nostro grande maestro aveva detto e scritto nell’affrontare questioni e situazioni simili. Integralmente, senza neppure alterare una virgola delle sue parole. E questo dialogo, che pure va definito 'virtuale', ci è sembrato un ulteriore gesto di amicizia sua nei nostri confronti, e nostra nei confronti di chi vorrà̀ fare con noi un pezzo di strada. Rispetto alla grande crisi del tempo presente, che è crisi sociale, religiosa, politica ed economica e di fronte alle difficoltà del nostro vissuto quotidiano nell’affrontare la realtà alla luce della fede, la prima domanda che informa questo testo è: del Gius danno seguito a questo impulso interiore. Abbiamo, quindi, riportato alcuni pensieri del fondatore con libertà, scegliendo quei passi che ci hanno fatto vibrare, in cui abbiamo trovato argomenti e luce ai nostri quesiti, al nostro travaglio odierno”.  

 
Gianfranco Amato è un avvocato, opera nel campo della bioetica ed è presidente nazionale dell’organizzazione Giuristi per la Vita. A metà degli Anni ‘70 conobbe Gioventù Studentesca: da allora segue l’esperienza di Comunione e Liberazione.  

 
 Gabriele Mangiarotti è un sacerdote, è responsabile dell’Ufficio per la Pastorale scolastica e la Cultura della diocesi di San Marino-Montefeltro. Pubblicista, nel 2001 ha fondato il sito Cultura­Cattolica.it, di cui è responsabile. Nel 1962, quando frequentava la I Liceo, ha incontrato don Luigi Giussani e ha subito abbracciato il Movimento da lui fondato.  
La Stampa