Riporto di seguito la traduzione di un articolo scritto dal sacerdote irlandese Neil Xavier O’Donoghue, dottore in liturgia (Ph.D. in Liturgy)
e pubblicato dal blog americano PrayTell. Il presbitero intende
rispondere ad un articolo scritto da Sandro Magister sul suo blog
www.chiesa (link: http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350144).
Fr. Neil Xavier O’Donoghue è originario di Ballincollig, Co. Cork, Irlanda. Ha completato un Bachelor of Arts (1997) e un Master in Divinity (2000) alla Seton Hall University, South Orange, NJ. Ha
anche conseguito un master in Teologia nella liturgia (2003) dal
Seminario Teologico Ortodosso di San Vladimir, Crestwood, NY e un Master of Arts in Teologia con specializzazione in studi liturgici (2005) presso l’Università di Notre Dame du Lac, Notre Dame, IN. Nel
2000 fu ordinato al sacerdozio ministeriale per la Chiesa cattolica
dell’arcidiocesi di Newark, New Jersey e dal 2002 ha prestato servizio
come Prefetto degli studi presso il Seminario Redemptoris Mater
arcivescovile Missionario in Kearny, NJ. Nel 2006 gli è stato conferito il dottorato in teologia (Ph.D.) specializzato in liturgia dal Collegio di San Patrizio, Pontificia Università , Maynooth, Co. Kildare, Irlanda.
Di seguito il testo dell’articolo tradotto in italiano.
* * *
Fr. Neil Xavier O’Donoghue, Ph.D. in liturgia.
Una storia dei Padri del Deserto racconta di come alcuni
monaci andarono da Abba Agatone e lo accusarono di essere un
fornicatore, di essere un uomo arrogante e di fare discorsi senza senso.
Il monaco più anziano era d’accordo con tutte le accuse, ma quando i
suoi visitatori lo accusarono di essere un eretico, lo negò con
veemenza.
Quando gli chiesero come mai avesse rifiutato questo
ultimo insulto e come mai volesse invece sopportarle altre calunnie,
egli rispose: “Prendo le prime accuse come giuste per la mia anima, ma
l’eresia è la separazione da Dio. Ora non ho alcuna intenzione di essere
separato da Dio”.
Durante il corso degli anni ho letto molte congetture
ridicole e critiche su come venga celebrata la liturgia nelle ComunitÃ
Neocatecumenali, e fino ad ora non mi sono sentito costretto a scrivere
alcuna confutazione. Tuttavia, avendo visto lo scalpore suscitato da
Sandro Magister nel suo blog sulla Chiesa (ospitato da un quotidiano
italiano generalmente anticlericale) e vedendo come le sue teorie sono
riprese dai principali media cattolici tradizionali, mi sono sentito
obbligato a scrivere questa breve reazione nello spirito di Abba
Agathon.
Sono stato nel Cammino Neocatecumenale per più di 25
anni, ed è stato attraverso questo carisma che ho scoperto il mio amore
per la Chiesa e in particolare per la liturgia Cattolica (per non
parlare della mia vocazione al ministero sacerdotale). Questo amore per
la liturgia mi ha ispirato a perseguire gli studi sulla liturgia e
adesso ho tre specializzazioni in liturgia accademica. Sono un sacerdote
a tutti gli effetti, ho un mandato dal mio arcivescovo e insegno la
liturgia in una Facoltà Pontificia. Ho partecipato personalmente a
migliaia di Eucarestie celebrate nelle Comunità Neocatecumenali negli
Stati Uniti, Canada, Irlanda, Inghilterra, Scozia, Francia, Germania,
Polonia, Italia, Spagna, Estonia, Repubblica Dominicana, Messico,
Australia, Guam, Saipan, Taiwan e Israele. Tutte queste Eucarestie sono
state celebrate in conformità al Rito Romano. Trovo difficile reagire
alle costanti critiche da parte di Magister e simili, che uniscono
semplici falsità a mezze verità prese fuori dal contesto. Il Cammino
Neocatecumenale è sempre stato, fin dal suo inizio, in comunione con il
Papa e con i vari dicasteri Vaticani. Nel 1974 c’è stata la prima
approvazione scritta della liturgia delle Comunità Neocatecumenali come
un esempio eccellente del rinnovamento della liturgia. Molti incontri
positivi e udienze con differenti papi hanno seguito questo documento
iniziale. Il Papa Giovanni Paolo II celebrò l’Eucarestia con 2000
fratelli delle Comunità Neocatecumenali in occasione della Festa della
Famiglia nel 1988 a Porto San Giorgio (il centro internazionale del
Cammino Neocatecumenale). Fu preceduta da un più dettagliato documento
da parte del CDW (vedere l’Osservatore Romano, Edizione
inglese, 9 Gennaio, 1989). Questo documento garantiva un permesso
speciale per celebrare la liturgia Eucaristica domenicale in piccole
comunità , di ricevere la Comunione sotto le due specie e lo spostamento
dello Scambio della Pace dopo il Credo.
Lo Statuto definitivo del Cammino Neocatecumenale nel
2008, approvato dal Pontificio Consiglio per i Laici, conferma le
precedenti concessioni; stabilendo che le Eucarestie celebrate il Sabato
sera dalle comunità sono parte del lavoro pastorale della parrocchia.
Concede, inoltre, di fare brevi ammonizioni alle letture della Messa
preparate da membri della Comunità e stabilisce che “i neocatecumeni ricevono la Comunione in piedi, rimanendo al proprio posto“.
L’unico aspetto delle celebrazioni che va al di fuori della regolare
Messa domenicale è la possibilità , prima dell’omelia del sacerdote, di
condividere brevi esperienze personali o “echi della parola” da
parte dei fratelli della comunità . Se qualcuno ha partecipato a una
Eucarestia nel Cammino Neocatecumenale potrà vedere come queste
risonanze non si confondono con l’omelia del Sacerdote.
Riguardo ai punti specifici affrontati da Magister.
Sì, ci potrebbe essere più di una Eucarestia celebrata
per comunità il Sabato sera in Parrocchia (questa è la questione
principale del Cammino Neocatecumenale che è fondamentalmente un carisma
liturgico vissuto in piccole comunità ). Se la celebrazione
dell’Eucarestia avviene in una chiesa, o una cappella, viene di solito
utilizzato l’altare. Se l’Eucarestia viene celebrata in un’altra stanza
allora viene degnamente preparato. Non si siedono intorno all’altare in
un cerchio, ma, come in molte chiese, l’assemblea siede su tre lati e il
sacerdote siede a capo dell’assemblea. Le comunità prestano molta cura
ai segni liturgici e non è inconsueto che le comunità spendano migliaia
di dollari in strumenti liturgici, vesti e altri segni per fare in modo
che l’assemblea sia sempre disposta in un modo decoroso.
Magister fa riferimento alla celebrazione
dell’Eucarestia come ‘conviviale’. Ciò viene presentato come se fosse un
fatto negativo, anche se il mio Oxford American Dictionary da una prima
definizione di ‘conviviale’ come “(di un’atmosfera o un evento) amichevole, animata e piacevole“.
Non sono sicuro che questo sia un problema, se è abbastanza diffusa in
senso negativo, le persone tenderanno a presumere che sia in qualche
modo negativo. Vorrei sperare che anche i membri del SSPX [Società San Pio X, N.d.T.] considerassero
le loro Eucarestie ‘amichevoli, animate e piacevoli’. Anche se sono
Irlandese, temo di non vedere la povertà e la fatica come virtù assolute
nella liturgia! Solo perché la Consacrazione del Mistero Pasquale viene
in qualche modo enfatizzata nella liturgia del Cammino Neocatecumenale,
questo in nessun modo nega la dimensione sacrificale dell’Eucarestia.
Nessuna particolare metafora può trattenere tutte le grazie contenute
nell’Eucarestia ed è ridicolo tentare di penalizzare le persone che
traggono vita dai misteri eucaristici.
Come ho affermato precedentemente, le ammonizioni e le
risonanze/echi sono brevi e sono concessi dalla legge liturgiche, e sono
chiaramente distinte dall’omelia del sacerdote che avviene
immediatamente dopo. Per la Comunione, la comunità utilizza pane non
lievitato, preparato non secondo istruzioni arcane del Dottor Kiko
Argüello, ma secondo i punti 320-321 del Messale Romano. La comunitÃ
riceve anche il calice nello stesso modo. Entrambe le specie vengono
amministrate ai membri della comunità , che stanno in piedi a riceverla
al proprio posto, dal Sacerdote (in conformità allo Statuto del Cammino
Neocatecumenale).
Riguardo all’incontro del 20 Gennaio con Papa Benedetto.
Il Pontificio Consiglio per i Laici ha approvato le
varie ‘celebrazioni’ contenute nel Direttorio Catechetico del Cammino
Neocatecumenale. Dal momento che il Cammino Neocatecumenale è un
Catecumenato Post-Battesimale, le comunità neocatecumenali rivivono
gradualmente i vari passi dell’iniziazione Cristiana come sacramentali.
Queste celebrazioni non sono considerate come liturgie ufficiali della
Chiesa in senso canonico, non sono formalmente promulgate nei libri
liturgici. Ma, in ogni caso, con questo Decreto aggiuntivo, sono adesso
pienamente approvate. Il Decreto della scorsa settimana non riguardava
la celebrazione dell’Eucarestia, non ci sono mai stati grandi problemi
per come viene celebrata nelle Comunità Neocatecumenali. In un testo
intitolato ‘Un soffio di aria fresca’, disponibile nell’edizione corrente de ‘La Razon’ di Madrid il Cardinale Cañizares
(prefetto della Congregazione per il Culto Divino) menzionò l’Eucarestia
come viene celebrata nelle Comunità Neocatecumenali: “La
celebrazione dell’Eucarestia, all’interno del cammino di queste
comunità , viene portata avanti in un modo splendido e decorso, con un
grande senso della fede, con uno spirito ecclesiale che è sia festivo
che liturgico, con un senso profondo del mistero e del sacro’’.
Ciò fa perfettamente eco al pensiero del Papa Benedetto
XVI che, all’incontro del 20 Gennaio, affermò l’aspetto integrale
dell’Eucarestia celebrata il Sabato sera in piccole comunità , come parte
importante di questo carisma: “ Precisamente al fine di promuovere la
riconciliazione con la ricchezza della vita sacramentale nelle persone
che si sono allontanate dalla Chiesa, o che non hanno ricevuto una
formazione adeguata, i Neocatecumeni possono celebrare l’Eucarestia
Domenicale in piccole comunità , dopo i Primi Vespri della Domenica,
secondo i provvedimenti del Vescovo Diocesano.
Con queste riflessioni, non voglio dire che il Cammino
Neocatecumenale sia la sola zattera di salvezza, grazie a Dio la Chiesa
Cattolica è molto più grande del Cammino Neocatecumenale. Oggi abbiamo
una Chiesa che ha molti riti liturgici, abbiamo una forma speciale della
liturgia in uso nell’ex-Zaire, in uso dagli Anglicani e coloro che
utilizzano la Forma Straordinaria hanno il permesso di mantenere la loro
particolare spiritualità e i propri riti.
Ciò che tiene unita la Chiesa Cattolica non è
l’uniformità in pratiche liturgiche, ma è l’unità nel credo e la fede in
comunione con il Successore di Pietro. L’estate passata ho partecipato
personalmente alla Messa al Santuario dell’Opus Dei a Torreciudad
(Spagna), all’Oratorio Brompton di Londra e ad una Messa Pontificale
nella Forma Straordinaria celebrata dal Cardinale Burke alla Conferenze
Liturgica di Fota nella mia nativa città di Cork (Irlanda). Non tutto
ciò che è parte di queste celebrazioni sarebbe l’ideale per me, tuttavia
non ho difficoltà ad ammettere che queste sono parti importanti del
tesoro liturgico della Chiesa e apprezzo il modo in cui possono aiutare a
salvare molte anime. In modo simile, gli adattamenti che sono stati
garantiti alle Comunità Neocatecumenali contribuiscono ad aiutare a
rispondere al bisogno della Nuova Evangelizzazione, e a riportare le
persone in Chiesa ad incontrarsi con il Cristo Risorto.
In conclusione, non voglio lasciar intendere che non ci
sono mai problemi con le Comunità Neocatecumenali e le particolari
Parrocchie. Laddove c’è la vita, ci sono sempre problemi. Ma,come in
ogni famiglia, i vari membri della Chiesa dovrebbero risolvere insieme
ogni tipo di problema. Molti anni fa, parlando delle crescenti
difficoltà della Chiesa nell’accogliere il Cammino Neocatecumenale, il
Cardinale Ratzinger suggerì che il ‘nostro compito – il compito
della Chiesa ufficiale e dei Teologi – è di tenere le porte spalancate
verso di loro, e preparargli un posto’. Joseph Cardinal Ratzinger con Vittorio Messori, The Ratzinger Report: An Exclusive Interview on the State of the Church (San Francisco: Ignatius Press, 1985), 44.