venerdì 10 febbraio 2012

Le parole della Madonna a Lourdes




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Oggi la Chiesa celebra la memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes. Confermando il suo stile personalissimo, la Madonna non parla tanto, però cambia la vita di chi la incontra. Così ha cambiato per esempio la vita di Bernadette Soubirous...

Di seguito tutte le parole che ha pronunciato la Vergine a Lourdes e un articolo di p. Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, sulla vita di Bernadette

18 FEBBRAIO 1858


  1. “Non è necessario”. ( In risposta alla richiesta di Bernadette rivolta alla Signora di mettere il suo nome per iscritto).

  1. “ Volete avere la gentilezza di venire qui durante quindici giorni?”

  1. “ Non vi prometto di farvi felice in questo mondo, ma nell’altro”



24 Febbraio 1858

  1. “ Penitenza! Penitenza! Penitenza!”

  1. “ Pregherete Dio per i peccatori”.

  1. “ Andate a baciare la terra in penitenza per la conversione dei peccatori”


25 Febbraio 1858
  1. “ Andate a bere alla fontana e a lavarvi”.

  1. “ Mangerete di quell’erba che c’è là”


2 Marzo 1858
  1. “Andate a dire ai preti che si venga qui in processione e che si costruisca una cappella”

  1. “ Andate a dire ai preti di far costruire qui una cappella”

Data incerta
  1. “ Vi proibisco di dirlo a chiunque” ( si tratta dei tre segreti che riguardano la sua persona).


25 marzo 1858
12. “ Io sono l’Immacolata Concezione



* * *

"Bernadette, la promessa di una vita straordinaria"
di p. Livio Fanzaga


Bernadette Soubirous. Bernadette di Lourdes. Ci dice ancora qualcosa questa ragazza a cui nel 1858 apparve la Madonna, apparizione a cui è dedicata la festa odierna? Ha ancora qualcosa dai dire ai ragazzi e alle ragazze di oggi, alle tante Ruby ma alle ancora più numerose e anonime Francesca, Paola, Roberta?

Pensiamo a quella che è la caratteristica più evidente dei ragazzi di oggi: la mancanza di una prospettiva per il futuro. I ragazzi oggi appaiono impotenti, vedono la vita come una giungla, una lotta dove i più soccombono. E com’era la vita di Bernadette? Anche lei non aveva un futuro, secondo la logica del mondo. Era povera, ignorante, ma non solo: viveva anche una tragedia in famiglia, suo padre era stato accusato (ingiustamente) di furto, per cui la sua famiglia era emarginata, malfamata e Bernadette stessa disprezzata. Le prospettive per il futuro erano nere.

Ma a un certo punto avviene questo incontro straordinario, Bernadette viene colpita soprattutto da una cosa: la Madonna si rivolgeva a lei con rispetto, dice che le “parlava come a una persona”. Ha scoperto la sua dignità di persona dallo sguardo di un Altro, ha sperimentato lo sguardo con cui ci guarda Dio. Ed è questa scoperta che le ha cambiato la vita. Non importa la condizione in cui sei, quanto disperata sia la tua vita: se rispondi alla chiamata di Dio, Dio fa della tua vita qualcosa di straordinario.

Da Bernadette impariamo che Dio ha un pensiero sulla nostra vita, sulla vita di ognuno di noi, un pensiero buono, un grande progetto. Scoprire la missione che ci è assegnata da Dio, esserle fedele, è questo che improvvisamente ci offre un futuro, sta qui la chiave della vita.

Vengono subito in mente tanti altri esempi di questo genere: prendiamo Giovanni Paolo II, anche lui povero, un operaio in una Polonia povera e oppressa. E santa Faustina Kowalska, una ragazza povera, per tanti aspetti simile a Bernadette, eppure venerata oggi in tutto il mondo perché Dio ha affidato a lei il messaggio della Sua misericordia. E ancora: i ragazzi di Medjugorie, anche loro poveri, abitanti in un luogo sperduto e isolato che oggi è diventato un centro in cui arrivano persone da tutto il mondo.

Ecco perché Bernadette è una figura di straordinaria attualità: se la sua situazione esistenziale era analoga a quella dei ragazzi d’oggi, tanto più l’incontro che le ha aperto il futuro è possibile per ognuno, in qualunque condizione si trovi. Se ci affidiamo, se siamo fedeli alla chiamata e alla missione che ci viene assegnata, Dio fa della nostra vita qualcosa di straordinario, inimmaginabile.


E lo fa assecondando il nostro modo di essere, valorizzando la nostra umanità. Pensiamo infatti a cosa è oggi Lourdes: il santuario mondiale della sofferenza. Come ha fatto a diventarlo? Nel suo messaggio a Bernadette, la Madonna non ha mai parlato della sofferenza, né ha prodotto guarigioni miracolose. Tutto è nato perché, avendo imparato a guardarsi come Dio la guardava, Bernadette ha vissuto la sua sofferenza fisica – aveva infatti una malattia gravissima – come la propria strada alla santità. Anche la malattia da maledizione si è trasformata in opportunità. Allora, non dal messaggio della Madonna ma dalla risposta di Bernadette nasce la Lourdes così come la conosciamo oggi. O meglio, dalla risposta di Bernadette alla chiamata di Dio. Perché Dio non fa magie, ma si affida alla nostra libertà, esalta la nostra libertà.

Una vita straordinaria e l’esaltazione della nostra libertà. Ci interessa?

* * *

Di seguito un breve ricordo della memoria di oggi e la lettura propria dell'Ufficio.

Solo da quattro anni Pio IX aveva additato alla Chiesa il segno luminoso della potenza salvatrice accordata dal Padre al Redentore: Maria, sua Madre, ripiena di Spirito Santo, totalmente preservata dal peccato, èImmacolata. L’11 febbraio 1858, Maria si manifestò come « l’Immacolata » a Bernardetta Soubirous nella grotta di Massabielle negli alti Pirenei, per ben 18 volte fino al 16 luglio.
Il perenne «miracolo» di Lourdes è l’Eucaristia. Al di là del « fenomeno » religioso rimangono gli effetti del messaggio fondamentale del Vangelo, richiamato con forza da Maria: la «conversione», e del grande gesto di Cristo: dare il proprio corpo e il proprio sangue» per la salvezza degli uomini. L’accettazione gioiosa della sofferenza insieme con Cristo da parte degli ammalati, la dedizione ammirevole di tanti giovani ai poveri e ai sofferenti, il «clima» ininterrotto di intensa preghiera, a Lourdes, non sono comprensibili se non alla luce della Messa che nella «cittadella di Maria» è al primo posto, sempre. E Cristo nell’Eucaristia passa benedicente fra i malati, annunciatore e realizzatore di una salvezza più profonda.

Una Signora mi ha parlato
Dalla « Lettera » di santa Maria Bernardetta Soubi­rous, vergine
(Lettera a P. Gondrand, a. 1861; cfr. A. Ravier, Les écrits de sainte Bernadette, Paris, 1961, pp. 53-59)
Un giorno, recatami sulla riva del fiume Gave per raccogliere legna insieme con due fanciulle, sentii un rumore. Mi volsi verso il prato ma vidi che gli alberi non si muovevano affatto, per cui levai la testa e guardai la grotta. Vidi una Signora rivestita di vesti candide. Indossava un abito bianco ed era cinta da una fascia azzurra. Su ognuno dei piedi aveva una rosa d’oro, che era dello stesso colore della corona del rosario. A quella vista mi stropicciai gli occhi, credendo a un abbaglio. Misi le mani in grembo, dove trovai la mia corona del rosario. Volli anche farmi il segno della croce sulla fronte, ma non riuscii ad alzare la mano, che mi cadde. Avendo quella Signora fatto il segno della croce, anch’io, pur con mano tremante, mi sforzai e finalmente vi riuscii. Cominciai al tempo stesso a recitare il rosario, mentre anche la stessa Signora faceva scorrere i grani del suo rosario senza tuttavia muovere le labbra. Terminato il rosario la visione subito scomparve.
Domandai alle due fanciulle se avessero visto qualcosa, ma quelle dissero di no; anzi mi interrogarono cosa avessi da rivelare loro. Allora risposi di aver visto una Signora in bianche vesti, ma non sapevo chi fosse. Le avvertii però di non farne parola. Allora anch’esse mi esortarono a non tornare più in quel luogo, ma io mi rifiutai.
Vi ritornai pertanto la domenica, sentendo di esservi interiormente chiamata.
Quella Signora mi parlò soltanto la terza volta e mi chiese se volessi recarmi da lei per quindici giorni. Io le risposi di sì. Ella aggiunse che dovevo esortare i sacerdoti perché facessero costruire là una cappella; poi mi comandò di bere alla fontana. Siccome non ne vedevo alcuna, andavo verso il fiume Gave, ma ella mi fece cenno che non parlava del fiume e mi mostrò col dito una fontana. Recatami là, non trovai se non poca acqua fangosa. Accostai la mano, ma non potei prender niente; perciò cominciai a scavare e finalmente potei attingere un pò d’acqua; la buttai via per tre volte, alla quarta invece potei berla. La visione allora scomparve, ed io me ne tornai verso casa.
Per quindici giorni però ritornai colà e la Signora mi apparve tutti i giorni tranne un lunedì e un venerdì, dicendomi di nuovo di avvertire i sacerdoti che facessero costruire là una cappella di andare a lavarmi alla fontana e di pregare per la conversione dei peccatori. Le domandai più volte chi fosse, ma sorrideva dolcemente. Alla fine, tenendo le braccia levate ed alzando gli occhi al cielo mi disse di essere l’Immacolata Concezione.
Nello spazio di quei quindici giorni mi svelò anche tre segreti, che mi proibì assolutamente di rivelare ad alcuno cosa che io ho fedelmente osservato fino ad oggi.