giovedì 1 gennaio 2015

Santa Messa nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e nella XLVIII Giornata Mondiale della Pace.



Santa Messa nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e nella XLVIII Giornata Mondiale della Pace. "Nessuna manifestazione di Cristo, neanche la più mistica, può mai essere staccata dalla carne e dal sangue della Chiesa, dalla concretezza storica del Corpo di Cristo. Senza la Chiesa, Gesù Cristo finisce per ridursi a un’idea, a una morale, a un sentimento."   
Sala stampa della Santa Sede

[Text: Italiano, English, Español, Português]
 Il segno (...) indica frasi aggiunte dal Santo Padre e pronunciate a braccio. 
Alle ore 10 di questa mattina, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Francesco presiede la celebrazione della Messa della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio nell’ottava di Natale e nella ricorrenza della 48a Giornata Mondiale della Pace sul tema: Non più schiavi, ma fratelli. Concelebrano con il Papa Cardinali, Vescovi e Sacerdoti. Pubblichiamo di seguito l’omelia che Papa Francesco pronuncia nel corso della Santa Messa: 
Tornano oggi alla mente le parole con le quali Elisabetta pronunciò la sua benedizione sulla Vergine Santa: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?» (Lc 1,42-43).
Questa benedizione si pone in continuità con la benedizione sacerdotale che Dio aveva suggerito a Mosè perché la trasmettesse ad Aronne e a tutto il popolo: «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace» (Nm 6,24-26). Celebrando la solennità di Maria Santissima, la Santa Madre di Dio, la Chiesa ci ricorda che Maria è la prima destinataria di questa benedizione. In Lei essa trova compimento: infatti, nessun’altra creatura ha visto brillare su di sé il volto di Dio come Maria, che ha dato un volto umano al Verbo eterno, così che tutti lo possiamo contemplare.
Oltre alla contemplazione del volto di Dio, noi possiamo anche lodarlo e glorificarlo come i pastori, che se ne tornarono da Betlemme con un canto di ringraziamento dopo aver visto il Bambino e la sua giovane mamma (cfr Lc 2,16). Erano insieme, come sono stati insieme al Calvario, perché Cristo e sua Madre sono inseparabili: tra loro esiste un rapporto strettissimo, come tra ogni figlio e la sua madre. La carne di Cristo – che è cardine della nostra salvezza (Tertulliano) – è stata intessuta nel grembo di Maria (cfr Sal 139,13). Tale inseparabilità è significata anche dal fatto che Maria, prescelta per essere Madre del Redentore, ne ha condiviso intimamente tutta la missione rimanendo accanto al Figlio fino alla fine sul calvario. Maria è così unita a Gesù perché ha avuto di Lui la conoscenza del cuore, la conoscenza della fede, nutrita dall’esperienza materna e dal legame intimo con il suo Figlio. La Vergine Santa è la donna di fede, che ha fatto posto a Dio nel suo cuore, nei suoi progetti; è la credente capace di cogliere nel dono del Figlio l’avvento di quella «pienezza del tempo» (Gal 4,4) nella quale Dio, scegliendo l’umile via dell’esistenza umana, è entrato personalmente nel solco della storia della salvezza. Per questo non si può capire Gesù senza sua Madre.
Altrettanto inseparabili sono Cristo e la Chiesa (...), e non si può capire la salvezza operata da Gesù senza considerare la maternità della Chiesa. Separare Gesù dalla Chiesa sarebbe voler introdurre una «dicotomia assurda», come scrisse il beato Paolo VI (cfr Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 16). Non è possibile «amare il Cristo, ma non la Chiesa, ascoltare il Cristo, ma non la Chiesa, appartenere al Cristo, ma al di fuori della Chiesa» (Ibid.) Infatti è proprio la Chiesa, la grande famiglia di Dio, che ci porta Cristo. La nostra fede non è una dottrina astratta o una filosofia, ma è la relazione vitale e piena con una persona: Gesù Cristo, il Figlio unigenito di Dio fattosi uomo, morto e risorto per salvarci e vivo in mezzo a noi. Dove lo possiamo incontrare? Lo incontriamo nella Chiesa (...). È la Chiesa che dice oggi: “Ecco l’agnello di Dio”; è la Chiesa che lo annuncia; è nella Chiesa che Gesù continua a compiere i suoi gesti di grazia che sono i Sacramenti.
Questa azione e missione della Chiesa esprime la sua maternità. Infatti essa è come una madre che custodisce Gesù con tenerezza e lo dona a tutti con gioia e generosità. Nessuna manifestazione di Cristo, neanche la più mistica, può mai essere staccata dalla carne e dal sangue della Chiesa, dalla concretezza storica del Corpo di Cristo. Senza la Chiesa, Gesù Cristo finisce per ridursi a un’idea, a una morale, a un sentimento. Senza la Chiesa, il nostro rapporto con Cristo sarebbe in balia della nostra immaginazione, delle nostre interpretazioni, dei nostri umori. Cari fratelli e sorelle! Gesù Cristo è la benedizione per ogni uomo e per l’intera umanità. La Chiesa, donandoci Gesù, ci offre la pienezza della benedizione del Signore. Proprio questa è la missione del popolo di Dio: irradiare su tutti popoli la benedizione di Dio incarnata in Gesù Cristo. E Maria, la prima e perfetta discepola di Gesù (...), modello della Chiesa in cammino, è Colei che apre questa strada di maternità della Chiesa e ne sostiene sempre la missione materna rivolta a tutti gli uomini. La sua testimonianza discreta e materna cammina con la Chiesa fin dalle origini. Ella, Madre di Dio, è anche Madre della Chiesa e, per mezzo della Chiesa, è Madre di tutti gli uomini e di tutti i popoli.
Che questa Madre dolce e premurosa ci ottenga la benedizione del Signore per l’intera famiglia umana. In modo speciale oggi, Giornata Mondiale della Pace, invochiamo la sua intercessione perché il Signore doni pace a questi nostri giorni: pace nei cuori, pace nelle famiglie, pace tra le Nazioni. Quest’anno, in particolare, il messaggio per la Giornata della Pace è: «Non più schiavi, ma fratelli». Tutti siamo chiamati a essere liberi, tutti a essere figli e ciascuno secondo le proprie responsabilità, a lottare contro le moderne forme di schiavitù. Da ogni popolo, cultura e religione, uniamo le nostre forze. Ci guidi e ci sostenga Colui che, per renderci tutti fratelli, si è fatto nostro servo. (...)
Inglese
Today we are reminded of the words of blessing which Elizabeth spoke to the Virgin Mary: “Blessed are you among women, and blessed is the fruit of your womb! And why has this happened to me, that the mother of my Lord comes to me?” (Lk 1:42-43).
This blessing is in continuity with the priestly blessing which God had given to Moses to be passed on to Aaron and to all the people: “The Lord bless you and keep you; the Lord make his face to shine upon you and be gracious to you; the Lord lift up his countenance upon you, and give you peace” (Num 6:24-26). In celebrating the Solemnity of Mary the Most Holy Mother of God, the Church reminds us that Mary, more than anyone else, received this blessing. In her the blessing finds fulfilment, for no other creature has ever seen God’s face shine upon it as did Mary. She gave a human face to the eternal Word, so that all of us can contemplate him. In addition to contemplating God’s face, we can also praise him and glorify him, like the shepherds who came away from Bethlehem with a song of thanksgiving after seeing the Child and his young mother (cf. Lk 2:16). The two were together, just as they were together at Calvary, because Christ and his mother are inseparable: there is a very close relationship between them, as there is between every child and his or her mother. The flesh (caro) of Christ – which, as Tertullian says, is the hinge (cardo) of our salvation – was knit together in the womb of Mary (cf. Ps 139:13). This inseparability is also clear from the fact that Mary, chosen beforehand to be the Mother of the Redeemer, shared intimately in his entire mission, remaining at her Son’s side to the end on Calvary.
Mary is so closely united to Jesus because she received from him the knowledge of the heart, the knowledge of faith, nourished by her experience as a mother and by her close relationship with her Son. The Blessed Virgin is the woman of faith who made room for God in her heart and in her plans; she is the believer capable of perceiving in the gift of her Son the coming of that “fullness of time”(Gal 4:4) in which God, by choosing the humble path of human existence, entered personally into the history of salvation. That is why Jesus cannot be understood without his Mother.
Likewise inseparable are Christ and the Church; the salvation accomplished by Jesus cannot be understood without appreciating the motherhood of the Church. To separate Jesus from the Church would introduce an “absurd dichotomy”, as Blessed Paul VI wrote (Evangelii Nuntiandi, 16). It is not possible “to love Christ but without the Church, to listen to Christ but not the Church, to belong to Christ but outside the Church” (ibid.). For the Church is herself God’s great family, which brings Christ to us. Our faith is not an abstract doctrine or philosophy, but a vital and full relationship with a person: Jesus Christ, the only-begotten Son of God who became man, was put to death, rose from the dead to save us, and is now living in our midst. Where can we encounter him? We encounter him in the Church. It is the Church which says today: “Behold the Lamb of God”; it is the Church, which proclaims him; it is in the Church that Jesus continues to accomplish his acts of grace which are the sacraments.
This, the Church’s activity and mission, is an expression of her motherhood. For she is like a mother who tenderly holds Jesus and gives him to everyone with joy and generosity. No manifestation of Christ, even the most mystical, can ever be detached from the flesh and blood of the Church, from the historical concreteness of the Body of Christ. Without the Church, Jesus Christ ends up as an idea, a moral teaching, a feeling. Without the Church, our relationship with Christ would be at the mercy of our imagination, our interpretations, our moods.
Dear brothers and sisters! Jesus Christ is the blessing for every man and woman, and for all of humanity. The Church, in giving us Jesus, offers us the fullness of the Lord’s blessing. This is precisely the mission of the people of God: to spread to all peoples God’s blessing made flesh in Jesus Christ. And Mary, the first and most perfect disciple of Jesus, the model of the pilgrim Church, is the one who opens the way to the Church’s motherhood and constantly sustains her maternal mission to all mankind. Mary’s tactful maternal witness has accompanied the Church from the beginning. She, the Mother of God, is also the Mother of the Church, and through the Church, the mother of all men and women, and of every people.
May this gentle and loving Mother obtain for us the Lord’s blessing upon the entire human family. On this, the World Day of Peace, we especially implore her intercession that the Lord may grant peace in our day; peace in hearts, peace in families, peace among the nations. The message for the Day of Peace this year is “No Longer Slaves, but Brothers and Sisters”. All of us are called to be free, all are called to be sons and daughters, and each, according to his or her own responsibilities, is called to combat modern forms of enslavement. From every people, culture and religion, let us join our forces. May he guide and sustain us, who, in order to make us all brothers and sisters, became our servant. :
Spagnolo
Vuelven hoy a la mente las palabras con las que Isabel pronunció su bendición sobre la Virgen Santa: «¡Bendita tú entre las mujeres, y bendito el fruto de tu vientre! ¿Quién soy yo para que me visite la madre de mi Señor?» (Lc 1,42-43).
Esta bendición está en continuidad con la bendición sacerdotal que Dios había sugerido a Moisés para que la transmitiese a Aarón y a todo el pueblo: «El Señor te bendiga y te proteja, ilumine su rostro sobre ti y te conceda su favor. El Señor te muestre su rostro y te conceda la paz» (Nm 6,24-26). Con la celebración de la solemnidad de María, Madre de Dios, la Iglesia nos recuerda que María es la primera destinataria de esta bendición. Se cumple en ella, pues ninguna otra criatura ha visto brillar sobre ella el rostro de Dios como María, que dio un rostro humano al Verbo eterno, para que todos lo puedan contemplar.
Además de contemplar el rostro de Dios, también podemos alabarlo y glorificarlo como los pastores, que volvieron de Belén con un canto de acción de gracias después de ver al niño y a su joven madre (cf. Lc 2,16). Ambos estaban juntos, como lo estuvieron en el Calvario, porque Cristo y su Madre son inseparables: entre ellos hay una estrecha relación, como la hay entre cada niño y su madre. La carne de Cristo, que es el eje de la salvación (Tertuliano), se ha tejido en el vientre de María (cf. Sal 139,13). Esa inseparabilidad encuentra también su expresión en el hecho de que María, elegida para ser la Madre del Redentor, ha compartido íntimamente toda su misión, permaneciendo junto a su hijo hasta el final, en el Calvario.
María está tan unida a Jesús porque él le ha dado el conocimiento del corazón, el conocimiento de la fe, alimentada por la experiencia materna y el vínculo íntimo con su Hijo. La Santísima Virgen es la mujer de fe que dejó entrar a Dios en su corazón, en sus proyectos; es la creyente capaz de percibir en el don del Hijo el advenimiento de la «plenitud de los tiempos» (Ga 4,4), en el que Dios, eligiendo la vía humilde de la existencia humana, entró personalmente en el surco de la historia de la salvación. Por eso no se puede entender a Jesús sin su Madre.
Cristo y la Iglesia son igualmente inseparables, y no se puede entender la salvación realizada por Jesús sin considerar la maternidad de la Iglesia. Separar a Jesús de la Iglesia sería introducir una «dicotomía absurda», como escribió el beato Pablo VI (cf. Exhort. ap. N. Evangelii nuntiandi, 16). No se puede «amar a Cristo pero sin la Iglesia, escuchar a Cristo pero no a la Iglesia, estar en Cristo pero al margen de la Iglesia» (ibíd.). En efecto, la Iglesia, la gran familia de Dios, es la que nos lleva a Cristo. Nuestra fe no es una idea abstracta o una filosofía, sino la relación vital y plena con una persona: Jesucristo, el Hijo único de Dios que se hizo hombre, murió y resucitó para salvarnos y vive entre nosotros. ¿Dónde lo podemos encontrar? Lo encontramos en la Iglesia. Es la Iglesia la que dice hoy: «Este es el Cordero de Dios»; es la Iglesia quien lo anuncia; es en la Iglesia donde Jesús sigue haciendo sus gestos de gracia que son los sacramentos.
Esta acción y la misión de la Iglesia expresa su maternidad. Ella es como una madre que custodia a Jesús con ternura y lo da a todos con alegría y generosidad. Ninguna manifestación de Cristo, ni siquiera la más mística, puede separarse de la carne y la sangre de la Iglesia, de la concreción histórica del Cuerpo de Cristo. Sin la Iglesia, Jesucristo queda reducido a una idea, una moral, un sentimiento. Sin la Iglesia, nuestra relación con Cristo estaría a merced de nuestra imaginación, de nuestras interpretaciones, de nuestro estado de ánimo.
Queridos hermanos y hermanas. Jesucristo es la bendición para todo hombre y para toda la humanidad. La Iglesia, al darnos a Jesús, nos da la plenitud de la bendición del Señor. Esta es precisamente la misión del Pueblo de Dios: irradiar sobre todos los pueblos la bendición de Dios encarnada en Jesucristo. Y María, la primera y perfecta discípula de Jesús, modelo de la Iglesia en camino, es la que abre esta vía de la maternidad de la Iglesia y sostiene siempre su misión materna dirigida a todos los hombres. Su testimonio materno y discreto camina con la Iglesia desde el principio. Ella, la Madre de Dios, es también Madre de la Iglesia y, a través de la Iglesia, es Madre de todos los hombres y de todos los pueblos.
Que esta madre dulce y premurosa nos obtenga la bendición del Señor para toda la familia humana. De manera especial hoy, Jornada Mundial de la Paz, invocamos su intercesión para que el Señor nos de la paz en nuestros días: paz en nuestros corazones, paz en las familias, paz entre las naciones. Este año, en concreto, el mensaje para la Jornada Mundial de la Paz lleva por título: «No más esclavos, sino hermanos». Todos estamos llamados a ser libres, todos a ser hijos y, cada uno de acuerdo con su responsabilidad, a luchar contra las formas modernas de esclavitud. Desde todo pueblo, cultura y religión, unamos nuestras fuerzas. Que nos guíe y sostenga Aquel que para hacernos a todos hermanos se hizo nuestro servidor.
Portoghese
Hoje voltam à mente as palavras com que Isabel pronunciou a sua bênção sobre a Virgem Santa: «Bendita és Tu entre as mulheres e bendito é o fruto do teu ventre. E donde me é dado que venha ter comigo a mãe do meu Senhor?» (Lc 1,42-43).
Esta bênção está em continuidade com a bênção sacerdotal que Deus sugerira a Moisés para que a transmitisse a Aarão e a todo o povo: «O Senhor te abençoe e te guarde! O Senhor faça brilhar sobre ti a sua face e te favoreça. O Senhor volte para ti a sua face e te dê a paz» (Nm 6,24-26). Ao celebrara solenidade de Santa Maria, Mãe de Deus, a Igreja recorda-nos que Maria é a primeira destinatária desta bênção. N’Ela tem a sua realização perfeita: na verdade, mais nenhuma criatura viu brilhar sobre si a face de Deus como Maria, que deu umaface humana ao Verbo eterno, para que todos nós O pudéssemos contemplar.
E, para além de contemplar a face de Deus, podemos também louvá-Lo e glorificá-Lo como os pastores, que regressaram de Belém com um cântico de agradecimento depois de ter visto o Menino e a sua jovem mãe (cf. Lc 2, 16). Estavam juntos, como juntos estiveram no Calvário, porque Cristo e sua Mãe são inseparáveis: há entre ambos uma relação estreitíssima, como aliás entre cada filho e sua mãe. A carne de Cristo – que é charneira da nossa salvação (Tertuliano) – foi tecida no ventre de Maria (cf. Sal 139/138,13). Tal inseparabilidade é significada também pelo facto de Maria, escolhida para ser Mãe do Redentor, ter compartilhado intimamente toda a sua missão, permanecendo junto do Filho até ao fim no calvário.
Maria está assim tão unida a Jesus, porque recebeu d’Ele o conhecimento do coração, o conhecimento da fé, alimentada pela experiência materna e pela união íntima com o seu Filho. A Virgem Santa é a mulher de fé, que deu lugar a Deus no seu coração, nos seus projectos; é a crente capaz de individuar no dom do Filho a chegada daque la«plenitude do tempo» (Gl 4,4) na qual Deus, escolhendo o caminho humilde da existência humana, entrou pessoalmente no sulco da história da salvação. Por isso, não se pode compreender Jesus sem a sua Mãe.
Igualmente inseparáveis são Cristo e a Igreja, e não se pode compreender a salvação realizada por Jesus sem considerar a maternidade da Igreja. Separar Jesus da Igreja seria querer introduzir uma «dicotomia absurda», como escreveu o Beato Paulo VI (cf. Exort. ap. Evangelii nuntiandi, 16). Não é possível «amar a Cristo, mas sem amar a Igreja, ouvir Cristo mas não a Igreja, ser de Cristo mas fora da Igreja» (Ibid., 16). Na verdade, é precisamente a Igreja, a grande família de Deus, que nos traz Cristo. A nossa fé não é uma doutrina abstracta nem uma filosofia, mas a relação vital e plena com uma pessoa: Jesus Cristo, o Filho unigénito de Deus que Se fez homem, morreu e ressuscitou para nos salvar e que está vivo no meio de nós. Onde podemos encontrá-Lo? Encontramo-Lo na Igreja. É a Igreja que diz hoje: «Eis o Cordeiro de Deus»; é a Igreja que O anuncia; é na Igreja que Jesus continua a realizar os seus gestos de graça que são os sacramentos.
Esta acção e missão da Igreja exprimem a sua maternidade. Na verdade, ela é como uma mãe que guarda Jesus com ternura, e O dá a todos com alegria e generosidade. Nenhuma manifestação de Cristo, nem sequer a mais mística, pode jamais ser separada da carne e do sangue da Igreja, da realidade histórica concreta do Corpo de Cristo. Sem a Igreja, Jesus Cristo acaba por ficar reduzido a uma ideia, a uma moral, a um sentimento. Sem a Igreja, a nossa relação com Cristo ficaria à mercê da nossa imaginação, das nossas interpretações, dos nossos humores.
Amados irmãos e irmãs! Jesus Cristo é a bênção para cada homem e para a humanidade inteira. Ao dar-nos Jesus, a Igreja oferece-nos a plenitude da bênção do Senhor. Esta é precisamente a missão do povo de Deus: irradiar sobretodos os povos a bênção de Deus encarnada em Jesus Cristo. E Maria, a primeira e perfeita discípula de Jesus, modelo da Igreja em caminho, é Aquela que abre esta estrada de maternidade da Igreja e sempre sustenta a sua missão materna destinada a todos os homens. O seu testemunho discreto e materno caminha com a Igreja desde as origens. Ela, Mãe de Deus, é também Mãe da Igreja e, por intermédio dela, é Mãe de todos os homens e de todos os povos.
Que esta Mãedoce e carinhosa nos obtenha a bênção do Senhor para a família humana inteira! Hoje, Dia Mundial da Paz, invoquemos de modo especial a sua intercessão para que o Senhor dê paz a estes nossos dias: paz nos corações, paz nas famílias, paz entre as nações. Este ano, a mensagem especial para o Dia Mundial da Pazreza: «Já não escravos, mas irmãos». Todos somos chamados a ser livres, todos chamados a ser filhos; e cada um chamado, segundo as próprias responsabilidades, a lutar contra as formas modernas de escravidão. Nós todos, de cada nação, cultura e religião, unamos as nossas forças. Que nos guie e sustente Aquele que, para nos tornar irmãosa todos, Se fez nosso servo!