sabato 14 marzo 2015

Dare consolazione a ogni uomo e ogni donna del nostro tempo

di Mario Adinolfi
“Nessuno può essere escluso dalla misericordia di Dio, tutti conoscono la strada per accedervi e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte permangono spalancate”. Che bello l’annuncio di Papa Francesco, che speranza grande che si apre nel cuore dei cristiani con l’Anno Santo della Misericordia che prenderà il via il prossimo 8 dicembre, a cinquant’anni dalla fine del Concilio Vaticano II.
Siamo rimasti sorpresi, spiazzati, anche in redazione. Avevamo la notizia (embargata, come si dice in gergo, cioè vincolata a una diffusione alle ore 17) e scorreva adrenalina, un’emozione rara. Aspettavamo le parole del Papa e sono state di una chiarezza meravigliosa: “Tutta la Chiesa potrà trovare in questo Giubileo la gioia per riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale tutti siamo chiamati a dare consolazione a ogni uomo e ogni donna del nostro tempo. Lo affidiamo fin d’ora alla Madre della Misericordia, perché rivolga a noi il suo sguardo e vegli sul nostro cammino”. Maria vegli davvero su questo percorso, un cammino non facile, che però la Chiesa affronta con il piglio di un organismo vivo, forte, credibile. Fino al 26 novembre 2016 il Giubileo straordinario sarà una grande occasione di incontro e di crescita, per i cristiani tutti e non solo.

Tutti davvero siamo chiamati a dare consolazione a ogni uomo e ogni donna del nostro tempo. Mi pare un compito da far tremare le vene dei polsi, ma questo è l’invito del Papa e noi dovremo essere conseguenti. Il compito è faticoso perché grande è il dolore che scorre in questo tempo confuso che attraversiamo appesantiti da numerosi fardelli: la schiavitù dell’apparenza, l’incapacità di determinare con nettezza gli elementi identitari, il turbinio di opinioni spesso sconclusionate che tolgono certezze in particolare ai più deboli. Tutto questo innestato ai mali endemici, ormai quasi connaturati all’uomo contemporaneo: la povertà, la violenza, la guerra, lo scarso valore assegnato alla vita umana, la violabilità di ogni valore, anche il più basico, come la tutela dei diritti dei più deboli a partire dalle donne e dai bambini, dagli anziani e dai malati.
In un clima permeato da quella “globalizzazione dell’indifferenza” contro cui Francesco ci ha sempre messo in guardia, rimproverando ad una società contemporanea divenuta “vile” quella che lui chiama la “cultura dello scarto”, i cristiani saranno chiamati ad un compito supremo: dare consolazione a ogni uomo e ogni donna del nostro tempo. Sarà una gioia e una fatica. Sarà il Giubileo vivo di una Chiesa viva.
Prepariamoci adeguatamente. Il percorso verso l’8 dicembre sia ricco di momenti di riflessione importante e non irrilevante saranno due tappe per i cattolici anche italiani: l’Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana nella seconda metà di maggio e il Sinodo sulla famiglia di ottobre. La Chiesa italiana, i suoi vescovi, i ventotto milioni di italiani che sono padri o madri, saranno in qualche modo chiamati a dare risposte. Sono le ultime settimane utili per inviare ad esempio quelle ai quarantasei quesiti su cui sarà poi costruito l’Instrumentum Laboris per il prossimo Sinodo. I cattolici italiani si producano in uno sforzo e rispondano. Anche noi come redazione de La Croce lo stiamo facendo.
Sono e resto convinto, infatti, che la sfida che ci chiede il Papa con questo Giubileo straordinario, l’apertura e l’incontro dialogante con tutti, possa nascere solo da una definizione chiara dell’identità dell’essere Chiesa. Consolo e accolgo, se so chi sono e in quale casa abito. La scelta di Francesco di aprire l’Anno Santo della Misericordia nel cinquantenario della fine del Concilio Vaticano II dà una risposta chiara: siamo la Chiesa della continuità dottrinale, capace di rinnovare senza mai rinnegare. Siamo la Chiesa di Giovanni XXIII, di Paolo VI, di San Giovanni Paolo II, di Papa Benedetto XVI. Siamo la Chiesa di Francesco. Una Chiesa viva, aperta al mondo, sorridente e innamorata di ogni uomo e di ogni donna. Pronti a curarne il dolore, partendo dal nostro, guardando prima di tutto le nostre proprie ferite e affidandole alla Misericordia del Signore nell’Anno Santo che un Papa venuto dall’altra parte del mondo ha donato al mondo intero.
14/03/2015 La Croce quotidiana
*Il Papa indice un Anno santo della Misericordia
di Massimo Introvigne

Ieri a sorpresa Papa Francesco ha annunciato un Giubileo, un Anno Santo straordinario consacrato alla misericordia che inizierà l'8 dicembre 2015 e finirà il 20 novembre 2016. In realtà, tutti i Giubilei hanno al centro la misericordia, da quelli antichi degli Ebrei che ogni cinquant'anni lasciavano riposare la terra, condonavano i debiti e liberavano gli schiavi a quelli moderni introdotti nel 1300 da Bonifacio VIII che collegano il pellegrinaggio alle basiliche romane all'indulgenza plenaria. 
Nell'omelia della celebrazione penitenziale che ha aperto le «Ventiquattro ore per il Signore» Francesco è tornato sul tema prediletto della misericordia. «Dio - ha detto - non cessa mai di mostrare la ricchezza della sua misericordia nel corso dei secoli». Partendo dal brano evangelico della donna peccatrice che lava i piedi di Gesù e li asciuga con i suoi capelli, il Papa ha insistito sull'amore di Dio, che non nega la giustizia ma incontra la persona nella misericordia tramite l'amore. «C’è l’amore della donna peccatrice che si umilia davanti al Signore; ma prima ancora c’è l’amore misericordioso di Gesù per lei, che la spinge ad avvicinarsi». La peccatrice con i suoi gesti «parla di amore ed esprime il suo desiderio di avere una certezza incrollabile nella sua vita: quella di essere stata perdonata. E questa certezza è bellissima. E Gesù le dà questa certezza: accogliendola le dimostra l’amore di Dio per lei, proprio per lei! Dio le perdona molto, tutto, perché "ha molto amato"».  Per questa donna «non ci sarà nessun giudizio se non quello che viene da Dio, e questo è il giudizio della misericordia. Il protagonista di questo incontro è certamente l’amore, la misericordia, che va oltre la giustizia», pur senza negarla
Il fariseo dell’episodio «non riesce a trovare la strada dell’amore» perché «invoca solo la giustizia e facendo così sbaglia. Il suo giudizio sulla donna lo allontana dalla verità e non gli permette neppure di comprendere chi è il suo ospite. Si è fermato alla superficie, non è stato capace di guardare al cuore». Vale anche per noi. «Il richiamo di Gesù spinge ognuno di noi a non fermarsi mai alla superficie delle cose, soprattutto quando siamo dinanzi a una persona. Siamo chiamati a guardare oltre, a puntare sul cuore per vedere di quanta generosità ognuno è capace». «Nessuno – ha ripetuto Francesco – può essere escluso dalla misericordia di Dio; tutti conoscono la strada per accedervi e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte permangono spalancate, conclude il Papa, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono».
Il perdono segue naturalmente la consapevolezza del peccato: se non ci fosse il peccato, non cisarebbe nulla da perdonare. E chi più o meno maliziosamente confonde la misericordia con una assurda negazione del peccato dimentica spesso che Francesco è il Papa della confessione, di cui parla spessissimo: e i Giubilei sono sempre grandi occasioni di rilancio della confessione. «Uscendo dal confessionale – ha detto ieri Francesco nell’omelia in cui ha annunciato l’Anno Santo - sentiremo la sua forza che ridona la vita e restituisce l’entusiasmo della fede. Dopo la confessione saremo rinati».
È anche significativo il collegamento che il Papa vuole stabilire fra Anno Santo e nuova evangelizzazione. «Affido – ha concluso - l’organizzazione di questo Giubileo al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, perché possa animarlo come una nuova tappa del cammino della Chiesa nella sua missione di portare ad ogni persona il Vangelo della misericordia». Incontrare e «dare consolazione ad ogni uomo e ogni donna del nostro tempo». È la nuova evangelizzazione. È il Vangelo della misericordia. Sarà il cuore dell’Anno Santo.

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Il Papa: un Anno Santo della Misericordia «Non ci stanchiamo di chiedere perdono» 
 Avvenire 
(Stefania Falasca) «Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia. Lo vogliamo (...)

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In surprise move, Pope Francis declares a Holy Year of Mercy 
 Crux 
(Inés San Martín) Already regarded by many as the “Pope of Mercy,” Francis offered another motive for the title with the surprise announcement on Friday of an extraordinary Holy Year of Mercy, saying he wants to make it evident that the Church’s mission is as a witness of compassion. (...)