domenica 30 agosto 2015

Cattolici ed evangelici, l'ecumenismo dello Spirito

Convocazione di Rinnovamento nello Spirito


di Enrico Cattaneo

Pubblichiamo una riflessione sul rapporto tra cattolici ed evangelici che nasce da un volume appena pubblicato di Carlo Colonna sj, Cattolici ed Evangelici insieme: è possibile? Un discernimento spirituale su antichi Dissensi e nuovi Consensi, Sapienza e Vita Editrice, Pozzuoli (NA) 2015.  
Nel luglio del 2014 papa Francesco ha fatto visita alla comunità evangelica di Caserta, guidata dal pastore Traettino. È stato un avvenimento che ha sorpreso molti, ma non chi già era a conoscenza dei contatti del vescovo Bergoglio con lo stesso pastore Traettino e con altri pastori e gruppi evangelici dell’America Latina. Dall’altro lato si sa che i movimenti cristiani evangelici stanno avendo un grande impatto proprio nella cattolica America del Sud, sottraendo fedeli alle parrocchie. 
Gli “evangelici” sono nati dal protestantesimo classico, ne hanno adottato tutti i dogmi basilari (sola Scrittura, sola fede, sola grazia, solo Cristo), ma in più hanno assorbito il rinnovamento pentecostale, dove è essenziale la conversione, e quindi la “nuova nascita” mediante l’effusione dello Spirito Santo, con il conseguente esercizio dei carismi (glossolalia, profezia, guarigioni, ecc.), sia nella preghiera di gruppo, sia nell’evangelizzazione. Ora questo rinnovamento pentecostale da quasi cinquant’anni è penetrato anche nella Chiesa cattolica, suscitando un notevole risveglio spirituale. Da qui la possibilità di un contatto e di un dialogo con le comunità evangeliche. 
Tuttavia non tutti gli evangelici sono disposti a tale dialogo. In effetti, la maggioranza di essi continua ad essere fortemente anti-cattolica, cioè continua a vedere nel cattolicesimo una grave deviazione dalla purezza dell’evangelo. Essi considerano le aperture ecumeniche della Chiesa cattolica come un tentativo di assorbire il maggior numero possibile di persone, come un polipo che allunga i suoi tentacoli per stringere tutti in un abbraccio che per loro è mortale. Perciò essi mettono in guardia i loro fedeli, perché stiano lontani dai cattolici. “Il lupo perde il pelo, ma non il vizio”, dice un antico proverbio. Così i cattolici - dicono loro - con il Concilio Vaticano II hanno assunto un linguaggio più biblico, ma non hanno rinnegato nulla del loro cattolicesimo. 
Tuttavia c’è un piccolo numero di evangelici, come il pastore Traettino, i quali, pur professandosi evangelici, cioè non-cattolici, tuttavia non sono “anti-cattolici”, perché riconoscono nei cattolici dei “fratelli” nei quali lo Spirito opera e con i quali si può essere in comunione, sia pure in modo imperfetto.

Il dialogo dunque non è facile, ma è possibile. L’invito che facciamo agli evangelici anti-cattolici è quello di superare il vecchio armamentario polemico e cercare di conoscere meglio che cos’è il cattolicesimo. Cerchiamo anche tutti di comprendere meglio la Bibbia. Questo vale certamente per i cattolici, ma forse vale anche per i fratelli evangelici. La Sacra Scrittura è una realtà molto più profonda di quella data da una interpretazione esclusivamente letterale. Gli evangelici fanno coincidere la Parola di Dio con il senso letterale della Bibbia, ma questa posizione non regge: se è vero infatti che ci sono nella Scrittura molte parole chiare ed evidenti di per sé, ce ne sono però tante altre che esigono una interpretazione, e queste interpretazioni possono essere molte e anche in conflitto tra di loro. Come distinguere le interpretazioni che arricchiscono la fede da quelle che la sviano? 
Alcuni evangelici vedono inoltre nella teologia cattolica dell’et-et (fede e opere, natura e grazia, ecc.) una forma di sincretismo incompatibile con l’evangelo. E se fosse invece quella che meglio rende conto di tutti i dati biblici? Bisogna certamente riconoscere che non tutti gli et-et sono buoni. La Bibbia stessa ne denuncia alcuni, per cui, ad esempio, non si possono tenere insieme Dio e mammona (Mt 6,24), pietà e ostentazione (Mt 6,5), preghiera e mancanza di perdono (Mt 6,15), grazia e peccato (Rm 6,1), essere figlio e schiavo (Rm 8,15). Questi sono i binomi veramente incompatibili. Ma il binomio cattolico di Scrittura e Tradizione (nella quale è incluso il Magistero), è proprio da rigettare o non è forse quello che salvaguarda meglio proprio la sacra Scrittura e impedisce di cadere nel fondamentalismo? Così noi cattolici siamo convinti che tutta la dottrina cattolica ha un fondamento biblico, anche se non subito evidente. E da parte loro i fratelli evangelici potranno scoprire che tante cose del cattolicesimo, che essi ritengono non-bibliche, in realtà sono nella Bibbia!
È vero che noi cattolici a volte sembriamo far di tutto per mostrare il nostro aspetto più criticabile, come   certe manifestazioni legate a statue, santi, pellegrinaggi, cerimonie, ecc., però il cattolicesimo non è solo questo. È una realtà molto più complessa. È vero che ci sono tanti cattolici che non sono “convertiti”, ma chi siamo noi per giudicarli? Guardiamo anche alla nostra storia personale: nessuno di noi è “nato” cristiano, ma lo siamo “diventati” grazie alla nostra accettazione del Signore Gesù, anche se questa adesione è arrivata dopo un tempo di incredulità e forse anche di peccato. Come il Signore ha avuto pazienza con noi, così anche noi dobbiamo avere pazienza con gli altri, pure se non sono ancora fratelli in Cristo.
Noi crediamo che l’unica Chiesa di Cristo si conserva nella sua pienezza solo nella Chiesa cattolica, quella cioè che è in comunione con il successore dell’apostolo Pietro, morto martire a Roma. Noi crediamo che tanti elementi di santificazione e di grazia si trovano anche al di fuori della Chiesa cattolica. Noi crediamo che lo Spirito Santo assiste la Chiesa cattolica perché rimanga quel “sale della terra” e quella “luce del mondo” perché chiunque voglia, a qualunque popolo appartenga, possa venire e riposarsi sui suoi rami. Noi crediamo che il cammino verso l’unità è voluto da Cristo e sarà attuato dallo Spirito Santo.
Diciamo ai fratelli evangelici: va bene, voi con il vostro puro Evangelo siete i “forti”, noi con i nostri et-etsiamo i “deboli” (cf. Rm 15,1). Però lasciateci la libertà di essere deboli in Cristo! Lasciateci la libertà di venerare la Madre del Signore (cf. Lc 1,43), e di proclamarla beata con tutte le generazioni (cf. Lc 1,48). Se ella ha trovato grazia agli occhi di Dio (cf. Lc 1,30), perché non dovrebbe trovarla anche ai nostri occhi? Siamo noi più sapienti di Dio? Lasciateci la libertà di onorare i servi del Signore, dal momento che anche il Padre li onora (cf. Gv 12,26). State attenti che anche la Bibbia può diventare un idolo. A che serve dire: “Purezza dell’evangelo! Purezza dell’evangelo! Purezza dell’evangelo!”, se poi alla fine vi sentirete dire: «Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità» (Mt 7,23)? Dunque, siamo tutti sulla stessa barca.
L’ecumenismo dello Spirito è quello guidato direttamente dallo Spirito Santo, che ha operato fin dalle origini della Chiesa apostolica. Infatti, i primi discepoli, che erano tutti ebrei, non sapevano come annunciare il vangelo ai non-ebrei. Fu lo Spirito che condusse Pietro in casa di un non-ebreo, il centurione Cornelio, e mentre Pietro parlava, il cuore di quei pagani si aprì alla fede nel Signore Gesù e lo Spirito discese su di loro, con grande meraviglia dei credenti giudei. Allora Pietro disse: “Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo” (At 10,47). C’era la fede, c’era il dono dello Spirito: non bastavano? che cosa mancava? Mancava il battesimo nell’acqua, il segno sensibile ed efficace della loro nuova nascita (ecco l’et-et cattolico!). I fratelli di Gerusalemme furono sconvolti da questa notizia e chiesero spiegazioni a Pietro. Solo alla fine «si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: ‘Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita’» (At 11,18).
Analogamente, anche oggi è l’azione dello Spirito che crea la base dell’unità. Quando i cattolici hanno visto gli evangelici pregare, si sono aperti i loro occhi e hanno detto: “Dunque anche i protestanti amano il Signore Gesù e hanno i doni dello Spirito!”. E quando gli evangelici hanno visto pregare i cattolici-carismatici, si sono aperti i loro occhi e hanno esclamato: “Dunque anche i cattolici amano il Signore Gesù e hanno i doni dello Spirito!”. Questo è il punto di partenza, l’ “ecumenismo spirituale” che toglie quella “inimicizia religiosa” che è stata accumulata da secoli di polemiche, di lotte, di condanne reciproche. Il superamento di questo pathos negativo permette anche di guardare ai problemi teologici con più serenità. E qui occorre certamente anche lo studio, la riflessione, non esclusa la preghiera. Ci deve essere anche un “ecumenismo dottrinale”, che ha già fatto alcuni passi significativi, come con la Dichiarazione congiunta cattolico-luterana sulla dottrina della giustificazione. 
Alla fine ci possiamo porre la domanda: è possibile un “cattolicesimo evangelico” o persino un “evangelismo cattolico”? Se sì, esso non sarà opera di uomini, ma dello Spirito di Dio, e partirà dall’incontro con Cristo, Signore della storia e della mia vita. È lo Spirito che porterà i cristiani alla verità tutta intera e a quella piena comunione, anche visibile, per la quale il Signore Gesù ha voluto la sua Chiesa.