mercoledì 19 agosto 2015

Quando Cl (con Giussani) non era galantiniana



 Libertà e Persona
Oggi si assiste ad una trasformazione genetica del Movimento che più di tutti, nel recente passato, aveva proposto la fede come impegno concreto nel quotidiano. Il Movimento che ha avuto in Giovanni Paolo II, il papa della famiglia, e in Benedetto XVI, il papa avversario del relativismo e amante della ragione, i suoi due grandi protettori.
Un tempo Cl seguiva loro, aveva un rapporto privilegiato con mons. Biffi, Mons. Caffarra,
mons. Scola… tutti più o meno fedeli alla linea della fede come apertura alla realtà, anche quella politica e sociale; tutti impegnati in un vero dialogo con il mondo, cioè un dialogo che non ha paura di incontrare il mondo, e di scontrarsi con esso.
Oggi Cl segue la linea di Galantino, cita le sue frasi per giustificare la sua assenza il 20 giugno.
Ma questo crea incertezze, lacerazioni, tra gli stessi ciellini…
E’ una tristezza, ma la soluzione non è fingere che il problema non ci sia. Semmai tornare alla storia.
Della Chiesa, cui la attuale dirigenza di Cl si richiama, dimostrando una totale incomprensione di cosa furono e cosa fecero i primi cristiani, e di Cl stessa.
Lo faremo a puntate, pubbblicando dei documenti.
Il primo, quello in alto, è tratto dal libro di un testimone di I piano, Mons. Camisasca, intitolato: In cammino dentro il mondo. La storia di Cl. 
Vi si parla di “battaglia culturale, giuridca e politica“; vi si narra proprio l’impegno per la famiglia, con un sindacato di cui faceva parte Giuseppe Zola, anche oggi in I linea per un dialogo vero con il mondo: un dialogo franco, aperto, non “ad un tavolo” inesistente, come vorrebbe mons. Galantino, ma al tavolo della vita, della scuola, della piazza… Il dialogo che voleva il papa venuto dall’est, ladove proprio la famiglia era stato il bersaglio principale; laddove i cattolici avevano preso l’inziativa politica, con Solidarnosc, senza paura che ciò determinasse “scontri” (quelli che Galantino non vuole, a parole, ma crea ogni giorno con le sue dichiarazioni imprudenti e saccenti),  sicuri che avrebbe portato libertà e bene per tutti.