venerdì 15 marzo 2013

L'ultima cima


Costanza Miriano, ospite fissa di questo blog, ha ricevuto questa mail che ci ha colpito per i contenuti e per l’autentico entusiasmo

L' Ultima Cima
Cara Costanza,
mi chiamo Francesco e sono un ragazzo fiorentino di 29 anni. Da circa un anno e mezzo, mi sono imbattuto in qualcosa… diciamo meglio in una proposta che mi ha davvero cambiato il modo di vedere le cose. Sono in contatto con un regista spagnolo, Juan Manuel Cotelo, che nel 2009 ha creato una casa di produzione che si chiama Infinito+Uno.
Già il nome è tutto un programma. Sì perché questa casa di produzione è nata con l’unico scopo di parlare di un argomento noto a tutti, ma che disturba a molti: Dio. Che sia attraverso un film, un documentario, una pubblicità, alla fine del salmo, il protagonista è sempre Dio. Uno potrà pensare: “Certo che se tutte le volte che vedi un film di questi, il protagonista è sempre lo stesso… ne vedi uno, li vedi tutti!” Potenzialmente è così. Ma il regista in questione è uno di quei soggetti per i quali quando ci parli dici: “Cavolo, di questo se ne parlerà in futuro..”.
Nel 2010 è uscito il suo primo lungometraggio importante, L’Ultima Cima, che in Spagna ha avuto una diffusione e successo quasi virali. Come? Senza spendere praticamente 1€ in pubblicità, ma con il semplice passaparola. Uscito in 4 sale di Madrid, nel giro di 10 giorni è arrivato a 80 sale e dopo due settimane è salito a 168 sale in tutta la Spagna, in alcune delle quali è rimasto per 5 mesi in cartellone. Ha superato come numero di spettatori Sex & the City e Harry Potter, e tanto per aggiungere una notizia di poco conto, è diventato il documentario spagnolo più visto della storia del cinema iberico. Di cosa parla il film? Di un prete, Pablo Dominguez, che ha avuto come protagonista della sua vita sacerdotale Dio. Diremmo: “Per forza, chi volevi che avesse?” ma non è una cosa scontata, anche se dovrebbe essere così per tutti i consacrati.
Il 15 Febbraio del 2009 però, è successo qualcosa: durante una scalata in montagna, Pablo è caduto ed è morto. Il film, attraverso il racconto di parenti, amici, compagni di seminario, vescovi, gente lontana dalla Chiesa che lo conosceva, delinea una figura sacerdotale a cui le televisioni e i mass media ci hanno disabituato: un sacerdote innamorato della sua vocazione, ovvero di Cristo, che sapeva vedere il buono in tutte le situazioni, dico TUTTE, e riusciva a fare innamorare di Cristo chiunque incontrasse. Ovviamente in Italia questo film non è uscito e se ne sa nulla o poco. Per caso, un anno fa, ho scoperto questo titolo tramite un’amica che commentava una delle solite foto che girano su Facebook sull’anello del Papa che risolleverebbe le sorti del Terzo Mondo, del Pianeta e forse anche della Luna. Mi sono un po’ informato in rete.
Ho comprato il DVD in spagnolo e dopo aver finito di vedere il film, mi sono detto: “Questo deve uscire anche in Italia.” Mi sono messo di tutto punto a creare i sottotitoli in italiano (premetto che mia madre è colombiana, sennò non ci sarei riuscito davvero), ci ho messo anche parecchio, ma di fatto li ho scritti. Per arrivare al dunque: ho conosciuto il regista, mi ha voluto dare carta bianca per la diffusione del film e, dopo tante peripezie, il 16 di Marzo uscirà in anteprima nazionale in una sala di Firenze (TeatroLe Laudi  ore 21.00, e 17 marzo alle 17.00) . Credo che questo film sia una bomba atomica di grazia, sia dal punto di vista tecnico ma soprattutto dei contenuti, che non ti anticipo, perché il trailer è più esplicativo di tanti discorsi o critiche cinematografiche.
Mi piacerebbe che tutti riuscissero a vederlo nelle loro città anche qui da noi in Italia. E un sistema ci sarebbe: se in Spagna il passaparola è stato così efficace, forse anche il passaparola italiano potrà essere altrettanto contagioso? Comunque, scusa per il fiume di parole, ma nonostante io abbia bussato a 3.000 e abbia ricevuto solo portoni chiusi, non mi arrendo. Il valore quando è troppo è troppo, e in questo film ce n’è veramente tanto per stare fermi a goderne in solitudo.
Un cordiale saluto
Francesco