venerdì 15 aprile 2016

Risponde Papa Francesco



L'Introduzione è di Giovanni Maria Vian, direttore dell’«Osservatore Romano», che ricostruisce la storia di tutti i dialoghi dei pontefici con la stampa dal 1892 a oggi, 15 aprile 2016. "Jorge Mario Bergoglio, Risponde papa Francesco".

Tutte le interviste e le conferenze stampa, a cura di Giovanni Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano (Marsilio, pagine 368, euro 18) è il primo libro sul papa che devolve interamente i diritti d’autore a Francesco per le sue opere di carità, pubblicato in occasione del Giubileo straordinario della misericordia.
Risponde papa Francesco si legge come la più lunga intervista concessa dal pontefice: 86 giornalisti di tutte le nazionalità gli pongono quasi 600 domande. Il volume riporta fedelmente in ordine cronologico tutto ciò che Francesco, in quasi tre anni di pontificato, ha detto nel corso delle interviste rilasciate a singole testate e delle conferenze stampa tenute in aereo durante i viaggi apostolici.
Come ricorda Vian nell’introduzione, la prima intervista a un papa risale al 1892 con Leone XIII. Ma poi passano più di settant’anni per registrare quella nel 1965 a Paolo VI. E proprio Giovanni Battista Montini, primo pontefice a viaggiare in tutto il mondo, durante i voli papali inizia a incontrare i giornalisti.
Continuate dai suoi successori, conferenze stampa e interviste sono divenute con Bergoglio un nuovo efficacissimo modo di comunicare, in un linguaggio di facile comprensione. Quasi una moderna forma di catechesi.
La storia delle interviste papali è contrassegnata da una curiosa coincidenza. «In principio e alla fine (per il momento) ci sono due Caroline, entrambe giornaliste, entrambe francesi», scrive Vian nell’introduzione, datata Città del Vaticano, 5 novembre 2015. «In mezzo ben centoventitré anni di incontri, colloqui, interviste, conferenze stampa con il papa “felicemente regnante”, come usava dire sino a mezzo secolo fa. Era infatti domenica 31 luglio 1892 quando un’emozionatissima Caroline Rémy entrò nel Palazzo apostolico e fuammessa alla presenza di Leone XIII che le rilasciò un’intervista per “Le Figaro”, la prima nella storia del papato. Caroline Pigozzi di “Paris Match” ha invece incontrato Francesco venerdì 9 ottobre 2015 nella residenza, da quasi tre anni divenuta stabilmente papale, di Santa Marta».
Della prima intervista con Caroline Rémy, alias Séverine, vera e propria pasionaria del giornalismo francese di fine Ottocento, un’ardente femminista che tra due matrimoni andati in frantumi ebbe altri due compagni e che intorno al 1885 era stata ritratta da Renoir, Vian osserva che si tratta di un testo di singolare bellezza letteraria, come appare da questo squarcio: «Sebbene il pontefice si esprima molto correttamente, molto elegantemente in francese, a ogni momento ritorna l’esclamazione italiana per eccellenza, “ecco!”, fa schioccare le sue due sillabe, come un leggero colpo di frusta che attiva o devia la conversazione. E le parole, docili, prendono il galoppo, biforcano, portano dove piace al Santo Padre andare».
Vian ricostruisce anche la storia dell’intervista che Giovanni XXIII concesse a Indro Montanelli alle otto di mattina del 22 marzo 1959, domenica delle Palme, e che però non fu mai pubblicata nella classica forma domanderisposte.
Montanelli si limitò a un articolo che uscì una settimana dopo, relegato in terza pagina su sei colonne, sul «Corriere della Sera» del 29 marzo, giorno di Pasqua.
Risponde papa Francesco raccoglie per la prima volta in forma stenografica il senso esatto delle più discusse dichiarazioni del pontefice, spesso apparse travisate o mutilate sui mass media, con il pregio di contestualizzarle. Basti pensare a quella rimasta più celebre ‐ «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?» ‐ scaturita da unadomanda posta da Ilze Scamparini, inviata dell’emittente televisiva brasiliana «Rede Globo», durante la conferenza stampa sul volo da Rio de Janeiro a Roma del 23 luglio 2013, che era preceduta e seguita da un più articolato ragionamento: «Lei parlava della lobby gay. Mah! Si scrive tanto della lobby gay. Io ancora non ho trovato chi mi dia la carta d’identità in Vaticano con “gay”. Dicono che ce ne sono. Credo che quando uno si trova con una persona così, deve distinguere il fatto di essere una persona gay, dal fatto di fare una
lobby, perché le lobby, tutte non sono buone. Quello è cattivo. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla? Il catechismo della Chiesa cattolica spiega in modo tanto bello questo, ma dice: “Non si devono emarginare queste persone per questo, devono essere integrate in società”. Il problema non è avere questa tendenza, no, dobbiamo essere fratelli, perché questo è uno, ma se c’è un altro, un altro.
Il problema è fare lobby di questa tendenza: lobby di avari, lobby di politici, lobby dei massoni, tante lobby. Questo è il problema più grave per me».
Alla luce degli avvenimenti successivi, alla ribalta della cronaca anche in questi giorni, un’anticipazione quasi profetica.
Ecco una selezione delle frasi papali contenute nel volume Risponde papa Francesco.
□ «Dobbiamo abituarci a essere normali. La normalità della vita».
(Conferenza stampa sul volo da Rio de Janeiro a Roma, Andrea Tornielli, LaStampa, 23 luglio 2013)
□ «Ognuno deve vivere come il Signore gli chiede di vivere. Ma l’austerità – un’austerità generale – credo sia necessaria per tutti noi che lavoriamo al servizio della Chiesa».
(Conferenza stampa sul volo da Rio de Janeiro a Roma, Philip Pulella, Reuters, 23 luglio 2013)
□ «C’è qualcosa che qualifica il mio rapporto con Benedetto: io gli voglio tanto bene. Sempre gli ho voluto bene. Per me è un uomo di Dio, un uomo umile, un uomo che prega. Io sono stato tanto felice quando lui è stato eletto papa. Io ho trovato una frase per dire questo: “È come avere il nonno a casa, ma il nonno saggio”».
(Conferenza stampa sul volo da Rio de Janeiro a Roma, Pablo Ordaz, El País, 23 luglio 2013)
□ «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?». (Conferenza stampa sul volo da Rio de Janeiro a Roma, Ilze Scamparini, Rede Globo, 23 luglio 2013) 
□ «A volte sono un po’ spregiudicato e non mi trattengo nel parlare, ma non importa...». (Intervista rilasciata il 6 marzo a Valentina Alazraki dell’emittente messicana Televisa, 12 marzo 2015) 
□ «Io non posso andare in Mercedes o in Bmw». (Intervista rilasciata il 6 marzo a Valentina Alazraki dell’emittente messicana Televisa, 12 marzo 2015) 
□ «Uso una Ford Focus blu. Un’automobile semplice, che potrebbe avere un impiegato normale». (Intervista rilasciata il 25 luglio a Rio de Janeiro a Gerson Camarotti dell’emittente televisiva Rede Globo) 
□ «Un giovane che non protesta non mi piace. Perché il giovane ha l’illusione dell’utopia, e l’utopia non è sempre negativa. L’utopia è respirare e guardare avanti». (Intervista rilasciata il 25 luglio a Rio de Janeiro a Gerson Camarotti dell’emittente televisiva Rede Globo) 
□ «Bisogna ascoltare i giovani, dare loro spazio ed espressione, e prendersi cura di loro perché non vengano manipolati». (Intervista rilasciata il 25 luglio a Rio de Janeiro a Gerson Camarotti dell’emittente televisiva Rede Globo) 
□ «Non sono mai stato di destra». (Intervista rilasciata a padre Antonio Spadaro, direttore del quindicinale La Civiltà Cattolica, 19 settembre 2013) 
□ «Io sono un peccatore. Questa è la definizione più giusta. E non è un modo di dire, un genere letterario. Sono un peccatore. Sì, posso forse dire che sono un po’ furbo, so muovermi, ma è vero che sono anche un po’ ingenuo». (Intervista rilasciata a padre Antonio Spadaro, direttore del quindicinale La Civiltà Cattolica, 19 settembre 2013) 
□ «La santità io la associo spesso alla pazienza: non solo la pazienza come hypomonè; il farsi carico degli avvenimenti e delle circostanze della vita, ma anche come costanza nell’andare avanti, giorno per giorno». (Intervista rilasciata a padre Antonio Spadaro, direttore del quindicinale La Civiltà Cattolica, 19 settembre 2013) 
□ «Il genio femminile è necessario nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti. La sfida oggi è proprio questa: riflettere sul posto specifico della donna anche proprio lì dove si esercita l’autorità nei vari ambiti della Chiesa». (Intervista rilasciata a padre Antonio Spadaro, direttore del quindicinale La Civiltà Cattolica, 19 settembre 2013) 
□ «In pittura ammiro Caravaggio: le sue tele mi piacciono. In musica amo Mozart. La strada di Fellini è il film che forse ho amato di più. Comunque in generale amo gli artisti tragici, specialmente i più classici». (Intervista rilasciata a padre Antonio Spadaro, direttore del quindicinale La Civiltà Cattolica, 19 settembre 2013) 
□ «Un maestro di vita per me è stato Dostoevskij, e quella sua domanda, esplicita e implicita, ha sempre girato nel mio cuore: perché soffrono i bambini? Non c’è spiegazione». (Intervista rilasciata il 10 dicembre ad Andrea Tornielli del quotidiano La Stampa, 15 dicembre 2013) 
□ «L’ideologia marxista è sbagliata». (Intervista rilasciata il 10 dicembre ad Andrea Tornielli del quotidiano La Stampa, 15 dicembre 2013) 
□ «Mi piace stare tra la gente, insieme a chi soffre, andare nelle parrocchie. Non mi piacciono le interpretazioni ideologiche, una certa mitologia di papa Francesco. Quando si dice per esempio che esce di notte dal Vaticano per andare a dar da mangiare ai barboni in via Ottaviano». (Intervista rilasciata a Ferruccio de Bortoli direttore del quotidiano Corriere della Sera, 5 marzo 2014) 
□ «Il papa è un uomo che ride, piange, dorme tranquillo e ha amici come tutti. Una persona normale». (Intervista rilasciata a Ferruccio de Bortoli direttore del quotidiano Corriere della Sera, 5 marzo 2014) 
□ «In seminario una ragazza mi fece girare la testa per una settimana». (Intervista rilasciata a Ferruccio de Bortoli direttore del quotidiano Corriere della Sera, 5 marzo 2014) 
□ «È una cosa buona, il dialogo con i propri sbagli, perché loro ti insegnano; e la cosa importante è che ti aiutano a diventare un po’ più umile, e l’umiltà fa tanto bene, tanto bene alla gente, a noi, ci fa tanto bene». (Intervista rilasciata il 31 marzo 2014 a un gruppo di giovani fiamminghi e trasmessa dall’emittente televisiva Vlaamse Radio‐en Televisieomroep del servizio pubblico belga)
□ «Dov’è il tuo tesoro? Questa è la domanda. Dove riposa il tuo cuore? Su quale tesoro riposa il tuo cuore? Perché là dov’è il tuo tesoro sarà la tua vita». (Intervista rilasciata il 31 marzo 2014 a un gruppo di giovani fiamminghi e trasmessa dall’emittente televisiva Vlaamse Radio‐en Televisieomroep» del servizio pubblico belga) 
□ «Ricordo che in Brasile mi avevano preparato una papamobile chiusa, con i vetri, ma io non posso salutare un popolo e dirgli che gli voglio bene dentro una scatola di sardine, pur se di cristallo. Per me questo è un muro». (Intervista rilasciata a Henrique Cymerman per il quotidiano catalano «La Vanguardia», 13 giugno 2014) 
□ «La dimensione di parroco è quella che mostra di più la mia vocazione. Servire la gente mi viene da dentro. Spengo la luce per non spendere troppi soldi, per esempio. Sono cose che fa un parroco». (Intervista rilasciata a Henrique Cymerman per il quotidiano catalano «La Vanguardia», 13 giugno 2014) 
□ «Non sono un illuminato. Non ho un progetto personale che ho portato sotto il braccio, semplicemente perché non ho mai pensato che mi avrebbero lasciato qui, in Vaticano. Lo sanno tutti. Ero venuto con una valigetta per tornare subito a Buenos Aires». (Intervista rilasciata a Henrique Cymerman per il quotidiano catalano «La Vanguardia», 13 giugno 2014) 
□ «Mi piace quando uno ricorda qualcuno e dice: “Era bravo, ha fatto quello che ha potuto, non è stato così male”. Mi basta questo». (Intervista rilasciata a Henrique Cymerman per il quotidiano catalano «La Vanguardia», 13 giugno 2014) 
□ «Le donne sono la cosa più bella che Dio ha fatto. La Chiesa è donna. Chiesa è una parola femminile. Non si può fare teologia senza questa femminilità». (Intervista rilasciata a Franca Giansoldati del quotidiano «Il Messaggero», 29 giugno 2014) 
□ «Campa e fa’ campa’». (Intervista rilasciata a Franca Giansoldati del quotidiano «Il Messaggero», 29 giugno 2014) 
□ «Una volta, ho letto un libro interessante, il titolo era: Rallegrati di essere nevrotico! Anch’io ho alcune nevrosi, ma bisogna trattarle bene, le nevrosi! Dare loro il mate ogni giorno…». (Conferenza stampa sul volo dalla Corea del Sud a Roma, 18 agosto 2014) 
□ «Tutte le persone possono cambiare. Anche le persone molto provate, tutti. Ne conosco alcune che si sono lasciate andare, che stavano buttando la loro vita e oggi si sono sposate, hanno una loro famiglia». (Intervista rilasciata il 7 febbraio a Jose Maria Di Paola per la rivista argentina «La Carcova News», 10 marzo 2015)
□ «Se ami qualcuno al punto di volerlo sposare, vale a dire, se vuoi consegnarti completamente, e non lo abbracci, non gli dai un bacio, non è vero amore. L’amore virtuale non esiste». (Intervista rilasciata il 7 febbraio a Jose Maria Di Paola per la rivista argentina «La Carcova News», 10 marzo 2015) 
□ «Mi piace parlare dei tre linguaggi: il linguaggio della testa, il linguaggio del cuore, il linguaggio delle mani. Ci deve essere armonia fra i tre». (Intervista rilasciata il 7 febbraio a Jose Maria Di Paola per la rivista argentina «La Carcova News», 10 marzo 2015) 
□ «Mi manca la tranquillità di camminare per le strade. O di andare in una pizzeria a mangiare una buona pizza». Intervista rilasciata il 21 maggio a Juan Berretta del quotidiano argentino «La Voz del Pueblo», 24 maggio 2015 
□ «Io ho un sonno molto profondo, mi metto a letto e mi addormento subito. Dormo sei ore. Normalmente alle nove sono a letto e leggo fino a quasi le dieci, quando mi inizia a lacrimare un occhio, allora spengo la luce e così resto fino alle quattro, quando mi sveglio da solo, e l’orologio biologico». (Intervista rilasciata il 21 maggio a Juan Berretta del quotidiano argentino «La Voz del Pueblo», 24 maggio 2015) 
□ «La televisione non la vedo dal 1990». (Intervista rilasciata il 21 maggio a Juan Berretta del quotidiano argentino «La Voz del Pueblo», 24 maggio 2015) 
□ «Preferisco non avere problemi con il dolore fisico. Sono molto intollerante, penso che sia una cosa che mi è rimasta dall’operazione al polmone che ho subìto quando avevo 19 anni». (Intervista rilasciata il 21 maggio a Juan Berretta del quotidiano argentino «La Voz del Pueblo» 24 maggio 2015) 
□ «Pubblicamente non piango. Mi è successo due volte di essere lì per farlo, ma sono riuscito a trattenermi» Intervista rilasciata il 21 maggio a Juan Berretta del quotidiano argentino «La Voz del Pueblo» 24 maggio 2015 
□ «Mi sento bisnonno. Oggi, nel congedarmi, un poliziotto, grande, avrà avuto 40 anni, mi ha detto: mi faccio un selfie. Gli ho detto: ma tu sei un adolescente!». (Conferenza stampa sul volo da Asunción a Roma, 12 luglio 2015) 
□ «L’Europa ancora non è morta. È un po’ nonnetta, ma può tornare a essere madre». (Intervista rilasciata l’8 settembre ad Aura Miguel dell’emittente portoghese «Rádio Renascença» 14 settembre 2015) 
□ «Il Signore si prenderà cura di me come si è preso cura di Pietro. Ma Pietro è morto crocifisso, per cui non so come finirò io». (Intervista rilasciata l’8 settembre ad Aura Miguel dell’emittente portoghese «Rádio Renascença» 14 settembre 2015)
Il Sismografo