mercoledì 26 marzo 2014

Francesco in Terra Santa




Nell’omelia del patriarca di Gerusalemme dei Latini per l’Annunciazione del Signore. 


Dalla sacra famiglia di Nazareth la forza per affrontare sfide e minacce all’unità
Quella che il Papa effettuerà dal 24 al 26 maggio in Terra Santa è una visita di «immensa importanza» perché Francesco è «un apostolo della carità, della pace, della riconciliazione» e «un amico dei poveri, dei più oppressi».

Non poteva non ricordare il prossimo pellegrinaggio del Pontefice il patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fouad Twal, che ieri, nell’omelia della messa per la solennità dell’Annunciazione del Signore, celebrata nell’omonima basilica a Nazareth, ha detto di attendere con gioia questa visita, «apostolica ed ecumenica, importante e ricca di significato». Un viaggio che avrà luogo cinquant’anni dopo quello di Paolo VI, protagonista, assieme al patriarca Atenagora, di uno storico incontro che «eliminò tanti ostacoli sulla strada dell’unità cristiana».
Twal ha sottolineato che il Papa vedrà il patriarca ecumenico Bartolomeo, tutti i patriarchi di Gerusalemme e i patriarchi cattolici del Vicino Oriente. «Francesco — ha poi aggiunto — rappresenta la coscienza risvegliata e la parola coraggiosa che richiede azioni e testimonia Cristo. Con semplicità, sorriso e umiltà, Francesco è l’apostolo della famiglia, il suo difensore, il difensore dei suoi diritti, della sua esistenza, dalla sua creazione all’eternità». Il Santo Padre «è anche l’apostolo della fede che non conosce paura né turbolenza. Viene qui come pellegrino, per unirsi alle nostre preghiere».
Nell’omelia, il patriarca di Gerusalemme dei Latini ha messo in evidenza che in Terra Santa «soffriamo e siamo tormentati a causa di numerose sfide. I nostri fratelli, in Siria, Iraq, Egitto, ma anche in Nigeria, Africa centrale e altrove, sono schiacciati da guerre e divisioni». Twal ha poi ricordato che quest’anno è dedicato alla famiglia, «pietra angolare della trasmissione della fede e del suo radicamento nel cuore dei fedeli». L’auspicio è che «la famiglia nel nostro Paese, nella nostra diocesi, resti unificata, unita dai legami della religione, della fede, della giustizia, e delle buone tradizioni ereditate dai nostri avi. Ma esistono tuttavia molte sfide che influenzano la famiglia, minacciando la sua stabilità e la sua coerenza. Sfide — ha precisato sua beatitudine — che vengono dall’interno, principalmente di natura politica, economica, religiosa, sociale e morale, altre dall’esterno, sotto forma di un modo di pensare nuovo, di vita nuovo, estranei alla nostra religione, alla nostra moralità, alle nostre abitudini, al nostro patrimonio». Un modo nuovo «che chiama all’emancipazione di ogni valore, che fa tabula rasa nei cuori e nello spirito degli uomini. Per tutte queste ragioni — ha detto — la Chiesa osserverà nell’ottobre prossimo un sinodo a Roma e rivolgerà la propria attenzione a queste sfide».
A Nazareth, tuttavia, «luogo santo, luogo della mistica Annunciazione, uniti alla santa famiglia, non abbiamo nulla da temere» e «vogliamo ribadire il nostro sostegno di fronte a queste sfide così come la nostra determinazione ad affrontarle, a superarle, con la forza di Colui il quale ha vinto il mondo e calpestato il male attraverso la sua croce e la sua risurrezione. Invito dunque tutti i figli della Terra Santa a compiere un pellegrinaggio a Nazareth, in quest’anno consacrato alla famiglia, per seguire l’esempio della santa famiglia. Qui a Nazareth tutto è cominciato», ha concluso il patriarca Twal, ricordando che «è il Nuovo Testamento che comincia con l’incarnazione del Figlio di Dio, venuto fra noi come salvatore, liberatore, messaggero di amore e di pace. È venuto qui per dissipare la paura e rendere la pace ai nostri cuori e al nostro spirito».
L'Osservatore Romano

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Papa in Terra Santa: Twal (Patriarca), “allontana ostacoli a unità”
SIR
 
“Una visita importante e significativa che allontana gli ostacoli sulla via dell’unità dei cristiani”. Da Nazareth, dove ieri ha celebrato la messa per la festa dell’Annunciazione, il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, è tornato a parlare della prossima visita(...)