lunedì 16 giugno 2014

Essere forti non è mai l’unica scelta possibile


fight-club
di Costanza Miriano
Qualche giorno fa mi è capitato di leggere una citazione da Fight Club, di Chuk Palahniuk: «Non sai mai quanto sei forte finché essere forte è l’unica scelta che hai». Effettivamente. Io mi autorappresento come una specie di impavida eroina, ma se c’è l’uscita di emergenza la infilo con disinvoltura.
Poi ci sono situazioni in cui non si può sfuggire, non si può infilare un’uscita d’emergenza: un figlio malato, il lavoro che manca, una mamma che muore, i nostri difetti, le debolezze che proprio non riescono a essere vinte. Bisogna stare lì, consistere. È lì che si vede di che stoffa siamo fatti.
Be’, io sono fatta di una stoffetta da due soldi, personalmente. Già lo so, e sinceramente mi eviterei la prova. La cosa bella è che noi cristiani lo possiamo dire serenamente: siamo di una stoffa debole, tutta rattoppata, che al primo attrito cede. Noi non siamo affatto meglio degli altri, di nessuno proprio. Solo, noi abbiamo una possibilità. Per noi non è come per quelli del Fight club, per noi essere forti non è mai l’unica scelta possibile. Noi possiamo sempre alzare lo sguardo e chiedere aiuto, guardare la nostra debolezza, riconoscerla, e chiedere a Gesù di prenderla su di sé.
D’altra parte, lui è quello che va ad aprire il sepolcro di Lazzaro e a tirarlo fuori dalla morte. Marta e Maria lo rimproverano, ma se il loro fratello, il caro amico del Signore, fosse stato vivo, lui non avrebbe fatto vedere la sua potenza. Ecco, credo che con noi voglia fare lo stesso: permette che moriamo, che facciamo vedere, prima di tutto a noi stessi, tutta la nostra debolezza, per tirarci fuori dalla morte. Questa prima di tutto è la buona notizia del tempo di Pasqua: non siamo mai noi che ci salviamo da soli, non siamo noi che dobbiamo essere forti, non siamo noi che ci tiriamo fuori dal sepolcro della nostra debolezza, del peccato, dei difetti. È un Altro. Essere forti per noi  non è mai l’unica scelta. Si può sempre essere deboli.
fonte: Credere