martedì 3 giugno 2014

Papa Francesco e il Rinnovamento nello Spirito Santo


"Lo Spirito Santo ci invita all'unità"

Allo Stadio Olimpico di Roma, davanti a 52mila persone, Salvatore Martinez chiude la 37° Convocazione del RnS nel segno della "Chiesa in uscita" auspicata da papa Francesco


Una grande festa della fede in un contesto e in un clima ‘sportivi’. La 37° Convocazione del Rinnovamento nello Spirito Santo ha rappresentato una delle più massicce risposte all’esortazione di papa Francesco per una Chiesa “in uscita”, dall’inizio del pontificato.
Era stato proprio il Santo Padre a rispondere positivamente al presidente nazionale di RnS, Salvatore Martinez, che lo scorso settembre l’aveva invitato alla Convocazione.
La due-giorni conclusasi ieri sera ha dunque segnato una triplice novità: prima Convocazione Nazionale a Roma, prima in uno stadio, prima alla presenza di un Papa.
Tra canti, balli, testimonianze, preghiere ed effusioni, l’evento si è svolto sostanzialmente secondo il copione degli anni precedenti a Rimini ma in una cornice straordinaria che ha amplificato all’ennesima potenza l’intensità di ogni singolo momento.
Sugli spalti dell’Olimpico, riempito per tre quarti (solo la Tribuna Tevere è rimasta vuota, poiché il palco d’onore le dava le spalle) non sono mancate né la ola, né lo sventolio di decine di migliaia di clap banner gialli da un lato e bianchi dall’altro, a richiamare i colori della Città del Vaticano.
La 37° Convocazione Nazionale del RnS si è confermata qualcosa di molto di più di un incontro tra membri di un movimento: è stata un momento di apertura e di amicizia tra tante persone che amano Cristo, sigillata dalla presenza e dall’incoraggiamento di illustri rappresentanti della Chiesa: padre Raniero Cantalamessa, i cardinali Angelo Comastri, Stanislaw Rylko e Agostino Vallini, monsignor Nunzio Galantino.
Senza trascurare i volti internazionali del RnS che hanno gettato uno sguardo carismatico e profetico sulla Chiesa di oggi: Patti Gallagher Mansfield, Ralph Martin, Gilberto Gomes Barbosa, Michelle Moran.
“La Chiesa si rinnova, la Chiesa è il Rinnovamento, Alleluja! – ha dichiarato Salvatore Martinez ieri pomeriggio, durante la relazione finale -. Usciamo da questa Convocazione con una dignità mai avuta, solo sognata, sperata, con la dignità dei figli di Dio ai quali è dato il potere dello Spirito, strettamente legato all'unzione dello Spirito. Vedano e sentano, allora, che questa effusione si è realizzata!”.
Esortando i 52mila convocati a “diventare protagonisti” della “Chiesa in uscita” auspicata da papa Francesco, Martinez ha rievocato le parole rivolte al pontefice domenica pomeriggio: “Si rallegri, Santo Padre, vogliamo fare dell’unità il segno della nostra credibilità ecclesiale!”.
Un’unità che non è sinonimo di omologazione, ha spiegato il presidente nazionale del RnS, usando la metafora culinaria del “frullato” e della “macedonia”, laddove nella seconda, a differenza del primo, gli ingredienti, pur mescolati ed amalgamati, mantengono intatto tutto il loro sapore.
Martinez ha anche richiamato la sollecitazione del Papa a fare in modo che le “organizzazioni” e le “sigle” del RnS “non prevalgano sulla grazia” e che il soffio dello Spirito possa effettivamente diventare una “corrente di grazia”.
“L’unità – ha proseguito Martinez - costa fatica. Spesso, pur con i migliori propositi, facciamo come Giona, andiamo per la via sbagliata. Tornando a casa, allora, valutiamo se siamo sulla via dell'’unità. Perché la divisione spegne lo Spirito, atrofizza il corpo, sposta la gloria di Dio da Gesù a noi”.
Da qui, l’esortazione finale a sentirsi “ingaggiati nella sfida della Nuova evangelizzazione”, in cui lo Spirito invita a ognuno dei membri del Rinnovamento a partire dalla propria “casa”, dal proprio “posto di lavoro” o dal “proprio gruppo”.
“Abbiamo tanto lavoro da fare! Chiediamo allo Spirito di mandare avanti la Chiesa, senza di Lui non riusciremo a capire quanto è grande il Suo mistero!”, ha detto Martinez, concludendo con una invocazione allo Spirito Santo “perché Egli cambi i cuori, metta il sangue di Gesù nelle vene e la passione di Paolo nelle gambe”.
L. Marcolivio

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Francesco, il papa della “chiesa-movimento”

Nel suo discorso ai cinquantamila del Rinnovamento allo stadio olimpico, Francesco ha inserito il carisma particolare del movimento all’interno dell’ecclesiologia bergogliana: una chiesa “in uscita”; il primato dello spirituale sull’organizzazione; un ecumenismo spirituale avvertito come destino della chiesa

Tutti i movimenti ecclesiali portano a Roma, e il pontificato di Francesco da questo punto di vista non fa eccezione rispetto ai pontificati del post-Concilio Vaticano II. Nella storia della chiesa cattolica, il fenomeno dei nuovi movimenti ecclesiali è caratterizzato da una spontaneità della base nell’intercettare i bisogni spirituali e identitari dei cattolici, e dalla contemporanea spinta al riconoscimento formale-giuridico e simbolico da parte del Vaticano e del papa.
Questa è la storia di Cl, dei Neo-catecumenali, dello scoutismo cattolico, e anche del Rinnovamento nello Spirito che papa Francesco ha incontrato il primo giorno di giugno allo stadio olimpico di Roma.
Il Rinnovamento dello Spirito arriva in Italia dal Nordamerica nel 1972, ma la Cei conferma gli statuti del movimento solo nel 2002.
Sotto Giovanni Paolo II e Benedetto XVI i nuovi movimenti vengono apprezzati dal Vaticano come arma di punta nella lotta contro la secolarizzazione, ad extra, e contro i “cattolici adulti”,ad intra.
Quello che caratterizza papa Francesco nei suoi rapporti coi movimenti ecclesiali (come si può leggere anche in Evangelii Gaudium) è la schiettezza nell’affrontare la questione per eccellenza dei movimenti cattolici, ovvero il rapporto tra particolarità del loro carisma e l’unità della chiesa che in molte situazioni locali è stata danneggiata da un certo settarismo.
Nel suo discorso ai cinquantamila del Rinnovamento allo stadio olimpico, Francesco ha inserito il carisma particolare del movimento all’interno dell’ecclesiologia bergogliana: una chiesa “in uscita”; una chiesa in cui l’unità è riflesso dell’unità del popolo; il primato dello spirituale sull’organizzazione; un ecumenismo spirituale avvertito come destino della chiesa.
Francesco ha inserito il cammino del Rinnovamento nel solco del concilio Vaticano II, menzionando il cardinale Suenens, uno dei massimi leader del Concilio e molto vicino al movimento, e Helder Camara, il vescovo brasiliano emblema della “chiesa dei poveri”.
Francesco sa che sono stati i movimenti a rinnovare la chiesa nella storia, e segnala al Rinnovamento una convergenza tra le priorità del movimento e quelle del suo pontificato: «Evangelizzazione, ecumenismo spirituale, cura dei poveri e dei bisognosi e accoglienza degli emarginati».
La vicinanza di papa Francesco a questo fenomeno non è solo programmatica, ma anche biografica. Dal punto di osservazione della chiesa latinoamericana, Bergoglio aveva avuto modo di valutare l’impatto di queste forme di spiritualità che hanno “invaso” l’America – il Nordamerica prima, e negli ultimi decenni anche la roccaforte cattolica dell’America Latina. Come gesuita, inoltre, Francesco sa bene quanto profondi siano i legami tra il Rinnovamento nello Spirito e la Compagnia di Gesù.
Il cattolicesimo “carismatico” tipico di questi movimenti ecclesiali è un fenomeno carsico: appare poco nei mass media, ma si è irrobustito nel tempo e ora fa parte integrante della tendenza del cattolicesimo globale alla “evangelicalizzazione”, ovvero ad assumere forme nuove e diverse dall’eredità clericale-parrocchiale-diocesana della tradizione europea.
Il movimentismo cattolico, visto alla luce di papa Francesco, assume una valenza in parte diversa dal periodo precedente: se Giovanni Paolo II fu “il papa dei movimenti”, il papa gesuita dal nome Francesco è il papa di una “chiesa-movimento”. Parte significativa delle percepibili, forti opposizioni al rinnovamento perseguito da papa Francesco vanno lette precisamente in questa chiave.
@MassimoFaggioli
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"Attraverso l'abbraccio di Papa Francesco ho ricevuto fisicamente l'abbraccio di Dio Padre"

Intervista a Francesca Piersimoni, la giovane non vedente del Rinnovamento nello Spirito che ha offerto la sua testimonianza di fede al Papa, durante l'incontro di domenica allo Stadio Olimpico

Commozione e gioia domenica scorsa, durante la convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito allo Stadio Olimpico di Roma, per l'incontro di Papa Francesco ed oltre 50 mila membri del movimento. Più di uno dei partecipanti ha affermato che il Santo Padre “con le sue parole meravigliose e con la sua gioia e con le sua testimonianza di vita in Gesù, ha allargato i nostri cuori!”. Tra questi anche Francesca Piersimoni, giovane donna non vedente della diocesi di San Benedetto del Tronto impegnata da tanti anni nel Rinnovamento, anche con incarichi a livello regionale. Domenica, Francesca è stata chiamata dai responsabili nazionali a dare la sua testimonianza davanti a Papa Francesco, raccontando del suo incontro con la luce: Cristo. Di seguito l'intervista.
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Francesca cosa sognavi di fare da bambina?
Francesca Piersimoni: Da piccola sognavo di fare la pittrice. A 15 anni ho iniziato ad avere problemi agli occhi ed ho perso definitivamente la vista. All’inizio, aiutata dall’effetto dei genitori, degli amici e dei familiari, questo problema mi sembrava superabile; però più andavo avanti e più sentivo che non era così. Quando i miei amici iniziarono a guidare o a fidanzarsi, mi sono chiesta: “Come potrò fare anche io tutto questo?”. Nella mia famiglia si parlava di un Dio che è amore: così crebbe in me questa domanda spontanea: “Se Dio è amore, come mai io soffro così?” Giorno dopo giorno, qualcuno si è accorto di questa mia sofferenza interiore. La signora che mi aiutava a studiare parlò con un giovane prete, Don Marco Farina, che era nella nostra parrocchia di Cupra Marittima e lui spinse i giovani del Rinnovamento a coinvolgermi. Io risposi a tutti di no.
Un giorno in Chiesa, appena finita la Santa Messa, lui scese dall’altare con i paramenti e personalmente mi disse: “Ma se domani veniamo a casa tua?”. Lì non potei rifiutare! Un cammino pieno di sorprese da parte di Dio, ma anche di fatiche, perché non è sempre facile portare la Croce, accettare di non poter decidere da sola, dover sempre aspettare qualcuno che ti accompagni, che ti dia la possibilità di fare ciò che desideri. Nonostante ciò, tutte le esperienze più belle sono sempre riuscita a farle, grazie al supporto degli amici e della famiglia. Diciamo che il Signore si è manifestato potentemente!
Come hai vissuto il momento della preparazione all’incontro con il Papa?
Francesca Piersimoni: Non ho dormito la notte; sono stati giorni faticosi, tra gruppo RNS e lavoro. Sono stata contattata solo quattro giorni prima della convocazione. Appena me lo hanno detto, ho risposto “Posso svenire adesso o devo aspettare?”, perché mi sembrava assurdo stesse capitando proprio a me! Non l’ho detto a nessuno se non al mio padre spirituale, anche perché, se poi ci avessero ripensato, ci sarei rimasta male solo io. La notte andavo a dormire stanchissima e alla mattina mi alzavo molto presto. La notte precedente all’incontro ho dormito solo 2 ore. Mi ripetevo: “Signore perché ho detto di sì?” Il momento dell’incontro è stato un’esperienza bellissima.
Cosa hai detto al Papa?
Francesca Piersimoni: Ho cercato di raccontare molto brevemente qual è stata la mia esperienza con Dio.
Che emozione hai provato quando ti ha abbracciata?
Francesca Piersimoni: Indescrivibile! Ho vissuto momenti intensi di preghiera in cui ho sentito Dio vicino. Ma quando Lui mi ha abbracciata e mi ha stretta, ho sentito l’abbraccio di Dio Padre. Il Papa mi ha esortata nel cammino di fede.
Cosa ti lascia dentro questa esperienza?

Francesca Piersimoni: Una grande gioia e una grande serenità e, come mi ha detto un carissimo amico, “mo' le hai provate tutte!”. Più di questo non potevo desiderare.
N. Rosetti