mercoledì 24 settembre 2014

Il problema degli extraterrestri



di Padre Giovanni Cavalcoli.
La discussione circa l’esistenza di esseri simili a noi, viventi in altri pianeti, come tutti sanno, è di vecchia data, ed è una di quelle questioni che accendono oggi più che mai non solo la fantasia popolare, ma cominciano ad essere prese in considerazione seriamente anche dal mondo degli scienziati, che da quasi un secolo hanno a disposizione anche un abbondante documentazione fotografica o comunque sperimentale, comunemente designato dalla sigla inglese UFO (Unknown foreign objects: oggetti estranei sconosciuti).
Sappiamo quanto è abbondante la produzione cinematografica e letteraria su questo stuzzicante argomento, circa il quale spesso si coglie occasione dalla nostra ignoranza e dall’aura di mistero che circonda tale argomento, per elaborare o inventare le teorie o i racconti più impressionanti, bizzarri o mirabolanti, facilmente privi non dico di ogni prova scientifica o sperimentale, ma neanche di ogni valore semplicemente ipotetico o razionale.
Come sappiamo, attorno a questa tematica è sorta da tempo quella che volgarmente viene chiamata “fantascienza”, termine in realtà in se stesso contradditorio, giacchè, se vogliamo essere esatti, scienza e fantasia si escludono a vicenda, non perché la scienza metodologicamente non possa utilizzare la fantasia, tutt’altro, ma dal punto di vista dell’oggetto, in quanto, mentre l’oggetto della scienza è il reale, la fantasia è capace di creare o immaginare esseri inesistenti da lei inventati.
In tempi più recenti, poi, la questione ha cominciato a suscitare l’interesse addirittura dei teologi. E qui la faccenda si fa seria, anche se sempre interessante, perché su questa questione se esistono esseri umani o simili agli uomini in altri mondi, non è difficile ricavare una risposta sicura dalla rivelazione cristiana, anche se la dottrina della Chiesa finora non ci fornisce alcun insegnamento dogmatico.
Dal punto di vista della fede cristiana, in linea di principio, non è impossibile che esistano altri esseri umani in altri pianeti. Quello che è impossibile è l’esistenza di altri esseri viventi che mescolino la natura umana con quella di altri esseri o inferiori o superiori, perché al di sotto degli esseri umani non ci sono che gli animali, mentre al di sopra non ci sono che gli angeli ed è metafisicamente impossibile l’esistenza di un vivente mezzo bestia e mezzo uomo, così come non possono esistere esseri che siano mezzo uomini e mezzo angeli. Sarebbe come immaginare una mescolanza tra il numero due e il numero tre: no, il due è il due e il tre è il tre.
C’è da osservare altresì che secondo il racconto biblico relativo allo stato edenico della coppia primitiva, ai nostri progenitori Dio aveva assegnato, come dice lo stesso testo biblico, il compito di “riempire la terra” (Cf 1,28). Ora, nessuno ci impedisce di interpretare questa “terra” come l’intero universo, che evidentemente ai tempi dell’agiografo, era assai meno conosciuto di oggi, per cui nel testo biblico non c’è il riferimento ad eventuali altri pianeti abitabili. Per questo, possiamo pensare che i progenitori, grazie ai loro doni preternaturali, avrebbero potuto, almeno attraverso i loro discendenti, se non ci fosse stato il peccato originale colonizzare i suddetti pianeti.
Altro elemento che la fede ci impone di ricordare è che Cristo è il Salvatore dell’intera umanità, per cui o sulla terra o, per ipotesi, fuori della terra, ogni essere umano, essendo peccatore a seguito del peccato originale, ha bisogno di essere salvato da Cristo.