lunedì 29 settembre 2014

Qualcosa che non va....



20 ANNI DI PELLEGRINAGGI SENZA LASCIARE TRACCIA NELLA VITA SOCIALE?

La società si trasforma sempre più rapidamente e, negli ultimi vent'anni, si sono viste tante cose nuove che prima non c'erano. Sono cambiati i gusti, le mode, la cultura, la politica e persino la religione... si direbbe in peggio, dicono alcuni. Andando per santuari - a Lourdes non c'è solo la grotta di Massabielle, ma c'è anche il santuario di Bétharram, famosissimo fin dai tempi di san Vincenzo de Paoli e più volte frequentato da Bernadette per venerarvi la Madonna del "bel ramo" e, oggi, conserva anche il corpo di san Michele Garicoits (1797-1863) - e vedendo quella moltitudine di fedeli che si alterna ogni tre o quattro giorni, facendo della cittadina ai piedi dei Pirenei il secondo centro della Francia per accoglienza turistica con i suoi 250 alberghi, ho fatto due conti per me impressionanti. Senza contare i santuari minori (tra questi includo anche La Salette, Banneux, Oropa, Loreto, Siracusa e tantissimi altri in Polonia, Austria, Baviera), in Europa esistono ben quattro centri di preghiera frequentati da sette-otto milioni di pellegrini ogni anno. Sono: Fatima, Lourdes, Medjugorje e San Giovanni Rotondo. Soltanto in questi santuari ogni anno, quindi, transitano dai 28 ai 32 milioni di pellegrini. Senza voler fare i conti in tasca a nessuno, mi è sorta spontanea questa domanda: possibile che i circa 600 milioni di pellegrini che negli ultimi vent'anni vi si sono recati con la massima devozione, si sono accostati ai sacramenti e sono ritornati alle loro case trasformati nello spirito, non siano stati poi in grado di lasciare una traccia, di incidere nei loro ambienti, di fare in modo che la nostra società invece di allontanarsi, si avvicinasse un po' di più a Dio? Perchè così tanti uomini religiosi non lasciano un segno, mentre basta un pugnetto di radicali per scristianizzare un paese? Giro la domanda ai nostri Pastori, mentre mi accingo a chiedere per me e per tutte le pecorelle del gregge la grazia della perseveranza.
(Padre Savino Tamanza)