lunedì 13 ottobre 2014

Il Sinodo visto da Maurizio Crozza


L'Indice del Sinodo - il Regno
(Guido Mocellin) È stata una settimana di scoperte. Io ho scoperto l’acqua calda. Sì, perché «La sindrome dei divorziati risposati», cioè il periodico ritorno della notizia che la Chiesa di Roma non ammette alla comunione eucaristica i divorziati risposati a meno che non

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Sinodo. Mons. Fisichella: Chiesa, profezia nel mondo


Per un commento alla Relatio post disceptationem, Paolo Ondarza ha intervistato il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, mons. Rino Fisichella:R. - Questa relazione fa emergere in pienezza il dibattito che si è svolto in questa prima settimana. Spesso abbiamo parlato dell’esigenza che ci sia un linguaggio capace di comunicare. Penso che la relazione abbia sviluppato soprattutto questa dimensione.
D. - Ritiene ci siano degli elementi che potrebbero essere aggiunti?
R. - La relazione deve provocare la riflessione nei circoli minori che adesso ci apprestiamo a compiere. Penso che ci sia una parola importante che bisogna fare emergere: la Chiesa rimane sempre profezia nel mondo. Questo significa che noi dobbiamo aiutare le persone a guardare anche al di là del momento presente. Allora la Parola di Dio ci spinge ad essere capaci di critica nei confronti di quelle situazioni che non ci possono lasciare pastoralmente soddisfatti e contenti. Ci sono molte situazioni riguardo la famiglia nella società contemporanea che meritano una parola di aiuto per far comprendere loro il limite che possiedono e soprattutto le contraddizioni a cui vanno incontro.
D. - Può farci qualche esempio?
R. - La convivenza. È vero che ci sono vari tipi di convivenza: c’è una convivenza che è quella determinata da alcuni fattori di ordine economico, finanziario, mancanza di lavoro, disoccupazione; c’è un altro tipo di convivenza che invece è fatta nel profondo disinteresse e indifferenza nei confronti della società, della legge civile, come una forma di scelta individualista. Anche in questo caos, ad esempio, dovremmo essere capaci di dire che questa non può essere la tappa finale, ma deve essere una tappa su cui riflettere anche per la responsabilità che si ha nei confronti delle persone più deboli, in questo caso dei figli.
D. - Questa profezia a cui faceva  riferimento vuol dire ribadire che il disegno di Dio su famiglia e matrimonio è un punto fermo che non cambia con la storia?
R. - Ci sono ovviamente degli elementi che appartengono alla Rivelazione cristiana e ciò che è il contenuto della rivelazione - ovviamente - non può essere modificato. L’indissolubilità del matrimonio cristiano è una novità che Gesù ha portato e che per noi rimane come una ricchezza da condividere nel contesto del mondo contemporaneo.
D. - La crisi della fede, crisi del matrimonio, crisi della società: questo è stato il tema al centro del suo intervento qui in aula del Sinodo…
R. – E’ per la profonda crisi di fede che vive soprattutto l’Occidente che San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco insistono continuamente sul tema della nuova evangelizzazione. Questa nasce proprio dall’esigenza e sull’urgenza di dare una risposta alla crisi di fede. Oggi, con piacere, ho sentito nella Relatio post disceptationem che si insiste sull’esigenza che all’interno della nuova evangelizzazione ci sia - come prioritario - il tema della famiglia.
Radio Vaticana
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Mons. Forte: garantire i diritti degli omosessuali è un fatto di civiltà


Ma il termine "matrimonio" riguarda uomo e donna. "Legge naturale", idea giusta ma terminologia che molti non capiscono. Le analogie tra il sinodo e il Concilio vaticano II

IACOPO SCARAMUZZICITTÀ DEL VATICANO


"La Chiesa non condivide che la stessa terminologia ‘famiglia’ possa essere indifferentemente applicata all’unione fra un uomo e una donna, aperta alla procreazione, e all’unione omosessuale. Detto questo, mi sembra evidente che le persone umane coinvolte nelle diverse esperienze hanno dei diritti che devono essere tutelati. Dunque il problema è anzitutto non la equiparazione tout court, anche terminologica, ma naturalmente questo non vuole affatto dire che bisogna allora escludere la ricerca anche di una codificazione di diritti che possano essere garantiti a persone che vivono in unioni omosessuali. E’ un discorso - credo - di civiltà e di rispetto della dignità delle persone". Così mons. Bruno Forte, segretario speciale del sinodo, ha precisato, nel corso del briefing quotidiano in sala stampa vaticana, il testo della "relatio post disceptationem" letto oggi dal cardinale Peter Erdo, in risposta ad una domanda relativa a legislazioni che proteggano legalmente conviventi gay.

Lo stesso porporato ungherese, che aveva lasciato la parola a mons. Forte perché, ha detto, "quello che ha redatto il brano deve sapere cosa significa", ha poi voluto aggiungere che "anche negli interventi liberi è emerso questo tema e alcuni hanno detto che sembra mancare in questi paragrafi, anche se in un punto c'è, un riferimento più preciso al fatto che ci sono anche convivenze disordinate" e la questione "va discussa durante la settimana" dai circuli minores, gruppi linguistici che emenderanno il testo presentato oggi, "e dopo".

Sempre sullo stesso tema, mons. Forte ha risposto ad una domanda circa il fatto se quando si parla dei semi del verbo e elementi di santificazione e verità presenti anche fuori dal matrimonio tradizionale si parla anche delle convivenze omosessuali e dei matrimoni civili laddove essi sono celebrati? "Mi sembra che l'atteggiamento del documento - ha risposto l'arcivescovo di Chieti - va nel senso di cogliere il positivo dovunque si trovi, e ce n'è certamente. Tagliare con l'accetta è facile, discernere e valorizzare tutto il postivo, anche in qeuste esperienze, credo sia un esercizio di onestà intellettuale carità spirituale".

Nel corso del briefing, mons. Forte ha definito il frangente del sinodo un "work in progress", lavori in corso, ed ha sottolineato che, dalla fine del sinodo straordinario, il prossimo 19 ottobre, all'inizio del sinodo ordinario, il 5 ottobre 2015, i vescovi di tutto il mondo dovranno "ascoltare i laici" nelle loro diocesi: "A volte però i nostri laici sono più clericali di noi preti, questo non va. Io dico ai laici: siate protagonisti! Mi aspetto un protagonismo a testa alta dei laici per trovare soluzioni vere". A chi domandava ragione dell'assenza dell'espressione "legge naturale" dalla relazione intermedia, mons. Forte ha risposto che "bisogna parlare un linguaggio comprensibile, e 'legge naturale' esprime una idea importantissima usando però una terminologia che nel mondo la maggior parte degli umani non capisce". Al dibattito odierno che ha seguito la presentazione della relazione - in cui non sono mancate "critiche", "richieste di approfondimento" e di "chiarimento", ha detto Erdo - diversi padri hanno evocato lo spirito del Concilio vaticano II. "Alcuni padri - ha riferito mons. Forte - hanno detto che sembra di ascoltare lo spirito della Gaudium et spes, la Chiesa che guarda il mondo con simpatia, fa sue le attese, le sofferenze e le gioie degli uomini e le donne del nostro tempo". Il cardinale Louis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila e esperto di storia del Concilio ha ricordato al proposito che il sinodo si concluderà con la beatificazione, domenica prossima, di Paolo VI, il Papa che ha concluso il Concilio, mostrando una Chiesa "non assorbita da se stessa ma missionaria, capace di ascoltare e dialogare con il mondo". E' intervenuto alla conferenza stampa moderata dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, anche il cardinale cileno Ricardo Ezzati Andrello.

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Vatican Insider
Parla il prefetto dell’ex sant’Uffizio: che senso ha il divieto visto che fuori dell'aula i vescovi possono dare libere interviste? E sulle coppie gay dice: la Chiesa non può riconoscerle. «Trovo che sia una vera contraddizione il fatto che fuori dell'aula sinodale i vescovi (...)