domenica 22 marzo 2015

È ora di scendere in piazza

Viva l amore
Il matrimonio gay s'avvicina 
di Alfredo Mantovano

Il 17 marzo, mentre l’attenzione mediatica era concentrata sul “divorzio breve”, in Commissione Giustizia al Senato la sen. Cirinnà ha depositato il nuovo testo base “regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”.

Nel resoconto della Commissione si legge che la ridefinizione dell’articolato è avvenuta “anche tenendo conto delle risultanze emerse nel corso delle audizioni”: esso è quindi il testo col quale confrontarsi, nonostante nelle stesse ore senatori di Forza Italia abbiano depositato un proprio testo alternativo (per il cui esame si rinvia a breve). Da una prima lettura del “nuovo Cirinnà” emerge che le audizioni di cui la relatrice sembra aver “tenuto conto” paiono essere solo quelle delle associazioni Lgbt: la stesura attuale è, se possibile, più propensa della precedente, risalente al luglio 2014, ad attribuire alle “unioni civili” un regime sovrapponibile a quello della famiglia fondata sul matrimonio. Resta infatti la distinzione fra la disciplina delle “unioni civili”, espressione che nel testo viene riferita esclusivamente alle unioni fra persone dello stesso sesso, e disciplina delle “convivenze”, che è invece un regime light fruibile indifferentemente fra persone dello stesso o di diverso sesso.
Confrontando il nuovo testo con il precedente, la novità sostanziale è costituita dalla estensione alla parte dell’“unione civile” della possibilità di adottare il minore che sia figlio adottivo dell’altro coniuge, oggi prevista solo per il nuovo coniuge. È, in qualche misura, la trasposizione in legge del principio stabilito nel giugno 2014 dal Tribunale per i Minorenni di Roma. È evidente che, nel momento in cui si legittima il convivente dello stesso sesso a diventare genitore adottivo del figlio in precedenza adottato dell’altro convivente non vi è più alcun ostacolo all’adozione per il convivente dello stesso sesso di un partner che ha avuto il figlio da fecondazione eterologa: era esattamente questo il caso previsto dalla sentenza di quel Tribunale. Se il nuovo testo diventasse legge, l’estensione della possibilità di adozione oltre la previsione del figlio adottivo del convivente non attenderebbe l’eventuale pronuncia della Corte costituzionale: avverrebbe per via giurisprudenziale, sulla base dell’identità di ratio.
Il resto risistema la precedente stesura, con passaggi di più accentuata equiparazione fra matrimonio e unione civile; per es., sono richiamati in esplicito gli articoli del codice civile, 143, 144 e 147, dei quali viene data lettura al momento della celebrazione del matrimonio, insieme ad altri finora applicati solo al matrimonio. È confermata la partecipazione alla quota di legittima nella successione e, se proprio va individuata una ulteriore novità, essa è costituita dalla norma (di delega) pro sindaci sulle trascrizioni delle nozze fra persone dello stesso sesso contratte all’estero: l’applicazione della disciplina delle “unioni civili” viene fatta derivare in automatico da tali nozze. 
Qualche rapida considerazione, di merito e politica:
1. l’affievolimento del regime matrimoniale prodotto dall’uno-due “divorzio facile- divorzio breve” è affiancato dal prospettato rafforzamento del vincolo fra persone dello stesso sesso. Il che conferma una manovra complessiva che, indebolendo il primo e strutturando il secondo, punta alla completa parificazione di entrambi;
2. l’inserimento dell’adozione fa saltare in aria la logica dell’adozione, per come finora – e da decenni – è stata disciplinata in Italia. Come già nella sentenza del Tribunale per i Minorenni di Roma, anche nel “nuovo Cirinnà” prevale la prospettiva adultocentrica, che dimentica il dato essenziale secondo il quale il sistema dell’adozione ha lo scopo di attribuire al minore una famiglia, non quello di attribuire un minore a una famiglia. Finora per il nostro ordinamento l’“interesse superiore del minore” non è coinciso con l’interesse degli adulti che lo reclamano: neanche le coppie coniugate hanno potuto avanzare il  "diritto" di avere un figlio in adozione. Le caratteristiche dell’essere una coppia, unita in matrimonio, con una differenza di età con l'adottando fra i 18 e i 45 anni sono ispirate al criterio dell'imitatio naturae, hanno costituiscono i requisiti di ammissibilitá della domanda di adozione, e sono condizioni necessarie ma non sufficienti per essere considerati idonei all'adozione. Non sufficienti perché devono poi seguire le valutazioni dei servizi sociali e del Tribunale. La coppia costituita da persone dello stesso sesso, con il suo duplicare talune caratteristiche soggettive dei genitori, priva il minore di una varietá di esperienze relazionali: discostandosi dal modello familiare prevalente in natura, costringe il minore a uscire, per così dire, dalla sua "zona di comfort" ;
3. questo inserimento, se contrasta con la logica della adozione, è invece in linea con quella della sentenza della Corte costituzionale, la n. 162/2014, in tema di fecondazione eterologa e con la legislazione abortista. La sentenza 162 ha sancito la “libertà di autodeterminarsi” in ordine alla formazione di una famiglia con figli, chiudendo il cerchio aperto col riconoscimento del “diritto” di aborto: infatti, se la “libertà di autodeterminarsi” ha un peso tale da avere la meglio sulla vita di un figlio che già esiste e ha il solo limite di essere troppo giovane, è ovvio che incida parallelamente sulla possibilità di avere un figlio con gameti estranei alla coppia, a prescindere, dalla “identità genetica”. Nella medesima logica la “nuova Cirinnà” estende la “libertà di autodeterminarsi” a poter avere il figlio in adozione a prescindere dai requisiti fino a questo momento richiesti. Il figlio in questo modo diventa un oggetto: un oggetto da rimuovere se ha avuto la cattiva idea di essere concepito in contrasto con un’autodeterminazione che andava nella direzione opposta; un oggetto da ottenere perfino col patrimonio genetico – e quindi con l’identità – di altri se l’autodeterminazione si volge al suo conseguimento; ovvero da ottenere in adozione anche da single o coppie dello stesso sesso.
Coglierà la portata di queste disposizioni chi fra Camera e Senato finora ha dichiarato di voler sostenere la famiglia, e poi ha votato con convinzione il divorzio facile e quello breve? Ci si rende conto fuori dal Palazzo della posta in gioco, e quindi della necessità di far finalmente sentire – nelle piazze e con tutte le forme di dissenso possibile – la propria voce a chi sta dentro il Palazzo?

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«W l'amore». Ecco il modello Emilia-Romagna per la rieducazione dei bambini al gender
di Andrea Zambrano
L'ideologia gender prosegue la sua marcia inarrestabile nella formazione di una nuova antropologia. E lo fa con i soldi pubblici e con il cavallo di Troia dello spauracchio delle malattie sessualmente trasmissibili. La paura di contrarre l'Aids è il concetto cardine attraverso il quale le scuole statali iniziano ad anticipare gender theory, omofobia, aborto e preservativo già dalle scuole medie, abbassando l'asticella dell'informazione sessuale dalle Superiori alle Medie. Peccato che anche in questo caso i genitori siano completamente impotenti. Anche perché a proporre una rivoluzione antropologica a suon di omofobia sono addirittura le Asl, che grazie all'autorevolezza scientifica di cui godono possono essere utilizzate dalle lobby gay per introdurre tra i banchi l'ideologia relativista secondo cui l'amore non è altro che un coacervo di sentimenti ed emozioni che vanno assecondati a seconda delle sensazioni.
È il caso dell'opuscolo “Viva l'amore”, un libretto che la Regione Emilia Romagna ha promosso all'interno del XV Programma per la prevenzione e la lotta all'Aids. E poco importa se nelle oltre 150 pagine del libretto in uso ai docenti e rivolto ai ragazzi, di Aids si parli in poche sole pagine. Tutto deve servire a portare acqua al mulino della gender strategy. Come?
Presentando i cambiamenti adolescenziali come assolutamente neutri. E sottoponendo i giovani alle sperimentazioni. Il tutto mentre Papa Francesco ribadisce che «con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio, gli orrori delle dittature li abbiamo visti nelle grandi dittature genocide del '900 e costringono i ragazzi a camminare sulla strada dittatoriale del pensiero unico».
Qui non ci sono esperimenti scientifici a fare da corollario a idee genocide, ma teorie che la Scienza non ha mai fatto sue sulla natura dell'uomo che a seconda del contesto può sentirsi maschio o femmina. La sperimentazione parte dalla rossa Emilia, che gode di un blocco ideologico forte che va dalla politica, attraverso la Regione, la quale sceglie i vertici e quindi le indicazioni sanitarie alle scuole complici e distratte.
Attualmente le Asl coinvolte nel progetto e che hanno adottato l'opuscolo sono tre: Forlì, Reggio Emilia e Bologna. Presto si aggiungerà Modena. Ma durante il corrente anno scolastico 2014-2015 a “godere” dell'educazione sessuale di “Viva l'amore” sono circa 800 studenti delle Medie. E a Reggio è stato sperimentato alla Media Leonardo da Vinci mentre lo scorso anno è stata la volta della Media Fermi, che però non ha rinnovato il progetto non essendo rimasta soddisfatta. Qualche genitore ha protestato perché la sessualità viene presentata come un qualcosa di cui approfittare. L’iniziativa era stata presentata come gratuita a differenza delle altre proposte. Per forza, è stata finanziata coi soldi della Regione. Ed è anche per questo che il vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca ha benedetto la nascita in diocesi del primoOsservatorio sul gender a scuola, gestito dal Forumfamiglie e dall'Age per monitorare e denunciare il pericolo di indottrinamento delle masse giovanili.
Alcuni genitori hanno informato la Nuova BQ. I loro nomi non sono pubblicabili perché identificherebbero i figli minori, costringendo i ragazzi ad essere nel mirino di ritorsioni e vendette. Quindi ci facciamo carico noi di questa protesta, denunciando un sistema che, se la sperimentazione dovesse avere buoni frutti (chissà con quali criteri verrà effettuata la valutazione?), potrebbe diffondersi già dal prossimo anno a macchia d'olio. Con un ulteriore dispendio di soldi pubblici, cioè nostri.
L'opuscolo è stato tradotto da un'equipe di professionisti delle Asl dall'originale edito nei Paesi BassiSoa Aids Nederland e Rutgers Wpf ed è promosso dalla Regione Emilia Romagna dove tra i banchi della Maggioranza siedono anche parecchi cattolici in quota Pd.
La sessualità? «Esprime l'aspetto fondamentale dell'essere umano e comprende il sesso, le identità, l'orientamento sessuale e i ruoli di genere. Viene sperimentata ed espressa in pensieri, fantasie, desideri, scelte, convinzioni, atteggiamenti, valori, pratiche e relazioni». Che cosa manca? Il protagonista del titolo, cioè l'amore. Che evidentemente non è funzionale.
La masturbazione? «È uno dei modi per conoscere il proprio corpo e provare piacere».Completamente assenti le ricadute psicologiche in termini di autostima per i ragazzi mentre la mano che illustra il capitolo fa capire che l'obiettivo è quello di presentare una sessualità sganciata dalla relazione, un ripiegamento fine a se stesso, per il piacere. Come la Nutella, che però non crea problemi di autostima.
E se rimani incinta? Nessun problema, c'è l'aborto, si legge a pagina 131 dove è evidente che la vera malattia da cui ci si deve difendere non è l'Hiv, ma la gravidanza. 
Molto, moltissimo spazio è dedicato ai contraccettivi. Si scopre che il vantaggio della pillola è la sua comodità, mentre l'unico svantaggio è che «potresti dimenticarti di prenderla tutti i giorni», ovviamente tralasciando le conseguenze sul corpo della donna per l'uso prolungato della pillola. Poi ci sono l'anello e il cerotto, che ha come vantaggio il fatto che ci devi pensare solo una volta alla settimana, ma ahimè ha come controindicazione il fatto che sia antiestetico dato che «può essere visibile». 
Tralasciamo le pagine in cui si spiega come si infila un preservativo. Giova solo ricordare che il saggio educatore prevede che esso però possa rompersi. E allora che si fa? «In questo caso si può ricorrere alla pillola del giorno dopo, cioè ad un contraccettivo d'emergenza».
Inutile aggiungere che la gran parte delle pagine è rivolta all'orientamento sessuale. Che cosa c'entra con la lotta all'Aids promessa nell'incipit? Non si sa, però è chiaro che il libello sa bene che cosa vuole far capire ai bambini, i quali a quell'età di solito fanno a gara per avere la figurina di Tevez doppia per poterla scambiare con dieci giocatori del Genoa. «Spesso ci vuole un po' di tempo per capire se si è attratti dai ragazzi o dalle ragazze o da entrambi». Già, giusto il tempo che serve perché qualcuno si presenti in classe con “Viva l'amore”. E ancora: «Si calcola che la popolazione non eterosessuale nel mondo sia compresa tra il 5 e il 10%. Non in tutti i Paesi si può esprimere o vivere apertamente l'omosessualità». Primo messaggio politico al futuro elettore. Quand'ecco che zac! «In Italia non è possibile né il matrimonio né l'adozione per le coppie omosessuali». Secondo messaggio occulto. Il bambino capirà, non appena avrà staccato dalla cameretta il poster di Cr7.
Emerge un essere umano in balia di sé, succube delle emozioni e in preda ai pensieri estemporanei sganciati dal dato biologico. Un uomo in formazione al quale viene detto che l'amore non è altro che un «provare un sentimento forte per una persona e desiderare di stare sempre con lei», ben sapendo che il modo più trendy per farlo è la bisessualità presentata come variante assolutamente neutrale. 
La vita che nasce da una gravidanza? Un problema da evitare. E se qualcosa va storto? Ma quali genitori! Cercate un operatore esperto di cui fidarsi. L'amore come incontro nella diversità tra uomo e donna che sprigiona un potenziale generativo? Vintagerie del passato. Adesso ci sono gli stereotipi di genere, spiegati magistralmente a pagina 27: «Rappresentazioni di come dovrebbero essere i maschi e le femmine. Cosa non può fare una donna? Cosa non può fare un uomo? Cosa fa meglio una donna e cosa fa meglio un uomo?». Tutto questo adesso va abbattuto. Perché non è vero che le ragazze sono più brave a scuola, ma non capiscono la matematica. Però è vero, e dimostrateci il contrario se ci riuscite, che in sala parto l'uomo è sempre quell'essere inutile, che il più delle volte mette agitazione e ansia. Salvo poi piangere come un pulcino appena la vita si presenta visibile all'appuntamento.
Benvenuti nella nuova era della rieducazione forzata garantita dal protocollo sanitario e pagata coi nostri soldi.