martedì 19 gennaio 2016

Grazie, regina Rania!



di Antonio Ferrari

Rania non è soltanto una giovane, bellissima e coraggiosa sovrana, che a fianco del marito re Abdallah di Giordania denuncia senza paura (a differenza di tanti leader tremebondi) la brutalità e le violenze dei tagliagole dell’Isis, che pretendono di uccidere in nome dell’Islam, mentre invece sono soltanto degli assassini. Rania, di origine palestinese, musulmana sunnita, e soprattutto donna che ha sempre difeso la libertà e i diritti di ciascuno, ha un innato e straordinario stile. 

Era in prima fila a Parigi, accanto al marito, a testimoniare l’orrore della Giordania, nel gennaio scorso, per la strage di Charlie Hebdo. Probabilmente, come tante persone, e non soltanto musulmane, non condivideva la volgare ironia antireligiosa del settimanale, ma voleva manifestare la sua fede nella libertà e la vicinanza al popolo di un Paese ferito. Un Paese, la Francia, che sarebbe stato colpito ancor più brutalmente, con le stragi del novembre scorso.



Rania, come è suo costume, non ha reagito con una secca risposta, o con parole di sprezzante condanna, all’ultima vignetta del settimanale satirico francese. Charlie Hebdo aveva mostrato infatti il piccolo Aylan Kurdi, il bimbo morto sulla spiaggia turca che ha commosso il mondo, mentre, diventato adulto, cercava di molestare le future ragazze di Colonia. La regina ha risposto con sofisticata ironia, pubblicando sul suo account un tweet con la vignetta del disegnatore giordano Osama Hajjaj, che ritrae Aylan adulto con il camice di un medico. «Avrebbe potuto diventare un dottore, un insegnante, un padre affettuoso...», ha scritto Rania, ringraziando il disegnatore per aver dato vita ai suoi pensieri. Una lezione davvero regale, che tanti bacchettoni di un estremismo laico che confonde la libertà con l’insulto e l’offesa, dovrebbero seguire. La Giordania ha oltre un milione e mezzo di rifugiati, quasi un terzo della sua popolazione. Invece di strillare, il piccolo regno ci impartisce lezioni di vivere civile. Grazie, regina Rania!
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