martedì 19 gennaio 2016

‪#‎IOCISARO‬'



di Giorgio Ponte
"E poi capita che il tuo parroco che su certi temi avevi sempre trovato un po' tiepidino, faccia un'omelia domenicale davanti a una chiesa piena dicendo che "come Gesù salva quel matrimonio, quella famiglia, in cui si era perso il vino, così anche noi che siamo suoi servi, oggi siamo chiamati a difendere la famiglia dagli attacchi più gravi che le si stanno facendo, soprattutto per chi è il soggetto più debole: i figli.
"I servi riempirono le giare di acqua: ci sono gesti esteriori che ci sono chiesti da compiere perché diventino segno di grazia, gesti pubblici e privati. E la grande manifestazione del 30 Gennaio è uno di questi.
"Noi infatti siamo chiamati ad avere rispetto di tutti, ma non per questo possiamo arrivare a chiamare qualcosa per ciò che non è. Due persone omosessuali hanno tutto il diritto di vivere, se vogliono, insieme, ma questa non può essere chiamata famiglia, per definizione l'unico luogo atto a crescere dei figli, perché l'unico capace di generarli. È un'altra cosa. E noi abbiamo la responsabilità di ricordarlo per come possiamo, anche pubblicamente. Anche con la manifestazione del 30 gennaio".
Grazie a Dio che ridona coraggio ai suoi pastori. Quando credevi di essere rimasto solo, ecco che vedi la Speranza divampare"
Il 30 Gennaio ‪#‎iocisarò‬
Giorgio Ponte è un solare trentenne.
Lo scorso novembre ha pubblicato per Mondadori Io sto con Marta, commedia romantica, romanzo sociale e storia di speranza. E questa settimana, sul settimanale Tempi, un coraggioso intervento da omosessuale, cattolico, schierato con le Sentinelle in Piedi contro il matrimonio gay, considerato l’anticamera dell’adozione e poi della procreazione gay. Scrive: «I bambini hanno diritto a una famiglia in cui crescere e una famiglia è quella fatta da uomo e donna». E «il 90 per cento delle attività persecutorie nei confronti degli omosessuali sono più nella testa dei gay, che non nei presunti “omofobi”».
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