mercoledì 15 ottobre 2014

#BastaSoldiAPadreLivio!



Riporto (con tantissima gioia!) dalla pagina facebook di Antonio Socci.  Che di diritto canonico capisce poco, considerate le strampalate tesi del suo (speriamo in ogni senso) ultimo libro, ma che in compenso padre Livio lo conosce proprio bene... Sottoscrivo in pieno: è scandaloso che il "direttore" di Radio Maria batta continuamente cassa, è ancora più scandaloso che lo faccia in nome della Beata Vergine Maria, soprattutto è inaccettabile il tono arrogante che usa durante le trasmissioni da lui condotte, ma quello che è veramente insopportabile è la spaventosa ignoranza che ostenta con incredibile disinvoltura. Vorrei implorare gli ascoltatori di Radio Maria di NON mandare più soldi, almeno fino a quando il Fanzaga non si degni di ritirarsi.  Contemporaneamente assicuro che il suddetto sacerdote NON rappresenta, per grazia di Dio, il clero italiano, che, almeno in via normale, usa decentemente la sintassi di questo dissestato Paese. 

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COME SI TOCCANO I SOLDI PADRE LIVIO PRENDE FUOCO E SPARA COSE INCREDIBILI. 
OGGI ADDIRITTURA E’ ARRIVATO A DIRE CHE LA MADONNA E’ APPARSA IN AGOSTO CONTRO CHI, COME IL SOTTOSCRITTO, HA SMESSO DI MANDARE SOLDI ALLA RADIO DI PADRE LIVIO…
CHE VERGOGNA “USARE” LA MADONNA COSI’…
RADIO MARIA OGGI E’ DIVENTATA UNA RADIO DOVE SPADRONEGGIA UN SIGNORE LA CUI VIOLENZA VERBALE CERTAMENTE NON FA PENSARE ALLA MADONNA.
LE DONAZIONI ALLA RADIO STANNO COMPRENSIBILMENTE CROLLANDO E LO SARANNO FINCHE’ LA RADIO VERRA’ USATA DA UN PADRONE CHE DA LI’, INVECE DI DIFFONDERE LA TENEREZZA DELLA MADONNA, VOMITA INSULTI VIOLENTISSIMI VERSO GLI ALTRI CRISTIANI CHE NON SONO DISPOSTI A VOLTARE GABBANA

Oggi mi ha di nuovo accusato pesantemente di essere un emissario di Satana (si rilegga il Catechismo sui giudizi temerari e si ricordi che l’ira è un vizio capitale).
Allora vorrei ricordare le cose che lui ha scritto fino all’altroieri. Ecco delle sue pagine dove parla di ecclesiastici che si fanno strumenti di Satana:


“C’è una tentazione che arriva alla Chiesa dall’esterno, quando il mondo la spinge alla secolarizzazione, alla tiepidezza e alla assimilazione alla sua mentalità (…). Ma esiste anche una serie di tentazioni che vengono dall’interno e che mirano ad adulterare e a corrompere l’autentica esperienza religiosa. Un detto popolare dice che Satana si traveste da frate. Che cosa significa questa affermazione a prima vista così sorprendente? Con essa la sapienza dei semplici ci vuole mettere in guardia dalle false rappresentazioni della religione e dalle sue astute e interessate strumentalizzazioni. Piaccia o meno, anche singoli uomini di Chiesa possono ingannare, ma lo fanno con accortezza, con i panni sacri addosso, per cui la vigilanza deve essere raddoppiata. (…) Quando la mania di apparire entra nella Chiesa, si genera la religione spettacolo. Si tratta di una tentazione di grande attualità, se cui bisogna riflettere attentamente (…). La religione che si esibisce, la religione che alla predicazione preferisce gli spot pubblicitari, la religione che ricerca i segni eclatanti, la religione che diventa un ingrediente del mondo, non ha nulla a che fare con la via della croce per corsa da Cristo.
E’ l’ennesima falsificazione satanica del sentimento religioso (…). Sono soprattutto i ministri della Chiesa che devono vigilare, perché satana non li adeschi e riesca a farli deviare.
Purtroppo non è raro lo spettacolo mortificante di ministri della Chiesa che, adducendo il pretesto di andare incontro agli uomini, oscurano, quando non negano, tutto ciò che è scomodo nel vangelo.
Le stesse limpide parole di Gesù vengono disinvoltamente censurate o deformate o adattate alle voglie e alle mode. Vendono la grazia a basso prezzo, come direbbe Bonhoeffer, per ottenere un facile consenso, per essere osannati e per formarsi un loro seguito personale.
A loro interessa più l’ingannevole e instabile popolarità del mondo piuttosto che l’approvazione di Dio (…). Eppure dovrebbero avere davanti agli occhi l’esempio di Gesù che, abbandonato dalla gente, si rivolge agli apostoli dicendo: ‘Volete andarvene anche voi?’ (Gv 6,67). Guai ai ministri della Chiesa se non sapranno presentare ai loro fedeli una religione pura e autentica. Un pastore ipocrita non può guidare il gregge sulla via della santità.
Un predicatore infedele nella dottrina offre cibo avvelenato al suo gregge. Un ministro di Dio incredulo uccide le anime. Se il maligno seduce il pastore, tremente sono le conseguenze per le pecore. Guai a quelle comunità che invece del pastore hanno un mercenario (cfr. Gv 10,12) e vengono così esposte alla ferocia dei lupi rapaci (cfr. Atti, 20,29)”,

Padre Livio Fanzaga, La tentazione, Sugarco 2009, pp. 180-185


“Il Diavolo prospetta la pace universale in cambio – per esempio – della resa sui valori non negoziabili, sostenendo che non serve continuare a discutere e far polemiche, quando basterebbe dar via libera a ogni ideologia a sostegno di aborto, divorzio, eutanasia, matrimoni omosessuali, etc per vedere realizzata finalmente la concordia tra gli uomini.
In questo contesto, come reagire? Occorre essere intransigenti, non scendere a compromessi con la verità del Vangelo, essere luce del mondo e sale della terra, annunciando sempre e ovunque che solo Cristo è la nostra pace e che senza Dio non c’è via per la vera pace nel mondo. Stiamo dunque attenti ogni volta che ci battono le mani o ci fanno i complimenti, perché potremmo forse aver imboccato la strada della falsa pace, fatta di falso ecumenismo, di compromesso, di silenzi e tradimenti della verità.
In fondo, è Gesù stesso che ci offre nel Vangelo un criterio di verità, preannunciando: ‘Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi’ (Gv 15,20). Se saremo perseguitati, sapremo che staremo camminando sulle orme di Cristo, nella verità.
Occorre chiedere al Signore il dono dello Spirito Santo, per avere fortezza, consiglio, sapienza. La battaglia è infatti violenta, ma spesso assume forme occulte, mascherate, e bisogna ben guardarsi degli inganni del Demonio”.

Da Padre Livio Fanzaga (con Diego Manetti), Medjugorje e il futuro del mondo, Piemme 2014, pp. 45-46