lunedì 18 marzo 2013

Il cuore del pastore

FRANCESCO. UN PAPA DALLA FINE DEL MONDO. LA PERSONA, LE IDEE, LO STILE




La persona, le idee, lo stile. Anticipiamo l’introduzione e un breve stralcio del libro Francesco, un Papa dalla fine del mondo. La persona, le idee, lo stile (Bologna, Editrice Missionaria Italiana, 2013, pagine 64, euro 5). L’autore, giornalista e amico personale del nuovo Pontefice, ha raccolto una serie di colloqui avuti negli anni passati con il cardinale Bergoglio per mettere in evidenza — attraverso l’analisi del suo mandato pastorale come arcivescovo di Buenos Aires — temi a lui cari: la misericordia di Cristo per tutta l’umanità, la vicinanza della Chiesa al popolo, la radicale esigenza del vangelo, la denuncia di un sistema economico ingiusto verso i deboli.
(Gianni Valente) Ho conosciuto il cardinale Bergoglio nel gennaio 2002. Ero andato a Buenos Aires per un reportage sulla crisi economica che aveva mandato in testacoda il Paese che fino a quel momento aveva avuto la più consistente classe media del Sud America. Mi raccontò quel momento non con l’immagine chiassosa e arrabbiata dei cacerolazos e delle manifestazioni di piazza, ma con quella intima e piena di dignità delle madri e dei padri che avevano perso il lavoro e piangevano di notte, quando i bambini dormivano e nessuno li vedeva.
Nel tempo è cresciuta per me, per la mia famiglia e per qualche amico la gratitudine per la sua paternità spirituale sperimentata come una compagnia intima e sempre sorprendente alle nostre vite. Nei suoi racconti abbiamo sempre percepito semplicemente il rincuorarsi del pastore di anime davanti ai miracoli che Cristo opera tra i suoi prediletti, a cominciare dai poveri. Anche così sono nate idee e intuizioni poi confluite in articoli e interviste.
Come quelli dedicati alle iniziative che l’arcidiocesi di Buenos Aires favoriva per facilitare l’avvicinarsi di tutti al battesimo e agli altri sacramenti, dove si coglie senza troppi discorsi l’intimità di Bergoglio col mistero stesso della Chiesa. Lui, in quello che fa e che dice, ripete solo una cosa: che la Chiesa vive e opera solo in forza della grazia. «Gesù —− ha spiegato una volta Bergoglio —− non fece proselitismo: lui accompagnò. E le conversioni che provocava avvenivano precisamente per questa sua sollecitudine ad accompagnare che ci rende fratelli, che ci rende figli, e non soci di una ong o proseliti di una multinazionale». Una dinamica di prossimità e liberazione che ha la sua espressione oggettiva e perdurante nel dono dei sacramenti. Per questo occorre facilitare in ogni modo i battesimi di quelli — bambini, ragazzi, adulti — che per varie circostanze della vita, nel nuovo contesto di secolarizzazione, non si sono battezzati. Senza aggiungere condizioni a quella contemplata dal Codice di diritto canonico, ossia che siano i genitori a richiedere il battesimo per i figli minori. Lasciando cadere tutti i clericalismi vecchi e nuovi che «allontanano il popolo di Dio dalla salvezza».
Ora che inizia il suo ministero di vescovo di Roma e successore di Pietro, prevale su tutto la fiducia che basterà ascoltare le sue parole disarmanti e guardare i suoi gesti semplici per riconoscere con letizia che il Signore ama la sua Chiesa e si prende cura di lei. La preghiera è che in cammino insieme a Papa Francesco sia come un respiro sereno e profondo per tutta la Chiesa di Cristo, e una promessa buona per tutti gli uomini di buona volontà.
L'Osservatore Romano, 19 marzo 2013.

Vedi anche:

"Speculazione e idolatria del denaro quei peccati del nostro tempo che gridano vendetta davanti a Dio" intervista a Jorge Mario Bergoglio a cura di Gianni Valente in la Repubblica