domenica 30 giugno 2013

"Con Papa Francesco unità più facile"

(a cura di Marco Ventura) Il Mar di Marmara si appoggia dolce alla riva. A pochi metri, sotto il pergolato, i camerieri turchi servono il caffè. Siedono intorno al tavolo prelati ortodossi di varie Chiese, monsignori cattolici in collo romano. I sacerdoti georgiani intonano inni in slavonico. Tra loro, coinvolto, Bartolomeo I. (...)

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Ioannis Zizioulas

Joannis Zizioulas, metropolita di Pergamo "anche per il vescovo di Roma la sinodalità è un dato essenziale della Chiesa"

GIANNI VALENTE



È riconosciuto da molti come il più grande teologo cristiano vivente. La sua “ecclesiologia eucaristica” (che riconosce la sorgente della Chiesa nell’eucaristia, celebrata dalla comunità ecclesiale raccolta intorno al vescovo) è apprezzata sia da Papa Francesco che dal suo predecessore Benedetto XVI.
Ioannis Zizioulas, Metropolita di Pergamo, co-presidente della Commissione internazionale del dialogo tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa, ha guidato la delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli che ha presenziato la celebrazione della solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, patroni della Chiesa di Roma.

Eminenza, in occasione della sua visita a Roma, Papa Francesco le ha rivolto parole importanti e impegnative.

Sono stato molto contento di sentire che l’idea di sinodalità è così forte nel suo sguardo sulla Chiesa. Vi ha dedicato un passaggio-chiave nel discorso che ci ha rivolto quando ci siamo incontrati venerdì 28 giugno, e vi è tornato con forza anche nell’omelia della messa per i Santi Pietro e Paolo. Vuol dire che è un suo pensiero costante. Un altro elemento decisivo è il fatto che Papa Francesco sembra concepire e porre se stesso innanzitutto come vescovo di Roma. Se si cammina nella via suggerita da queste due coordinate  – comprendersi primariamente come vescovi e riconoscere la sinodalità della Chiesa - io credo che sarà molto facile per ortodossi e cattolici incontrarsi nell’unità sacramentale come fratelli in Cristo.

Quindi non solo come alleati in strategie culturali e battaglie etiche.
Non so ancora come cambierà il modo concreto di esercitare il papato. Ma in tanti gesti pratici e nelle parole di Francesco, sembra proporsi il meglio dell’idea di papato che era propria della Chiesa dei primi tempi. Il Papa è per prima cosa il vescovo di una Chiesa, la Chiesa di Roma. Le altre cose vengono dopo. Papa Francesco comprende anche la sinodalità come una cosa essenziale per la Chiesa, e questo potrà certo suggerire dei cambiamenti concreti.
Quale riforme potrebbe attendersi un ortodosso?

Un ortodosso potrebbe attendersi ad esempio che il Papa riconosca al sinodo dei vescovi cattolici una autorità deliberativa e non solo una funzione consultiva. Permettere che il sinodo decida. Se si continua come è stato finora, il sinodo rimarrà un organo di consultazione che il Papa può anche ignorare. Ho saputo che Papa Francesco ha già costituito un gruppo di cardinali per consigliarlo nel governo della Chiesa e nella riforma della Curia.

La Commissione teologica mista tra cattolici e ortodossi, al lavoro proprio sulla questione del primato, vive una fase di stand by. Come andare avanti?
Come è noto, nel documento di Ravenna del 2007 abbiamo riconosciuto che il primato è necessario e fa parte dell’essenza della Chiesa. Esso non è solo un elemento “organizzativo” umano. Ma deve essere sempre compreso e esercitato nel contesto della sinodalità. I cattolici su questo si sono detti concordi in linea di principio. Se ci muoviamo in questa direzione potremo continuare il cammino. Anche per questo spero che Papa Francesco continui a darci dei segni che potranno rendere più facile per gli ortodossi accettare il primato.

In che modo?

Gli ortodossi sono tradizionalmente preoccupati che il Papa voglia sottometterli e esercitare la giurisdizione su di loro. Potrà essere d’aiuto il fatto di mettere da parte esplicitamente ogni pretesa di giurisdizione. E questo ben si accorda con il fatto che Papa Francesco si presenta come il vescovo di Roma. Lui dice a me e a tutti i vescovi: io sono un vescovo, come lo sei anche tu. Tutti i vescovi, dal Papa ai Patriarchi fino all’ultimo di loro, sono uguali dal punto di vista del sacerdozio.

Il Patriarca Bartolomeo ha proposto a  Papa Francesco di incontrarsi a Gerusalemme, 50 anni dopo lo storico abbraccio tra Paolo VI e Atenagora. L’incontro si farà?

Papa Francesco è d’accordo, la proposta gli piace molto. Ma la questione è complessa, coinvolge i rapporti con le realtà politiche e su questo lui ha detto che dovrà consultarsi con i suoi collaboratori. Noi aspettiamo la sua decisione finale. Dal canto nostro, noi siamo pronti. Certo, sarebbe molto bello, soprattutto in questo  momento. Il Papa e il Patriarca darebbero un messaggio di pace e riconciliazione per tutto il Medio Oriente.

Vedi anche:
«Quando parliamo del primato... (30Giorni, 2003, Gianni Valente)