sabato 29 giugno 2013

Le lacrime di Maria



A un anno di distanza dalla pubblicazione di Medjugorje, il cammino del cuore (Mondadori, 2012), lo scrittore e apologeta Rino Cammilleri è tornato ad approfondire il tema delle apparizioni mariane nella località balcanica.
Nel suo nuovo libro Le lacrime di Maria (Mondadori, 2013), Cammilleri mette in relazione Medjugorje con altre apparizioni e fenomeni prodigiosi degli ultimi due secoli, soffermandosi in modo particolare sui fatti di Civitavecchia (1995).

Già lo scorso anno, Lei aveva pubblicato un libro su Medjugorje: il suo ultimo saggio è una sorta di prosecuzione e approfondimento del primo?
Rino Cammilleri: Sì, il tema delle apparizioni mariane è quasi inesauribile. I mariologi Laurentin e Sbalchiero hanno riempito un migliaio di pagine solo per farne uno stringatissimo elenco. La mia intenzione era quella di occuparmi di quelle ancora in corso o appena concluse. Infatti, non ho toccato Fatima, che già gode di abbondantissima letteratura. Mi sono incuriosito però del fatto che la statuetta che versò sangue a Civitavecchia per 14 volte provenisse da Medjugorje e che lacrimò 14 anni esatti dopo. C’è un’arcana simbologia in questo, un messaggio che resta in gran parte da decifrare.
Sulle apparizioni mariane non approvate dalla Chiesa, Lei mantiene una prudenza che è propria del Magistero. Tuttavia ammette che un filo rosso che unisce Medjugorje a Fatima e a molte apparizioni degli ultimi due secoli, sia più che palese. Quali sono gli elementi in comune tra La Salette, Civitavecchia, Garabandal, Kibeho e altri luoghi mariani del mondo?
Rino Cammilleri: Il dato interessante (o impressionante, se si vuole) è la frequenza delle apparizioni negli ultimi secoli, con un crescendo che diventa quasi parossistico man mano che ci si avvicina ai tempi attuali. È come se, via via che il mondo si allontana vieppiù da Dio, la Vergine “compensi” moltiplicando i suoi interventi. Certo, le perplessità ci sono e non le ho nascoste. Per esempio, la Francia del 1847 era spiritualmente devastata da settant’anni di persecuzione anticristiana, ma a La Salette la Madonna piange solo per i contadini che lavorano la domenica e li minaccia di castighi regolarmente avveratisi. In fondo, il peccato dei contadini era leggero rispetto alle ghigliottine dei giacobini… È solo una delle perplessità che mi sono venute in mente immergendomi nel fenomeno delle apparizioni. È anche per questo che la posizione più saggia è adeguarsi al giudizio della Chiesa. Che, per esempio, ha riconosciuto La Salette e Kibeho ma non Garabandal.
Perché la scelta di soffermarsi sulle "lacrime di Maria", ovvero sugli aspetti più drammatici delle apparizioni mariane?
Rino Cammilleri: È innegabile che molte volte, specie nei tempi più recenti, la Madonna è apparsa piangente e, soprattutto, ha pianto nei  suoi simulacri. Non di rado lacrime di sangue. Le prime notizie di lacrime di sangue scaturite da immagini mariane risalgono al XVI secolo, esattamente dopo che era scoppiata la rivoluzione protestante. Nel secolo XX le icone piangenti sono state tantissime. Sembra una precisa strategia. Infatti, statue e quadri lacrimanti hanno il vantaggio di essere oggetti a disposizione delle analisi scientifiche moderne. Così, si è potuto osservare che le lacrime di Civitavecchia sono di sangue maschile (stesso gruppo della Sindone) con forte componente femminile (Gesù aveva un solo genitore carnale, sua madre). A Civitavecchia il fenomeno ha coinvolto non singoli veggenti ma una famiglia in quanto tale. È stato giustamente fatto notare che oggi la famiglia come istituzione naturale rischia la scomparsa: forse per questo le lacrime di sangue… Ma perché proprio a Civitavecchia? Ah, saperlo.
Nel suo saggio è approfondito un fenomeno di cui si parla assai poco: le apparizioni di San Giuseppe. Come e perché è apparso lo sposo di Maria Santissima e padre putativo di Gesù?
Rino Cammilleri: San Giuseppe è apparso più volte insieme alla moglie. Spesso come capo della Sacra Famiglia ma sempre in posizione defilata rispetto alla Madre di Dio. Per esempio, nell’apparizione irlandese (riconosciuta) di Knock, alla fine del XIX secolo, era silenzioso come al solito e in atteggiamento deferente nei riguardi della Vergine. Una sola volta è apparso da solo ed ha parlato, in Francia, a Cotignac nel XVII secolo. Molte altre volte è intervenuto in aiuto di chi glielo chiedeva espressamente, ma sempre presentandosi quasi in modo anonimo, come se volesse restare fedele all’immagine che di lui presenta il Vangelo. Anche qui, comunque, siamo di fronte al mistero e cercare di spiegarselo rischia di essere un vano esercizio.
Maria è anche la "donna dell'Apocalisse" che schiaccia il dragone infernale e questa immagine è spesso collegata alla Fine dei Tempi. Quanto c'è di "escatologico" nelle apparizioni di cui Lei tratta nel suo saggio?
Rino Cammilleri: Ho cercato di tenermi a rispettosa distanza dall’escatologia delle apparizioni mariane perché è un tema che scatena di solito gli apocalittici e i cultori di “terzi segreti” e complotti vari. Profezie, “segreti” e messaggi da rivelare in futuro (un futuro che spesso non viene mai) accompagnano quasi tutte le apparizioni del XX secolo. Ma anche qui si rischia di brancolare nella penombra o di sbandare tra due poli opposti: quello di chi crede a tutto e quello di chi non crede a niente. La Chiesa riconosce certe apparizioni come effettivamente verificatesi, ma ciò non vuol dire che sposi totalmente anche il contorno. Per esempio, certi “segreti” legati a La Salette si sono avverati, altri no. Per questo ho voluto concludere il mio viaggio tra le apparizioni più recenti citandone una che invece risale al XVII secolo, quando la Madonna, a Quito, mostrò alla veggente i disastri morali che sarebbero avvenuti nel XX. Perché rivelarli a una suora ecuadoriana di quattro secoli prima? Non ne ho idea…
Medjugorje sta generando molte conversioni ma Lei si mostra scettico non tanto sulla loro autenticità, quanto sul loro effetto a livello sociale e culturale, di "recristianizzazione" della società. Davvero la secolarizzazione è un fenomeno così irreversibile? La profezia di Fatima sul Trionfo del Cuore Immacolato di Maria, sembra parlare, al contrario, di una virtuosa inversione di tendenza…
Rino Cammilleri: Non c’è niente di irreversibile, e proprio il crollo dell’Urss lo ha dimostrato. È bastata una consacrazione eseguita come richiesto dalla Madonna a Fatima. Solo che ci hanno messo quasi settant’anni per farla, visto che richiedeva l’unanimità di tutti i vescovi del mondo: cosa molto più difficile da ottenersi della scomparsa indolore del comunismo sovietico. In verità temo che i cattolici stiano ripiegando sulla “scelta religiosa”: pregano, acclamano il papa e soccorrono gli emarginati. Esattamente quel che il laicismo vuole da loro: stiano in sacrestia, si occupino gratis dei “poveri” e non disturbino il manovratore. I cattolici dell’Ottocento erano perseguitati amministrativamente, perfino penalmente e addirittura con l’esercito. Ma reagivano. Fondavano giornali, banche, si costituivano in lobby per condizionare il voto parlamentare. Senza per questo trascurare i pellegrinaggi e le opere caritatevoli. L’unica differenza con l’oggi sta nel fatto che avevano alle spalle una gerarchia dottrinalmente compatta e unanime attorno al papa. Oggi, sembra che il compito  della “nuova evangelizzazione” se lo sia assunto la Madonna in persona. Ma la ricaduta in termini di incidenza pubblica (politica, economica e sociale) di questa rievangelizzazione ancora non la vedo. Ma forse sono io che non so guardare…
(L. Marcolivio)