mercoledì 26 giugno 2013

Un passo storico. Tragicamente.

il cardinale Dolan
IL CARDINALE DOLAN

Comunicato della USCCB  (Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d’America) 26 giugno 2013
Oggi è un giorno tragico per il matrimonio e per la nostra nazione. La Corte Suprema ha commesso una profonda ingiustizia nei confronti del popolo americano, colpendo in parte la difesa del Marriage Act a livello federale. La Corte ha sbagliato. Il governo federale dovrebbe rispettare la verità, che il matrimonio è l’unione tra un uomo e una donna, e la dovrebbe rispettare anche quando i singoli stati mancano di farlo.
La salvaguardia della libertà e della giustizia esige che tutte le leggi, federali e statali, rispettino la verità, inclusa la verità sul matrimonio [...]. Il bene comune di noi tutti, specialmente dei nostri bambini, dipende da una società che si impegni ad affermare la verità del matrimonio. Ora è tempo di raddoppiare i nostri sforzi nel testimoniare questa verità. Queste decisioni sono parte di un dibattito pubblico che avrà grandi conseguenze. Il futuro del matrimonio ed il benessere della nostra società sono in pericolo.
Il matrimonio è l’unica istituzione che metta insieme un uomo e una donna per la vita, offrendo a ogni bambino che dovesse venire dalla loro unione il solido fondamento di una madre e un padre.
La nostra cultura ha dato per scontato troppo a lungo ciò che la natura umana, l’esperienza, il senso comune e il sapiente progetto di Dio confermano: che la differenza tra un maschio e una femmina è importante, e che la differenza tra una mamma e un papà è importante. anche se la cultura ha mancato molte volte nella sua opera di rafforzamento del matrimonio, questa non è una ragione per arrendersi. Ora è tempo di rafforzare il matrimonio, non di snaturarlo.
Quando Gesù insegnò il significato del matrimonio – l’unione esclusiva per tutta la vita di marito e moglie -, egli indicò di nuovo l’origine della creazione da parte di Dio della persona umana come maschio e femmina (Matteo 19). Sfidando i comportamenti e le leggi del suo tempo, Gesù insegnò una verità impopolare che tutti potessero capire. La verità del matrimonio permane, e noi continueremo a proclamarla impavidamente con fiducia e amore.
Ora che la Corte Suprema ha reso nota le sue decisioni, noi con rinnovato impegno invitiamo tutti i leader e le persone di questa buona nazione a unirsi saldamente nel promuovere e difendere l’unico e solo significato del matrimonio: un uomo, una donna, per la vita. Noi chiediamo anche preghiere affinché le decisioni della Corte vengano riviste, e le loro implicazioni ulteriormente chiarite
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Usa, i vescovi: "Nozze gay, giorno tragico per la nazione"


Un «giorno tragico per la Nazione» perché «la Corte Suprema ha sbagliato»: questa la reazione dei vescovi Usa alle sentenze sulle nozze gay.

«È un giorno tragico per il matrimonio e per la nostra nazione», si legge nel comunicato della conferenza episcopale americana firmato dal presidente, l'arcivescovo di New York Timothy Dolan.


L'arcivescovo di San Francisco Cordileone ha aggiunto che «il governo federale dovrebbe rispettare la verità che il matrimonio è l'unione di un uomo e di una donna anche quando gli stati non lo fanno».


Secondo i vescovi americani, «il bene di tutti, soprattutto dei nostri figli, dipende da una società che si sforza di rispettare la verità del matrimonio. Ora è arrivato il momento di raddoppiare gli sforzi per rendere testimonianza a questa verità».
Altri sentimento albergano nelle comunità evangeliche. Otto chiese protestanti di Washington tra cui la National Cathedral hanno suonato le campane oggi per festeggiare la decisione della Corte Suprema sulle nozze gay. La Cattedrale in particolare, scampanerà per circa 45 minuti. Tra le altre chiese, St. John Episcopal di Lafayette Square, la cosiddetta Chiesa dei Presidenti.


La Cattedrale ha in programma anche un servizio di preghiera per famiglie gay. Il reverendo Gary Hall aveva annunciato in gennaio che presto sarà possibile per coppie omosessuali celebrare matrimoni sotto le sue volte.
Vatican Insider

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La congiura contro la famiglia ha scavalcato l'Atlantico

La reazione del Forum delle Famiglie alla sentenza della Corte Suprema che legalizza il matrimonio gay negli USA

Le due rive dell’Atlantico si sono saldate nel nome delle unioni omosessuali. La Corte Suprema americana, sia pure con una maggioranza minima (5 a 4) ha bocciato la legge federale che definisce matrimonio solo quello tra uomo e donna in quanto violerebbe il quinto emendamento sulla difesa delle libertà individuali. Di fatto le nozze gay ora sono parificate a quelle etero. In particolare estendendo a tutti i benefici federali riconosciuti dal matrimonio.
«Dopo tre millenni in cui la famiglia è sempre stata quella tra un uomo ed una donna, oggi è in corso una battaglia su scala mondiale per scardinare questo fondamento antropologico della società», ha commentato Francesco Belletti, presidente del Forum. «Anche se ovunque si procede a colpi di maggioranze risicate, nonostante si abbia a che fare con temi importanti che richiederebbero consensi ben più ampi». 
«”L’amore è amore”, ha detto il Presidente Obama. Non sappiamo quanto abbia ragione, ma la famiglia, certo basata sull’amore, è altro, molto altro. Alla riproduzione e alla cura dei figli l’amore da solo non basta, serve la complementarietà fisica e spirituale di un uomo e di una donna». 
«Di fronte a questo i tanto invocati diritti individuali contano più o meno del benessere dei figli? contano più o meno del futuro e dell’equilibrio della società? A queste domande non rispondono né i giudici americani, né i benpensanti di casa nostra». 
«Di certo da ora in poi sarà chiesto alle famiglie di tutto il mondo un surplus di impegno e di intelligenza per rispondere a questa congiura contro il matrimonio. Le nostre 50 associazioni ed i nostri tre milioni di famiglie sono pronte».
Zenit

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Usa, la Corte Suprema apre alle nozze gay
di Gianfranco Amato
Con una doppia sentenza la Corte Suprema degli Stati Uniti ha aperto ieri sera la strada al riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Sebbene con un leggerissimo scarto (5 voti contro 4 in entrambi i casi), la Corte Suprema ha bocciato la legge che riconosce solo il matrimonio tra persone di sesso diverso (Defense of Marriage Act, conosciuto con il suo acronimo Doma), considerandola discriminatoria nei confronti di coppie gay; e hanno deciso di non discutere della legge californiana nota come Proposition 8, un divieto alle nozze gay arrivato con un referendum nel 2008: la Corte ha dichiarato di non avere l'autorità per decidere, ma così rimanda alla sentenza di un tribunale dello Stato che aveva già deciso per la cancellazione del Doma.
Inesorabile quanto scontato è giunto il verdetto della Corte Suprema degli Stati Uniti che apre la strada ai matrimoni omosessuali. Un verdetto che poco ha a che fare con il diritto e molto con la politica. Il battage mediatico mondiale parla di una sentenza storica. E’, infatti, lo è, nel senso che per la prima volta la Supreme Court of the United States ha voluto rinnegare il patrimonio giuridico bimillenario ereditato dallo jus civile. Così l’Occidentale, dopo aver ripudiato le radici culturali cristiano-giudaiche, adesso disconosce persino il rapporto che lo lega alla civiltà greco-romana.

Quella civiltà, infatti, pur dimostrando un’assoluta tolleranza nei confronti dell’omosessualità (ritenuta un orientamento sessuale tutto sommato accettabile), ha sempre riconosciuto il matrimonio solo ed esclusivamente come il conubium tra un masculus pubes ed una foemina potens. Secondo il celebre giurista romano Eneo Domizio Ulpiano il matrimonio poteva definirsi «iustum» solo «si inter eos qui nuptias contrahunt conubium sit, et tam masculus pubes quam femina potens sit» (Digesta V 1-2).

Nella società greco-romana si era ancora in grado di distinguere tra i vizi privati e le pubbliche virtù. Lo stato riconosceva giuridicamente il matrimonio tra un uomo ed una donna, in quanto capace di garantire l’«ordo generationum» grazie alla capacità procreativa dei coniugi, come appare evidente, del resto, nella stessa radice etimologica del termine costituito dalla parola «mater» (madre, genitrice) e «munus» (compito, dovere). Per questo un matrimonio senza una «mater» resta una contraddizione in termini.

La sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti rappresenta un’ulteriore conferma del grave errore in cui si incorre nell’affrontare questo delicato tema, quando si sostituisce la ferrea logica razionale del diritto a valutazioni di carattere politico, o, peggio, quando si cede alle irresistibili pressioni delle potenti lobby omosessualiste.

L’errore è costituito dal disconoscimento della differenza esistente tra il comportamento omosessuale come fenomeno privato, e lo stesso comportamento quale relazione sociale legalmente prevista e approvata, fino a diventare una delle istituzioni dell’ordinamento giuridico. Lo stato viene meno al proprio dovere istituzionale di tutelare il bene comune nel momento in cui riconosce pubblicamente il matrimonio tra persone dello stesso sesso, nel quale sono del tutto  assenti quegli elementi biologici e antropologici che potrebbero fondare ragionevolmente tale riconoscimento. Nei cosiddetti matrimoni omosessuali, in realtà, è del tutto inesistente la dimensione coniugale costituita dalla forma umana ed ordinata delle relazioni sessuali, capace di assicurare adeguatamente la procreazione e la sopravvivenza della specie umana. Inoltre, l’assenza della bipolarità sessuale crea ostacoli allo sviluppo normale dei bambini eventualmente inseriti all’interno di tali matrimoni, in cui manca l’essenziale esperienza della maternità o della paternità. Lo stato non può disconoscere, nel momento in cui attribuisce determinati diritti pubblici, che la società deve la propria sopravvivenza alla famiglia fondata sul matrimonio.

Un altro errore fondamentale che sta dietro la citata sentenza della Corte Suprema americana, è quello di ritenere modificabile per legge la definizione di matrimonio, fino al punto da poter far perdere a tale istituto l’essenziale riferimento ai fattori collegati alla eterosessualità, come ad esempio il compito procreativo ed educativo. In realtà, il matrimonio e la famiglia rappresentano una realtà prepolitica, di cui lo stato può semplicemente limitarsi a prendere atto, tutelare e valorizzare.

Lo spiega bene la nostra Costituzione quando all’art. 29, per esempio, sancisce che la Repubblica «riconosce», e non “definisce”, i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Opinare il contrario significherebbe consentire ad un’assemblea legislativa la possibilità di stabilire attraverso disposizioni normative la natura stessa dell’istituto matrimoniale. Nulla vieterebbe, a quel punto, di ritenere legittimo non solo il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma anche quello tra una donna e due uomini, tra due uomini e due donne, tra due uomini e quattro donne, e così via. Se poi in futuro, uno dei criteri da adottare per la definizione fosse quello dell’orientamento sessuale e dell’affetto, non si vede perché escludere il matrimonio tra una donna e il proprio cane, visto che la zoofilia rappresenta, in effetti, un riconosciuto orientamento sessuale.

Si potrebbero aprire scenari inquietanti, qualora dovesse cadere anche il tabù della pedofilia (il 2 aprile 2013 in Olanda la Corte d’appello di Arnhem-Loivarnten ha stabilito che non può essere sciolto il gruppo Stitching Martijn che propone la liberalizzazione dei contatti sessuali tra adulti e minori) e dell’incesto (al Senato della Repubblica italiana il 14 ottobre 2008 è stato depositato il disegno di legge S. 1155 avente per oggetto l’abrogazione del reato di incesto e dei reati contro la morale familiare, a firma dei senatori radicali Donatella Poretti e Massimo Perduca). A proposito di orientamenti sessuali, occorre segnalare anche l’oggettofilia: è noto il caso di Eija-Riitta Berliner-Mauer la donna svedese di Liden, fisicamente e sessualmente attratta dagli oggetti, che si innamorò del Muro di Berlino, pretendendo di sposarlo. All’epoca non fu presa molto sul serio, ma se passasse il principio – oggi recepito anche dalla Corte Suprema americana – che il matrimonio può essere definito per legge, il futuro potrebbe davvero riservare delle sorprese inimmaginabili.
Lanuovabq