giovedì 6 marzo 2014

Alle radici della grande speranza



Lettera della Congregazione per le Chiese orientali in occasione dell’annuale colletta per la Terra Santa. 

Di seguito il testo della lettera inviata ai vescovi di tutto il mondo dal cardinale Leonardo Sandri e dall’arcivescovo Cyril Vasil’, rispettivamente prefetto e segretario della Congregazione per le Chiese orientali, in occasione dell’annuale colletta per la Terra Santa.
La Quaresima, quale cammino con Cristo verso la croce e la risurrezione, risveglia la fratellanza con quanti vivono nei luoghi santi. Là gli apostoli hanno ascoltato per primi la voce del Signore Gesù, ne hanno condiviso per grazia il mistero, e poi lo hanno annunciato e testimoniato. Attorno a essi sono fiorite le prime comunità cristiane, cominciando da Gerusalemme.

L’unità in Cristo redentore ci spinge a promuovere anche quest’anno l’importante iniziativa della Collecta pro Terra Sancta, adempiendo al debito della Chiesa universale verso quella Chiesa madre. Papa Francesco lo ha ribadito ricevendo i patriarchi, gli arcivescovi maggiori, i padri cardinali e i vescovi nella sessione plenaria della Congregazione per le Chiese orientali: «Il mio pensiero si rivolge in modo speciale alla terra benedetta in cui Cristo è vissuto, morto e risorto. In essa — l’ho avvertito anche oggi dalla voce dei Patriarchi presenti — la luce della fede non si è spenta, anzi risplende vivace. È “la luce dell’Oriente” che “ha illuminato la Chiesa universale, sin da quando è apparso su di noi un sole che sorge (Lc 1, 78), Gesù Cristo, nostro Signore” (Lett. ap. Orientale Lumen, 1). Ogni cattolico ha perciò un debito di riconoscenza verso le Chiese che vivono in quella regione. Da esse possiamo, fra l’altro, imparare la fatica dell’esercizio quotidiano di spirito ecumenico e dialogo interreligioso. Il contesto geografico, storico e culturale in cui esse vivono da secoli, infatti, le ha rese interlocutori naturali di numerose altre confessioni cristiane e di altre religioni» (21 novembre 2013).
Ancora oggi la colletta è la fonte principale per il sostentamento della loro vita e delle loro opere, secondo la volontà sollecita dei sommi Pontefici, i quali, specie nell’imminenza del Venerdì santo, hanno sempre esortato a gesti di autentica carità fraterna.
Ogni giorno i cristiani in varie regioni del Medio oriente si interrogano se restare o emigrare: vivono nell’insicurezza o subiscono violenza per il solo fatto di professare la loro e nostra fede. Ogni giorno ci sono fratelli e sorelle che resistono, scegliendo di restare là dove Dio ha compiuto in Cristo il disegno della universale riconciliazione. Da quella terra sono partiti coloro che, sulla parola di Cristo, hanno portato l’Evangelo ai quattro angoli del mondo. È là che la Chiesa ritrova sempre, con le sue radici, la “grande speranza” che porta il nome di Gesù, ma la situazione attuale è veramente delicata: basti pensare al conflitto tra Israele e Palestina, all’evoluzione che investe l’Egitto, alla tragedia della Siria.
Nel Venerdì santo vorremo elevare al Crocifisso il grido della pace per Gerusalemme e perché il mondo, cominciando dalla terra di Gesù, divenga la città della pace. Ai discepoli di Cristo si chiede di operare per la pace ricordando che «le guerre costituiscono — tra l’altro — il rifiuto pratico a impegnarsi per raggiungere quelle grandi mete economiche e sociali che la comunità internazionale si è data» (Papa Francesco, Messaggio per la Giornata mondiale della pace 2014). Sono parole che assumono un significato preciso e chiaro in relazione all’odierna Colletta pro Terra Santa. La situazione di pesante incertezza sociale, e addirittura di guerra, si è aggravata, colpendo a ogni livello il fragile equilibrio dell’intera area e riversando sul Libano e sulla Giordania profughi e rifugiati che moltiplicano a dismisura campi di accoglienza sempre meno adeguati. Si rimane sconvolti per il numero di rapimenti e omicidi di cristiani in Siria e altrove, per la distruzione di chiese, case e scuole. Ciò non fa che alimentare l’esodo dei cristiani e la dispersione di famiglie e comunità.
Tanti fratelli e sorelle nella fede stanno scrivendo una pagina della storia con “l’ecumenismo del sangue”, che li affratella, e noi vogliamo essere al loro fianco con ogni sollecitudine.
Le comunità cattoliche di Terra Santa, quella latina della diocesi patriarcale di Gerusalemme, come della Custodia francescana e delle altre circoscrizioni, e quelle greco-melchita, copta, maronita, sira, caldea, armena, con le famiglie religiose e organismi di ogni genere, grazie alla colletta del Venerdì santo, riceveranno il sostegno per essere vicine ai poveri e ai sofferenti senza distinzione di credo o di etnia. Le parrocchie manterranno aperte le porte a ogni bisogno; così le scuole, ove cristiani e musulmani insieme preparano un futuro di rispetto e collaborazione; gli ospedali e ambulatori, gli ospizi e i centri di ritrovo continueranno a offrire la loro assistenza, affinché nello smarrimento di questi nostri giorni, la carità ecclesiale faccia risuonare la parola di Gesù: «Coraggio... non temete» (Mc 6, 50).
Così accompagneremo fin da ora Papa Francesco, che si appresta a farsi pellegrino di unità e pace in Terra Santa: una visita tanto attesa, desiderata e necessaria. Essa confermi nella fede i cristiani, li renda ancora e sempre più capaci di misericordia, di perdono e di amore.
A lei, ai sacerdoti, ai religiosi e ai fedeli, che si adoperano per la buona riuscita della colletta, ho la gioia di trasmettere la viva riconoscenza del Santo Padre Francesco, col grazie della Congregazione per le Chiese orientali. E invoco copiose benedizioni divine, mentre porgo il più fraterno saluto nel Signore Gesù.
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Una rete capillare
La colletta è regolata da specifiche disposizioni pontificie che ne stabiliscono l’assegnazione alla Custodia francescana per prima, la quale è incaricata del mantenimento dei santuari sorti sui luoghi santi e delle strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali, che consentono la vita delle parrocchie e dei più diversi organismi ecclesiali attorno a essi, affinché comunità vive e operanti ne siano la più evangelica salvaguardia.
Un contributo annuale è assegnato alla assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa per l’indispensabile impegno di coordinamento e promozione della presenza ecclesiale.
Alle altre comunità ecclesiali cattoliche sia latine sia orientali delle varie tradizioni (Chiese patriarcali, metropolie, eparchie ed esarcati; diocesi latine e vicariati apostolici), come a numerose e benemerite famiglie religiose maschili e femminili, sono assegnati contributi ordinari e straordinari per le stesse finalità.
I territori che beneficiano sotto diverse forme ed entità di un sostegno proveniente dalla colletta sono: Gerusalemme, Palestina e Israele; Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia ed Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.
Tra i sussidi straordinari, il contributo per il completamento di altri urgenti restauri, che seguono il rifacimento in atto del tetto della basilica della Natività di Betlemme, per il quale istituzioni locali a livello ecumenico, ma anche internazionali ecclesiastiche e civili, col coordinamento dell’autorità palestinese; e su più anni il sostegno a progetti abitativi che offrano a giovani nuclei familiari di rimanere in Terra Santa.
Una rete scolastica capillare, specie attraverso le parrocchie, favorisce un grado di scolarizzazione diffuso e qualificato, che è molto apprezzato a livello ecumenico e interreligioso, come attesta la frequenza in percentuale di rilievo di studenti provenienti da altre Chiese e comunità ecclesiali cristiane e dalla popolazione musulmana.
La diocesi patriarcale di Gerusalemme e la Custodia francescana sostengono da lunga data un ammirevole impegno in questo ambito con l’aiuto proveniente dalla Colletta, che è seguito da organismi propri.
È attivo un segretariato di solidarietà che coordina il sostegno alle istituzioni scolastiche gestite dalle altre comunità cattoliche e dagli istituti religiosi.
Va segnalata la Bethlehem University per il rilevante contributo annuale assegnatole, dopo la recente acquisizione di una struttura nella città di Betlemme per il necessario ampliamento della prestigiosa istituzione.
La priorità formativa è sempre sottolineata in tutta la sua importanza. Grazie alla colletta si può provvedere a devolvere contributi ai seminari, alle case di formazione religiose e istituzioni culturali nei territori indicati, sostenendo sotto varie forme (con borse di studio complete di vitto e alloggio, tasse universitarie e ogni altra necessità sanitaria) anche a Roma, dove studiano giovani seminaristi e sacerdoti, religiosi e religiose, e, compatibilmente con i fondi disponibili, alcuni laici, provenienti dall’area mediorientale, i quali vi ritorneranno, specialmente quali futuri formatori.
In questi anni, a motivo della delicata congiuntura economica internazionale, avanza il problema di un particolare sostegno alle stesse famiglie cristiane, che sono sempre più in difficoltà a garantire la loro partecipazione nella gestione amministrativa delle scuole cattoliche.
La possibile attenzione è riservata alle emergenze e nell’anno 2013, come negli anni appena passati, al primo posto è la Siria, per la quale è in atto una verifica per un aiuto straordinario al clero, religiosi e religiose e comunità di fedeli da essi assistite con stanziamenti per le urgenze umanitarie tramite la nunziatura apostolica, la quale è in stretto collegamento con Caritas Siria.
La Congregazione per le Chiese orientali con altri proventi offerti dalla Chiesa universale e da singoli benefattori, e con l’encomiabile impegno delle citate agenzie cattoliche internazionali, provvede ai sussidi ordinari e straordinari a tutte le altre Chiese orientali cattoliche del mondo sia nella madrepatria sia nella diaspora. Sul piano formativo, solo a Roma, contribuisce al sostentamento del Pontificio Istituto orientale e di circa 400 studenti nelle otto istituzioni formative direttamente gestite con borse di studio complete, intervenendo poi con parziali contributi a studenti presso altre strutture culturali.
Il rapporto della Custodia francescana
Anche nello scorso biennio la Custodia francescana di Terra Santa si è impegnata nella progettazione, programmazione ed esecuzione di numerosi progetti e opere, che comprendono interventi nei luoghi santi e iniziative a beneficio di giovani, famiglie, parrocchie, scuole. Lo documenta il Rapporto sommario 2012/2013 diffuso dalla Custodia, che da domani mattina, venerdì 7 marzo, sarà sul sito del nostro giornale (www.osservatoreromano.va).
L'Osservatore Romano