giovedì 6 marzo 2014

I bilanci si fanno dal confessore

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Le reazioni dei media internazionali all’intervista di Ferruccio de Bortoli. 

(Silvia Guidi) Francesco non traccia il bilancio di un anno di pontificato; i bilanci si fanno solo con il confessore, sottolinea su «Avvenire» Andrea Galli, commentando l’intervista di Ferruccio de Bortoli al Papa sul «Corriere della Sera» e sul quotidiano argentino «La Nación» del 5 marzo. Nel lungo colloquio, continua Galli, entrano anche i rapporti con la Cina e l’Oriente cristiano e la valorizzazione della donna, dalle riflessioni sul tratto mariano della Chiesa di von Balthasar al libro «bellissimo» che Bergoglio sta leggendo, Pietro e Maddalena di Damiano Marzotto.

«Un libro — scrive sul Corriere della sera del 6 marzo Lucetta Scaraffia che a esso aveva dedicato un editoriale su «L’Osservatore Romano» del 22 agosto 2010 — in cui il celibato di Gesù non è visto come una rinuncia, ma come la proposta di una forma più profonda di rapporto con le donne, che ne valorizza la differenza». E «anche se agli apostoli è affidata la missione di evangelizzare il mondo», per non perdersi essi «hanno bisogno della fedeltà delle donne che attraversa la notte». Il saggio di Marzotto, conclude Scaraffia, aiuta a capire che «non si tratta di un problema di pari opportunità, ma piuttosto di una questione spirituale profonda e originaria che definisce la natura della Chiesa stessa».
La Bbc inglese, come anche lo spagnolo «El País», riprendono anzitutto le sue parole sugli abusi pedofili, mentre dagli Stati Uniti d’America all’Australia i media pongono l’accento sui temi dello status dei divorziati nella Chiesa, sulle unioni civili e sul fine vita.
Jim Yardley sull’«International New York Times» sottolinea il concetto che il Papa non ama ritratti oleografici e la “francescomania” — tema privilegiato anche nel commento all’intervista pubblicato sul quotidiano spagnolo «La Razón» — mentre Deborah Ball su «The Wall Street Journal» si sofferma maggiormente sulle frasi concernenti la crisi della famiglia e la valorizzazione del ruolo della donna nella Chiesa, mentre Michelle Boorstein su «The Washington Post» analizza le conseguenze dell’“effetto Francesco” sui cattolici americani, a un anno dalla sua elezione.
Sébastien Maillard, corrispondente del quotidiano francese «la Croix» a Roma, parla della terza intervista concessa a un quotidiano italiano, dopo «la Repubblica» e «La Stampa», scrivendo che il Papa ha colto l’occasione per correggere interpretazioni sbagliate e sfatare leggende metropolitane su di lui ormai molto diffuse, difendendo in modo molto chiaro l’operato del suo predecessore sulla questione pedofilia.
John L. Allen, su «The Boston Globe», scrive che Papa Francesco può aver conquistato menti e cuori in tutto il mondo con la sua semplicità e con il suo stile familiare, ma non ha paura di essere fermo e deciso su alcuni punti, quando serve, dicendo che la Chiesa è permanentemente nel mirino degli attacchi dell’opinione pubblica internazionale, soprattutto sul tema della pedofilia e degli abusi sull’infanzia.
Un concetto sottolineato anche da Marco Garzonio sul «Corriere della Sera» il giorno seguente all’uscita dell’intervista, nell’articolo in cui si ribadisce che Bergoglio recupera gli insegnamenti scomodi dei suoi predecessori. Il Papa — scrive Elisabetta Piqué sul quotidiano argentino «La Nación» (che il 5 marzo scorso ha pubblicato la versione in spagnolo dell’intervista concessa dal Papa a Ferruccio de Bortoli, contemporaneamente al quotidiano di via Solferino a Milano) — è consapevole che molti lo accusano di aver aperto un vaso di Pandora convocando un sinodo sulla famiglia, ma anche in quest’occasione ha ribadito la sua fiducia nel dibattito interno alla Chiesa, utile e necessario per approfondire la riflessione teologica su temi tanto delicati e complessi.
Francesco non sente più di tanto la nostalgia per l’Argentina e non tornerà nel suo Paese prima del 2016, scrive con un’ombra di dispiacere Julio Algañaraz sul «Clarín», citando il passo dell’intervista in cui il Papa ammette che davvero il cambio di diocesi (da Buenos Aires a Roma) non era prevedibile, e sottolinea il fatto che il matrimonio è possibile solo tra un uomo e una donna. La portoghese Agência Ecclesia rilancia invece le critiche alla globalizzazione e l’idolatria del denaro, mentre Joshua J. McElwee sul «National Catholic Report» pone l’accento sulla stima di Francesco per la “genialità profetica” di Paolo VI, espressa dall’enciclica Humanae vitae.
L'Osservatore Romano

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