mercoledì 12 marzo 2014

Il cardinale e la matematica

Lent is a call to taste people’s hunger and touch their poverty with our very fingers.  Credit: Caritas


«Tanti anni fa insegnavo matematica. Ma nonostante la mia esperienza in materia, c’è un’equazione la cui soluzione non mi soddisfa affatto: le 85 persone più ricche del pianeta possiedono quanto la metà della popolazione mondiale messa assieme». Prende spunto da un’esperienza personale il messaggio per la Quaresima 2014 del presidente di Caritas internationalis, il cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga.

È incentrato su tre termini chiave — uguaglianza, semplicità e condivisione — e rilancia la campagna «Una sola famiglia umana, cibo per tutti». Era stata avviata prima di Natale e punta a eliminare la fame entro il 2025. L’iniziativa ha avuto un’eco mondiale grazie anche alle parole pronunciate da Papa Francesco all’Angelus della prima domenica di Quaresima. Durante questo tempo, ha raccomandato il Pontefice, «teniamo presente l’invito della Caritas internazionale nella sua campagna contro la fame nel mondo».
E anche ad altre parole del Papa, quelle contenute nel messaggio per la Quaresima, fa riferimento il cardinale Rodríguez Maradiaga quando ribadisce che se «il potere, il lusso e il denaro diventano idoli, si antepongono all’esigenza di una equa distribuzione delle ricchezze. Pertanto, è necessario che le coscienze si convertano alla giustizia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla condivisione». Per questo, prosegue il porporato, «ciascuno di noi è invitato a riflettere» sul significato degli appelli del vescovo di Roma, domandandosi: «Che cosa è la giustizia? Dove ci sono disuguaglianze? Come la mia vita può essere più semplice? Con chi posso condividere?». In tal senso la campagna contro la fame promossa da Caritas internationalis, aggiunge il presidente, può rappresentare «un’occasione per rispondere all’invito di Papa Francesco». Infatti, l’organismo caritativo ritiene «profondamente ingiusto che più di 800 milioni di persone soffrano la fame» e che esse non si troverebbero in tale condizione «se ci fosse una maggiore uguaglianza nella distribuzione della ricchezza e se le risorse venissero condivise in modo
più equo». Il cardinale dà anche indicazioni pratiche in proposito. «Ognuno di noi — spiega — può vivere in modo più semplice, consumare meno, sprecare meno ed essere più consapevole delle proprie scelte. Condividere il nostro pane, le nostre risorse, noi stessi, è la pietra angolare della nostra fede; ma è anche una soluzione alla fame nel mondo». Dunque — conclude — la Quaresima può essere «il momento per unire le nostre mani a quelle dei nostri fratelli e sorelle che fanno parte dei 3,5 miliardi di persone povere nel mondo». Anzi, «come direbbero gli americani, è il momento di “fare i conti”», che possono essere fatti anche attraverso una donazione on-line a www.caritas.org o realizzando «qualcosa di grande o di piccolo» per aiutare le persone povere e vulnerabili nelle comunità di appartenenza.
L'Osservatore Romano