venerdì 21 marzo 2014

Papa Francesco ai familari delle vittime innocenti della mafia: "A voi protagonisti assenti, uomini e donne mafiosi, convertitevi! Ve lo chiedo in ginocchio!"

"Convertitevi e non fate più il male"

Appello di Francesco ai mafiosi nella veglia con i familiari delle vittime della criminalità organizzata

REDAZIONEROMA
Francesco si rivolge ai mafiosi con parole chiarissime: "Il vostro potere è insanguinato, per favore, ve lo chiedo in ginocchio, convertitevi e non fate più il male". Si appella ai "grandi assenti di oggi, ma protagonisti: uomini e donne di mafia cambiate vita». Quindi «convertitevi, fermate di fare il male. Noi preghiamo per voi: convertitevi ve lo chiedo in ginocchio è per il vostro bene», ha ripetuto.

«Questa vita che vivete non vi darà felicità, gioia. Potere e denaro che avete adesso da tanti affari sporchi, dai crimini mafiosi sono denaro insanguinato, potere insanguinati, non potrai portarlo all'altra vita». Perciò «convertitevi  c'è tempo per non finire nell'inferno, che è qeullo che vi aspetta se non cambiate strada»  E«avete avuto un papà e una mamma pensate a loro e convertitevi».

Dunque "potere e denaro che avete adesso da tanti affari sporchi e crimini mafiosi è denaro insanguinato, e potere insanguinato e non potrai portarlo nell'altra vita". 

E per impartire la benedizione ha indossato la stola di di don Diana, martire della lotta alla camorra. Il Papa ha ascoltato in atteggiamento di raccoglimento e preghiera l'elenco delle 842 vittime innocenti di mafia durante la veglia con i familiari nella chiesa romana di San Gregorio VII. Gli ultimi nomi, tra cui quelli dei bambini uccisi nelle ultime settimane, sono stati letti dall'ex procuratore di Torino Giancarlo Caselli, che ha concluso promettendo a nome di tutti l'impegno in favore della verità e della giustizia.

Al termine un lungo applauso, con tutto l'uditorio in piedi, compreso il Pontefice. Francesco, accolto dagli applausi della folla, è arrivato a bordo di un'utilitaria, e appena sceso ha abbracciato calorosamente don Luigi Ciotti, presidente della fondazione Libera che ha promosso l'incontro con i familiari delle vittime innocenti della mafia.

Il Papa ha salutato alcuni dei fedeli presenti dinanzi alla chiesa, poi è entrato all'interno tenendosi mano nella mano con don Ciotti. «Pensavamo di incontrare un padre, abbiamo trovato un fratello, fratello Francesco», ha scandito don Ciotti: "La mafia uccide la speranza, troppi silenzi nella Chiesa". All'incontro con Bergoglio hanno preso parte Maria Falcone, i parenti di don Peppino Puglisi, quelli di don Giuseppe Diana.

Il saluto al Papa in rappresentanza delle oltre 15 mila persone che hanno perso un loro caro per mano della violenza mafiosa è stato pronunciato da Stefania Grasso, figlia di Vincenzo Grasso, l'imprenditore di Locri (Reggio Calabria) assassinato dalla `ndrangheta il 20 marzo 1989 per le sue denunce contro le richieste estorsive: "Vogliamo andare avanti  per testimoniare il loro esempio, la ringraziamo nella certezza che questo di stasera sarà l'inizio di un percorso, ci guardi, Santo Padre. Guardi ognuno di noi, legga nei nostri occhi il dolore della perdita di un padre, di una madre, di un figlio, di un fratello, di una sorella, di una moglie, di un marito. Guardi nel nostro volto i segni della loro assenza, ma anche del loro coraggio, del loro orgoglio della nostra voglia di vivere». E «guardi le nostre mani, il loro continuare a fare. Ci guardi, capaci di andare avanti per testimoniare il loro esempio. Ma soprattutto guardi e legga nel nostro cuore la speranza di coloro che sono certi che le cose possono cambiare». Per questo "continuano a combattere e noi guardiamo a lei, Santo Padre, per ringraziarla di essere qui adesso, oggi qui con noi, nella certezza che questo non sarà un momento ma un percorso da fare insieme: un percorso, un cammino che porti pace, verità e giustizia nelle nostre vite, ma soprattutto nel nostro paese".

Racconta Sonia Alfano, figlia del giornalista Beppe e presidente della Commissione antimafia europea: "L'affetto e la vicinanza che ci ha trasmesso Francesco sono un segnale dal valore inestimabile, soprattutto per chi ha visto uccidere dalla mafia un proprio familiare.Da molti anni mancava una voce così forte e autorevole, che desse a noi familiari e alla società una speranza, perché sia fatta giustizia per queste morti violente. Oggi è come se Francesco avesse voluto farsi carico delle nostre sofferenze e avesse voluto trasmetterci la forza necessaria per andare avanti". Le mafie "hanno 'tolto a troppe persone la vita e la dignità", evidenzia don Ciotti.  '

'Non sempre la Chiesa ha mostrato attenzione, troppi silenzi, sottovalutazioni, troppe prudenza, parole di circostanza. Ma anche tanta, tanta luce e positivita''', ha poi detto don Ciotti ricordando gli esempi di Raffaele Nogaro, ex vescovo di Caserta, don Pino Puglisi vittima di mafia a Palermo e don Peppe Diana ucciso dalla camorra a Casal di Principe. Il sacerdote antimafia ha definito Francesco ''un fratello'' ringraziandolo ''per averci accolto''.Ma la mafia, ha prodotto dolore come testimonia ''il lungo elenco delle vittime, con gli ottanta bambini, che ci graffia dentro. Ci sono tanti giusti in questo triste elenco persone sempre dalla parte di chi cerca la verità, persone libere e leali che non si sono lasciati piegare dalle difficoltà".In questo ricordo don Ciotti ha voluto inserire anche ''le vittime del lavoro non tutelato che è una violazione della dignità umana, le vittime degli affari sporchi, colpiti da tumori in zone contaminate, le migliaia di migranti caduti nei mari o nei del deserto e le ragazze vittime della tratta''. E"il 70% dei familiari delle vittime di mafia non consoce la verità: abbiamo bisogno di verità, di tanta verità". 

Il sacerdote ha citato vari casi di omicidi ancora non chiariti, compreso anche quello di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Occorre "rafforzare la confisca e non lasciare soli gli onesti: non si può esser cittadini a intermittenza, come ci dice il Papa non si può essere cristiani da salotto". In chiesa c'era anche Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, la giovane cittadina vaticana scomparsa in circostanze mai chiarite nel giugno 1983. "Partecipo assieme all'incontro del Papa con le vittime delle mafie perché  e la mia famiglia siamo vittime di quell'impasto fatto di mafia, massoneria, criminalità che produce solo omertà".

Un lungo applauso ha interrotto la lettura dei nomi quando sono stati citati i giudici Falcone e Borsellino con gli uomini delle loro scorte. Presenti tra le autorità il presidente del Senato Pietro Grasso, la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, il sindaco di Roma Ignazio Marino, l'ex pm Antonio Ingroia. Francesco, seduto su una semplice sedia accanto a don Ciotti,  ha ascoltato con il capo chino l'elenco dei nomi poi è stato proclamato il Vangelo delle Beatitudini. Il Papa ha così ribadito l'appello che fece Giovanni Paolo II nel 1993 nella Valle dei Templi, ad Agrigento.

"Il desiderio che sento è di condividere con voi una speranza: che il senso di responsabilità piano piano vinca sulla corruzione in ogni parte del mondo. Ma questo deve partire da dentro, dalle coscienze. E risanare i comportamenti e il tessuto sociale. Così la giustizia si allarghi e radichi, e prenda il posto dell'iniquità. Sarò con voi in questo cammino che richiede tenacia e perseveranza",ha ammonito Francesco.
Vatican Insider