venerdì 20 giugno 2014

Eugenia Roccella e il suo tentativo di legiferare sull’eterologa



fecondazione-eterologa
di Francesco Agnoli
Ho già avuto modo di parlare della lettera scritta dall’onorevole Eugenia Roccella a tutti i parlamentari sulla necessità di fare una legge sull’eterologa.
Torno sull’argomento perchè non è chiaro a tutti la portata rivoluzionaria della sentenza della Corte Costituzionale che introduce l’eterologa come un principio costituzionale. L’eterologa avrà infatti una portata devastante sulla futura società italiana.
Prima però di entrare nel merito occorre ricordare alcuni principi di teologia morale. Ricorrendo al paragrafo 73 di Evangelium Vitae, nel quale si legge quanto segue:
“Nel caso quindi di una legge intrinsecamente ingiusta, come è quella che ammette
l’aborto o l’eutanasia, non è mai lecito conformarsi ad essa, «né partecipare ad una campagna di opinione in favore di una legge siffatta, né dare ad essa il suffragio del proprio voto».98
Un particolare problema di coscienza potrebbe porsi in quei casi in cui un voto parlamentare risultasse determinante per favorire una legge più restrittiva, volta cioè a restringere il numero degli aborti autorizzati, in alternativa ad una legge più permissiva già in vigore o messa al voto. Simili casi non sono rari. Si registra infatti il dato che mentre in alcune parti del mondo continuano le campagne per l’introduzione di leggi a favore dell’aborto, sostenute non poche volte da potenti organismi internazionali, in altre Nazioni invece — in particolare in quelle che hanno già fatto l’amara esperienza di simili legislazioni permissive — si vanno manifestando segni di ripensamento. Nel caso ipotizzato, quando non fosse possibile scongiurare o abrogare completamente una legge abortista, un parlamentare, la cui personale assoluta opposizione all’aborto fosse chiara e a tutti nota, potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge e a diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica.
Così facendo, infatti, non si attua una collaborazione illecita a una legge ingiusta; piuttosto si compie un legittimo e doveroso tentativo di limitarne gli aspetti iniqui”.
Questo principio, come ha ricordato Marco Mancini su Campari-De Maistre è stato ribadito da Benedetto XVI nellaNota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica(2002):
“Giovanni Paolo II, continuando il costante insegnamento della Chiesa, ha più volte ribadito che quanti sono impegnati direttamente nelle rappresentanze legislative hanno il «preciso obbligo di opporsi» ad ogni legge che risulti un attentato alla vita umana. Per essi, come per ogni cattolico, vige l’impossibilità di partecipare a campagne di opinione in favore di simili leggi né ad alcuno è consentito dare ad esse il suo appoggio con il proprio voto. Ciò non impedisce, come ha insegnato Giovanni Paolo II nella Lettera Enciclica Evangelium vitae a proposito del caso in cui non fosse possibile scongiurare o abrogare completamente una legge abortista già in vigore o messa al voto, che «un parlamentare, la cui personale assoluta opposizione all’aborto fosse chiara e a tutti nota, potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge e a diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica»”.

Alla luce di queste indicazioni magisteriali, che non fanno che ribadire una verità di buon senso (dovo non posso evitare o abrogare un male già esistente, mi batto per il massimo bene possibile in quella determinata circostanza), e una dottrina cattolica tradizionale, è bene illustrare brevemente come stanno le cose:
1)  la Corte Costituzionale ha deciso che l’eterologa è costituzionale. Ciò significa che per abrogare l’eterologa in Italia servirebbe una legge a maggioranza qualificata. Sul divorzio breve abbiamo avuto circa 30 contrari. Sull’eterologa qualcuno crede ne possiamo trovare poco meno di 400?
2) rebus sic stantibus in Italia si può ricorrere all’eterologa quando e come si vuole. A meno che qualcuno in Parlamento non cerchi di arginare il male, riducendolo per quanto possibile (sarà difficilissimo).
Chi sta in parlamento non solo può, ma deve cercare di arginare il male. Se non lo fa, pecca d’omissione. Roccella non ha proposto il male; ma di fronte ad un male esistente ha proposto di arginarlo, nel massimo grado ora possibile. Con grande conoscenza dell’argomento (cosa che, in Parlamento e non solo, manca ai più, in questi temi così delicati e complessi)
Come ha proposto di arginare il male Roccella? Imponendo ad esempio, tra le altre cose, l’obbligo di gratuità e il divieto di anonimato.
Cosa significa ? Che se passasse la sua legge nessuna donna o uomo potrebbe vendere ovuli o seme a pagamento. Risultato? Su 100 possibili banche del seme e degli ovuli ne chiuderebbero almeno 90. Il business dell’eterologa subirebbe un duro colpo e migliaia e migliaia di bambini programmati orfani di almeno un genitore genetico sarebbero evitati.
eterologa vendita ovuli
Infatti quale donna si farebbe rimepirebbe di ormoni, subendo così una iperstimolazione ovarica, con rischio di emorragia, sterilità, cancro, talora morte (vedi sopra) , gratuitamente?

E quale uomo rischierebbe, senza alcun compenso, di spargere decine di figli suoi in giro per il paese?
(Come si vede nel ritaglio sotto -Corriere della Sera, 23 novembre 2010- quando le donazioni di sperma sono davvero donazioni, e non vendite, calano bruscamente,e  bisogna attingere da altri paesi)
eterologa 2

A questo si aggiunga il divieto di anonimato. Se oggi un uomo può vendere il suo seme, anche per 100 volte, domani con la legge proposta da Roccella, non solo non potrebbe venderlo, ma dovrebbe regalarlo; in più dovrebbe registrare il suo nome e rischiare, come succede in vari paesi, di trovarsi domani sotto casa un ragazzo/a di 18 anni che gli dice: “tu sei mio padre! Fuori l’eredità!“…. (in tutti i paesi in cui l’anonimato è stato tolto, la caccia ai propri genitori da parte dei figli dell’eterologa è cresciuta e questo ha ridotto di gran lunga il ricorso alla pratica)
eterologa 1

Risultato dei due paletti (senza considerare gli altri proposti) introdotti da una siffatta legge?
Riduzione quasi totale della fattibilità dell’eterologa.
Riduzione drastica dei bambini prodotti con tecniche artificiali eterologhe. Riduzione del danno da Corte costituzionale al massimo grado possibile nella circostanza attuale. Un parlamentare che sappia quanto male fa l’eterologa, che sappia di non aver in mano alcuna possibilità di mutare una imposizione della Corte, e che cerchi di arginare il male il più possibile cosa fa? Il suo mestiere; il suo dovere. Un dovere che oggi, però, è quasi eroico. Per questo non si può che essere grati a chi lo fa.