sabato 6 settembre 2014

La fertilità della fede



La storia incredibile di una famiglia che si è fidata più di Dio che delle opere umane


Era in carcere e non credeva. Madre Elvira della Comunità Cenacolo gli ha detto che Dio aveva fede in lui. Ha trovato la fede, il lavoro ed anche la moglie. Volevano tanti bambini ma i medici dissero che non potevano averli. Maurizio e Paola si sono affidati al Signore. Hanno pregato e frequentato i sacramenti. La medicina di Paola non erano le pillole per renderla fertile, ma l’Ostia. Così sono nati sei splendidi bambini.
Son partiti in missione, in Brasile hanno adottato altri sei bambini che non avevano famiglia. Sembrava che Paola non potesse avere bambine. Sono andati tutti insieme con i dodici maschietti a pregare sulla tomba di Giovanni Paolo II, ed è nata  Maria Chiara Luce. L’ultimo nato è stato Federico, è affetto dalla sindrome di Down, ma Maurizio e Paola lo hanno accolto con grande entusiasmo. Un dono, “il regalo più bello che Dio poteva farci”, hanno detto. Segue la storia incredibile di una famiglia che si è fidata più di Dio che delle opere umane.
Siamo Maurizio e Paola e siamo felicissimi di testimoniare i miracoli che Dio ha compiuto nella nostra vita. Dio si è manifestato nella mia vita attraverso Madre Elvira. In quel tempo, 27 anni fa, mi scrisse una lettera in carcere; io non la conoscevo, però i miei genitori si erano messi in contatto con lei. In questa lettera lei mi disse molte verità dirette, senza diplomazia. Dopo un anno di carcere ho compreso che lei mi stava amando davvero dicendomi la verità in faccia. Quando sono uscito dal carcere ed ero agli arresti domiciliari a casa, lei è venuta a trovarmi. Io le ho detto: “Ma suora, lei mi parla di fede, io non ho fede!”, e lei mi ha risposto: “Non ti preoccupare, ce l’ho io, abbi fiducia in noi!”. E io, molto orgoglioso, ho continuato: “Ma io non credo neppure in Dio, figurarsi in una suora!”, e lei: “Dio crede in te!”.
Questo è stato l’inizio del cambiamento della mia vita. Sono entrato in Comunità, ho fatto il mio cammino e poi Dio mi ha fatto il regalo più bello della mia vita, Paola, mia moglie. Ci siamo sposati, felici, volevamo avere tanti figli, solo che dopo tre anni di matrimonio abbiamo scoperto di non poterne avere. Paola rimaneva incinta, poi però al terzo, quarto mese di gravidanza “perdeva” il bambino, e così tre sono andati in cielo.
A quel punto i medici ci hanno detto di prendere delle precauzioni perché Paola rischiava la salute. Noi in quel periodo eravamo in Brasile come missionari pensando di “restituire” a Dio, in un anno di volontariato coi bambini di strada, tutti i doni ricevuti. Abbiamo avuto un momento di crisi. Ci siamo detti: “Mamma mia, noi qui accogliamo bambini che i genitori non vogliono e noi non possiamo avere figli! Ma Dio non può fare un miracolo con noi?”.
Abbiamo deciso di intensificare i momenti di preghiera e di chiedere a Dio cosa voleva da noi, ed è stato molto bello perché pregando insieme e parlandone, abbiamo capito che Dio ci voleva lì in Brasile: non eravamo ancora pronti per avere un figlio “nostro” e Dio, che lo sapeva, ci preparava. Allora abbiamo pensato di dire il nostro “sì” a Dio e a quei bambini pensandoli come “nostri”, un “sì” fatto di incoerenze, di debolezze, di povertà, ma che cerchiamo di rinnovare tutti i giorni da diciassette anni.
Paola ha preso la decisione di non prendere nessun farmaco particolare all’infuori dell’Eucaristia, tutti i giorni nella Santa Messa. E dopo nove mesi di questo nostro “sì”, è nato prima Francesco, dopo è nato Stefano, dopo è nato Tommaso, poi Filippo, poi è nato Lorenzo e quindi Giovanni Paolo. Potevamo solo ringraziare! La fede cresce e si rafforza attraverso le opere dell’amore e allora, con tutti i nostri limiti, abbiamo cercato di dedicare la nostra vita ai bambini del Brasile, che oggi nella missione dove viviamo sono ottanta.
Abbiamo preso questa decisione perché abbiamo capito che il servizio è la strada più breve per arrivare a Gesù. Poi è accaduto un altro miracolo: sei anni fa abbiamo accolto sei fratellini brasiliani nella nostra missione: il più piccolo, Samuele, aveva 2 anni, ed il più grande, Daniele, ne aveva 10. Quando sono piccoli, vanno in adozione abbastanza velocemente, solo che non c’era nessuna famiglia così “matta” da adottarne sei. Allora il giudice ci ha detto di prepararli perché non sarebbero stati adottati tutti e sei da un’unica famiglia. Quando gliene abbiamo parlato loro si sono messi a piangere con sofferenza grande, e ci hanno supplicato di non dividerli.
Allora mia moglie ed io abbiamo chiesto un segno a Dio. La cosa bella è che io non ne ho parlato con Paola e lei non ne ha parlato con me. Io ho dato la mia disponibilità dinanzi a Gesù, nell’adorazione quotidiana, e gli ho detto: “Se Tu lo vuoi, io ci sono, ma deve essere Madre Elvira a confermare il passo dell’adozione, e devi dirlo tu a Paola”. Avevamo scritto una mail in Italia per cercare una famiglia disposta ad adottare questi bambini. Nella Veglia di Pasqua di quell’anno, padre Stefano ha avuto una luce, ne ha parlato con Madre Elvira e poi ci hanno risposto dicendo: “Abbiamo pregato e cercato, ma non abbiamo trovato la famiglia. Ma perché non potreste essere voi i genitori di questi bambini?”. Sono corso da Paola commosso e le ho letto la mail: “Paola, è Madre Elvira che ce lo consiglia”, e Paola con le lacrime agli occhi mi ha detto: “Sai che io l’avevo chiesto a Dio?”. Così Dio ci ha preparato e ci dà la forza ancora oggi per educare questi meravigliosi figli.
Ma i miracoli non sono finiti!
In quegli anni Paola aveva fatto degli esami scoprendo che un anticorpo provocava la morte delle figlie femmine nel suo grembo. Con i dodici figli maschi, cinque anni fa, siamo venuti qui alla festa e poi siamo andati a Roma per ringraziare Giovanni Paolo II, sulla sua tomba. Paola ed io abbiamo detto ai bambini che era un Papa speciale e che potevano chiedergli qualsiasi cosa. Quando siamo usciti dal Vaticano ho chiesto loro: “Cosa avete chiesto?” e tutti in coro: “Una sorellina!”. Nove mesi dopo, il 2 aprile, giorno in cui Giovanni Paolo II era andato in cielo, è nata Maria Chiara Luce! Infine, tre mesi fa, è nato Federico, con la sindrome di Down, ed è il regalo più bello che Dio poteva farci per completare l’opera. Interessandoci sui bambini Down, abbiamo scoperto che sono più puri, senza malizia o interesse quando parlano, ascoltano, abbracciano: Federico è venuto per purificare il nostro amore. Concludo dicendovi che con Dio, davvero, si può costruire un matrimonio felice! 
Al racconto di Maurizio Paola ha aggiunto:
Quando è nato Federico non sapevamo che fosse così speciale; i medici mi giravano intorno: “Signora, quanti anni ha? Perché suo figlio ha dei lineamenti che potrebbero sembrare…”. E io ho detto: “Ha la sindrome di Down? Benissimo! Ma a noi non interessa! È nostro figlio, lo amiamo! Ci siamo innamorati appena lo abbiamo visto. Ditemi solo come fare per aiutarlo. L’importante è che viva, noi siamo contenti così!”.
Abbiamo sentito da subito che era unico, un dono speciale, perché ci ha fatto sentire tanta tenerezza, l’ha tirata fuori al primo sguardo, e poi, impareremo tanto da lui. Soprattutto, è venuto a portare l’essenzialità nella nostra famiglia, da subito. Abbiamo iniziato a togliere delle cose in casa, abbiamo tolto il sofà per poter tornare dall’ospedale perché fa polvere e non va bene per la sua salute. Piano piano ci ha riportati all’essenziale. Lo ringraziamo tanto perché è una cosa con la quale lottavamo ma non riuscivamo a metterla in pratica con costanza.
“Beata colei che ha creduto”: lo sento lo slogan della mia vita perché è ciò che mi ha tenuto in Comunità. Oggi sto scoprendo quel qualcosa di più che sono i figli, la missione, la famiglia, ma anche qualcosa di più dentro di me. Sono le battaglie di ogni giorno che vale la pena superare perché c’è qualcosa di più dopo, è come un grande puzzle quotidiano, che se hai saputo viverlo unendo ogni pezzo, viene fuori un’immagine così bella! Ringrazio Dio e la Madonna perché da quando l’ho sentita come Madre, mi dà tanta forza.
Tanti ci chiedono come facciamo con tutti questi figli: ebbene, non facciamo nulla se non affidarli ogni giorno a Dio. Umanamente noi non ce la possiamo fare: abbiamo i nostri limiti, mancanze e povertà, ma affidandole a Dio, abbiamo la certezza che Lui li trasforma. Noi diciamo soltanto “sì”, e Dio di questo “sì” fa qualcosa di importante per tutti.
Chiedo perdono a Dio perché tante volte dico di “sì” a denti stretti, ma oggi voglio chiedergli di dire di “sì” a cuore aperto, proprio con gioia. Insomma, dai denti stretti non esce nulla, invece con un “sì” dal cuore nasce la fede e tutto quello che abbiamo bisogno per accompagnare questo “sì”.
Zenit
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Storie di ordinaria follia...........
Vogliamo ringraziare Dio Padre per il dono della famiglia. Siamo Gabriele e Mariagrazia, una famiglia della Comunità Cenacolo. Viviamo nella fraternità di Chiusa Pesio, una casa con ragazze, ragazzi e bambini. Anche noi a nostro tempo siamo entrati in Comunità per il problema della droga. Eravamo giovani, e tutti e due arrivavamo da famiglie di preghiera, ma il problema della droga è arrivato lo stesso. Grazie a Dio la Comunità è entrata nelle nostre vite. Un giorno, dopo un bel periodo di cammino, ci siamo conosciuti e abbiamo iniziato il fidanzamento. Una bella cosa che ricorderemo sempre e che raccontiamo anche ai nostri figli, è stato quando Gabriele mi ha notata tra tante ragazze: dopo avermi osservata - se servivo, se lavavo i piatti, insomma, in tante semplici cose della vita di tutti giorni - è andato da Suor Elvira a dirle che avrebbe voluto “fare amicizia” con me. Dopo il “Sì” di Suor Elvira è venuto a dichiararsi a me, che oggi sono diventata sua moglie. Dopo quasi un anno, la Comunità ha pensato di metterci insieme in una casa mista a far esperienza come fidanzati. Penso proprio che il fidanzamento che abbiamo vissuto sia stato bello, ricco e pulito come ai tempi della mia bisnonna; il tempo che passavamo insieme era per pregare, condividere e lavorare. Certo, ci desideravamo, però non abbiamo avuto rapporti prematrimoniali perché senza il Sacramento del matrimonio sarebbe stato solo sesso, solo conoscersi nella carne. Tutti questi insegnamenti e valori ce li ha trasmessi Suor Elvira e speriamo che un giorno anche i nostri figli li seguano.
Ci sentiamo fortunati ma sopratutto chiamati. Viviamo un periodo ricco di gioia, visto che il nove gennaio è nata Gloria, la nostra quarta bimba: è sempre bello vivere quest’attesa e questo grande miracolo che è la “vita” che non siamo noi a programmare. Grazie a Madre Elvira impariamo tanto nell`educazione dei bambini, ma soprattutto ogni giorno impariamo che noi genitori dobbiamo essere i primi ad educarci. E` bello per noi vivere in un ambiente dove il primo valore è la preghiera, sia nella nostra famiglia che con gli altri. Vivere nella Provvidenza di Dio è una cosa grande, la viviamo giorno per giorno senza pensare a cosa sarà domani, fidandoci di Lui che vede i nostri bisogni. Impariamo, quando manca qualcosa, anche se piccolo , a rinunciare o diciamo ai bambini: “Chiedi a Gesù, se è veramente una cosa indispensabile poi arriverà”. Ma poi ci accorgiamo che non ci lascia mai, e dico mai, a bocca asciutta, c’è sempre di più. Viviamo in questo grande miracolo che è la Comunità, dove siamo immersi nella Provvidenza di Dio e dove ci sentiamo padre e madre, non solo dei nostri figli ma di tutti quelli che vivono insieme a noi. Preoccuparci degli altri e dei loro bisogni ci fa sentire capaci di amare, amare senza interessi, che è la cosa più bella: pensate un po’ che miracolo di Gesù è questo. 
Grazie Signore Gesù per il dono della Comunità. Ti vogliamo affidare tutte le famiglie che non vivono nella gioia. Grazie.
Gabriele e Mariagrazia




Elizabeth e Dario
Siamo Elizabeth e Dario. Da dieci anni circa viviamo come famiglia in una delle missioni della Comunità Cenacolo che si occupa di aiutare bambini di strada e con problemi di abbandono, violenza e maltrattamento. Abbiamo deciso di donarci al servizio di questi bambini bisognosi aiutandoli con l’esempio famigliare a guarire le loro ferite più profonde e dando loro l’opportunità di crescere in un ambiente diverso, sano, pulito, condividendo con loro la preghiera, il lavoro e l’amicizia.
Dario è un “figlio” della Comunità, perché è entrato in Italia diciassette anni fa con problemi di droga, oltre a quello della solitudine che viveva e alla mancanza di rispetto e amore verso se stesso e gli altri, senza distinguere il bene dal male. 
La Comunità gli ha dato l’opportunità di rinascere come una persona libera, con tanti doni che prima non conosceva. Gli ha dato l’opportunità di conoscere da vicino, toccare e sperimentare l’amore di Dio. Ha conosciuto Dio attraverso l’Eucarestia, senza la quale non sarebbe stato possibile guarire le ferite delle tenebre in cui viveva. Ha imparato cosa vogliono dire Libertà, Verità, Amore, Pazienza, Sacrificio, Felicità. 
Dario, dopo aver trascorso otto anni in Comunità, è entrato nella mia vita: ciò avvenne quando io, realizzata negli studi e nel mondo del lavoro, come professoressa in una delle migliori scuole della città, decisi, a trentaquattro anni di età, di cambiare la mia vita, per dare un senso a tutto quello che facevo, e di donarmi a una qualsiasi opera di volontariato. Così ho conosciuto la Comunità Cenacolo attraverso la missione del Messico. Fui molto commossa nel conoscere giovani altruisti dedicati totalmente alla preghiera, al lavoro e alle necessità dei bambini. Soprattutto rimasi sorpresa dalla pace, armonia e tranquillità che si respiravano tra di loro e in quel luogo. E questo fu l’inizio della mia conversione. Decisi di collaborare con loro gratuitamente donando il mio tempo e quello che sapevo fare. Incominciai così a sentire la stessa tranquillità dentro di me. Condividere con loro la preghiera e il lavoro mi dava la serenità e la pace che tanto desideravo nel profondo del mio cuore. Così ho conosciuto Dario, ci siamo innamorati e insieme abbiamo deciso di formare una famiglia e di continuare a vivere in Comunità. Un anno dopo formavamo già una nuova famiglia della Comunità. Un mese dopo il nostro matrimonio avevamo già quattro bimbi a nostro carico e il nostro primo figlio in arrivo. Solo allora ho incominciato a capire come Dario aveva potuto sanare le ferite del suo passato, perché la Comunità ci propone uno stile di vita molto concreto, fondato sulla verità e la semplicità. Oggi, dopo aver vissuto tutto questo tempo in Comunità e con tre figli - Andrei di otto anni, Francesca di sei e Juan Pablo di quattro - sperimentiamo la libertà di sentirci realizzati come persone, come genitori e come famiglia. Contempliamo i nostri figli, e siamo felici di vederli crescere in un ambiente come quello della Comunità Cenacolo, dove possono condividere con altri bambini i doni che Dio dà ad ognuno. Per noi è un grande dono educare in un ambiente dove l’esempio vale più di qualsiasi parola e dove le azioni parlano da sole. 
Certamente le difficoltà ci sono. I nostri figli ci provocano molte volte con la disobbedienza, i capricci, le difficoltà della scuola, l’ora per pregare, per fare i compiti, per giocare, aiutare nel servizio. La nostra responsabilità come genitori non cambia, non è diversa dal resto delle altre famiglie, di fatto aumenta quando ci rendiamo conto che anche noi sbagliamo e non siamo completamente coerenti come esigiamo da loro. Cercare di equilibrare il tempo e i nostri spazi con le regole della Comunità non è sempre facile e richiede sacrificio: per esempio, l´essere costanti nella preghiera, sia quella personale che quella comunitaria, cercare di condividere con tutti quello che siamo e abbiamo. 
A volte, io come mamma chiedo ai miei figli di non gridare, di giocare in armonia, di non offendersi alzando la voce e curiosamente sono io la prima a non sapermi controllare, a volte, e questo succede in tante altre cose; come genitori riconosciamo i nostri limiti, però vivendo in Comunità abbiamo l´opportunità, con l’aiuto degli altri, di trovare questa coerenza. C’é sempre qualcuno che per amicizia ti consiglia di non gridare ai tuoi figli o agli altri, di cambiare sistema, di non essere orgoglioso, per il tuo bene e per il bene degli altri.
Dobbiamo crescere ancora molto per trasmettere i valori che nel mondo, tristemente, si stanno perdendo per la mancanza di Dio, che la Comunità propone come fondamento del nostro cammino. E’ proprio per questo che vogliamo crescere come famiglia in questo ambiente: perché abbiamo imparato che seguire il cammino cristiano non vuol dire solamente pregare, bisogna dimostrarlo con azioni concrete, come per esempio chiedersi scusa, saper perdonare, saper riconoscere i propri difetti, saper perdere, saper stare zitti, sorridere anche nei momenti di difficoltà, saper amare… Tutto questo con la speranza che i nostri figli si nutrano di questi valori importanti e che possano crescere come persone libere per affrontare il mondo, senza cadere negli stessi errori che noi abbiamo commesso. Per questo tutte le preoccupazioni umane, come per esempio una buona scuola, l’attenzione medica, il loro futuro materiale, passano in secondo piano, non perché non siano importanti, ma perché abbiamo toccato con le nostre mani che in tutto questo Dio non ci abbandona. La nostra decisione di vivere in Comunità, attraverso il servizio che svolgiamo in missione, si sposa perfettamente con la scelta che abbiamo fatto di seguire Gesù e di compiere la sua volontà, come lui stesso ci dice nel Vangelo: “ In verità vi dico, nessuno lascerà casa, sposa, fratelli, padre o figli per causa mia e del regno, senza ricevere il centuplo in questa vita e la vita eterna”. Grazie!
Elizabeth e Dario




GregorPrima di tutto sento di ringraziare Dio e la Comunità per la possibilità di testimoniare la mia resurrezione. Mi ricordo che un giorno, qualche anno fa, mi sono svegliato e ho chiamato mio padre dicendogli che non ce la facevo più. Nella mia famiglia andava tutto bene, tutto era ordinato, però, considerando più in profondità, non si pregava, il nostro quotidiano era una corsa dietro ai soldi, i miei genitori avevano tanti progetti per me e per i miei fratelli… e invece io ho vissuto una vita tutta disordinata, in cui non sono riuscito a trovare pace. Una mattina mi sono alzato e ho trovato il coraggio di dire a mio padre la verità, di dirgli chi sono. 
Ero tossicodipendente da più di dieci anni, ero distrutto, triste, e non avevo più voglia di niente. Qualche mese dopo sono entrato in Comunità; in questi mesi di preparazione mi sentivo più libero, però dall’altra parte ho vissuto anche l’esperienza forte del male, il male non ti lascia andare così facilmente. Sono entrato in comunità con tante lotte dentro di me e posso dire che, dopo qualche mese, la mia conversione è iniziata attraverso un ragazzo che era in Comunità da un po’ di tempo, che si è avvicinato a me e mi ha detto tutta la verità della mia vita; io sono rimasto in silenzio e non riuscivo a capire come lui sapesse tutto quello che era così in profondità nel mio cuore, tanto che non ero mai riuscito a dirlo a nessuno. Così con coloro che mi stavano accanto ho cominciato a fare il mio cammino comunitario e ho iniziato a pregare. Nel periodo di preparazione al mio ingresso in Comunità, l’unica persona che pregava era mia nonna, era sempre nell’altra stanza e recitava il rosario, io non capivo cosa facesse perché non ero mai andato in Chiesa. Se oggi sono in Comunità e vivo quello che vivo è grazie a lei, questa gioia che vivo è grazie a lei e alle sue preghiere. Dopo qualche anno di Comunità ho sentito nel cuore un desiderio profondo, ma ancora non riuscivo a capire se fosse un desiderio vero o no. Vivendo l’adorazione ogni mattina ho capito che volevo dire “sì” davanti a Dio a una persona che sentivo essere una parte di me, un sentimento più grande che in quei momenti non riuscivo a spiegare, ma ho continuato a pregare, e così ho conosciuto quella che oggi è mia moglie Zvonka. In lei ho visto tutto quello che desideravo per tutta la vita, mi piaceva il suo essere diretta e dirmi le cose in modo diretto, perché nella mia famiglia non si dicevano mai le cose in modo chiaro, ma sempre senza guardarsi negli occhi. Dopo il cammino di fidanzamento, un cammino pulito guidato dalla Comunità, e soprattutto guidato da Dio, lo scorso primo novembre abbiamo detto sì davanti a Dio per sempre e questo per me è una cosa incredibile, ero felice, perché pensavo che non mi sarei mai sposato. Qualche mese dopo abbiamo saputo che aspettiamo un figlio e anche questo è un progetto che non arriva da noi, è un progetto di Dio e ora attendiamo che lui nasca. Grazie


ZvonkaIo sono Svonka e sono qui con il mio sposo Gregor. Ringrazio soprattutto Dio che mi ha fatto incontrare la Comunità. Siamo giovani sposi, con l’età non tanto ma siamo sposati da pochi mesi, e Dio ci ha dato già il grande dono di essere in attesa di un figlio. Viviamo oggi una vita nuova. Non voglio parlarvi tanto di cose negative, ma ho passato tanti anni nella droga e nell’alcol e sono andata in profondità nel male. La mia famiglia mi ha insegnato sempre i valori cristiani, ogni domenica si andava a Messa e i miei genitori erano abbastanza “tosti” diciamo, però non si parlava. Non c’era dialogo tra noi, loro non mi dicevano come stavano e io anche non sapevo come esprimermi e per tanti anni ho incolpato i miei genitori, ma adesso mi rendo conto che non posso incolparli perché loro non hanno avuto la fortuna che ho io di imparare a dialogare, loro hanno vissuto in così tanta povertà che i loro genitori non hanno saputo trasmettere loro questi valori. Oggi ringrazio perché incontrando la Comunità ho imparato a conoscere me stessa, attraverso la preghiera ho imparato a conoscere chi sono e soprattutto a dirmi la verità, anche perché per tanti anni scappavo da me stessa e avevo tanta paura, ma quando ho cominciato a scoprire la bellezza della verità, vorrei anch’io ancora di più costruire il mio rapporto con i miei genitori. Vorrei anch’io diventare una mamma vera e sincera e questo adesso lo posso costruire con Gregor, perché dopo aver fatto tanti anni di cammino come ragazza in Comunità, dopo tante sofferenze, Gesù ha guarito tante ferite e deve continuare a guarirle, perché vedo che il mio passato ha lasciato tanti segni, ma non voglio più pensare al male ma al bene, perché attraverso Gregor ho trovato, attraverso Dio, un sostegno che mi spinge nel bene e nel positivo. Vedo che la preghiera ci dà la forza per andare avanti. Prima pensavo che la preghiera fosse una cosa per vecchi e non ci serve, invece oggi, pregando insieme il rosario e andando alla Santa Messa tutti i giorni, e confessandoci spesso, vedo che questi sono i valori che vogliamo trasmettere ai nostri figli. Ringrazio perché in Comunità abbiamo Madre Elvira che ci insegna a diventare questo tipo di genitori. Fuori non c’è nessuna scuola per diventare genitori, non puoi pagare per imparare, invece Madre Elvira concretamente ci fa vedere e ci fa capire come comportarsi con i figli, che è importante mettersi allo stesso livello, guardarli come persone uguali a noi, essere noi per primi a dare l’esempio e non chiedere a loro di fare cose che noi non facciamo. Imparano guardando i genitori, e così so che non posso più nascondermi e voglio soprattutto con mio marito condividere ogni giorno nella verità le nostre difficoltà e sofferenze, chiederci perdono, anche davanti ai figli, ed essere di esempio. Sicuramente non è facile ma lottando e pregando si può percorrere anche questa strada.
(da una testimonianza a Radio Maria)




Paola e MaurizioDunque, prima di tutto mi sembra giusto e bello raccontare la storia dall’ inizio.
Dopo esserci sposati Paola ed io abbiamo scoperto che sarebbe stato impossibile avere figli. Succedeva che Paola rimaneva gravida, ma per un problema di una malattia autoimmune (antifosfolipido) giunti al terzo mese di gravidanza avveniva un aborto spontaneo e così abbiamo perso tre bambini (persi no perchè sono in Paradiso che pregano e intercedono per noi!!!!) Il terzo aborto avvenne qui in Brasile, dove stavamo trascorrendo un anno di volontariato in una istituzione cattolica che accoglie bambini di strada. Ebbene abbiamo vissuto in quel periodo un momento davvero molto difficile, di sconforto e di dubbi. Stavamo vivendo con molti bambini di strada, 24 ore al giorno, dedicando parte della nostra vita ad un ideale, gratuitamente......insomma possibile che Dio non poteva fare nulla!!!!!
E invece Dio stava pazientemente lavorando nei nostri cuori, ci stava preparando ad una Maternità e Paternità molto più grande e profonda di ciò che i nostri piccoli cervelli (meglio cuori) potessero immaginare. Il sole che sorge dopo un temporale é un sole piú bello, piú luminoso....piú vero!!Ad un certo punto Paola ed io ci siamo interrogati sul da farsi o meglio su cosa scegliere di essere. Ci siamo guardati intorno, soprattutto abbiamo guardato ai “figli” che vivevano con noi, bambini di strada senza famiglia che Dio ci dava la Grazia di assistere. Al di là del dolore e della tristezza per l´impossibilitá di avere figli biologici, abbiamo pensato che se noi fossimo rimasti in Brasile soltanto un anno per poi far ritorno in Italia, i bambini a noi affidati sarebbero stati abbandonati di nuovo, avrebbero vissuto tutta la sofferenza dell´abbandono un’ altra volta. Quindi abbiamo deciso di rimanere qui....per quanto tempo???Per sempre. Abbiamo detto il nostro SI, che rinnoviamo tutti i giorni, per sempre. E Dio ha così potuto fare grandi cose. Abbiamo compreso che per poter lasciare a Dio lo spazio, il tempo e la possibilità di fare miracoli nella nostra vita, dobbiamo donargli interamente le nostre vite, dipende tutto dal nostro si. Unica “medicina” quotidiana che ci siamo permessi é stata quella di partecipare all´Eucarestia tutti i giorni e la Preghiera semplice, ma potente dei bimbi (orfani) che vivevano con noi.
A questo punto è successo il primo di una lunga serie di miracoli. Paoletta è rimasta gravida (contro il parere di tutti i medici) ed è nato Francesco Maria, dopodichè sono venuti alla luce Stefano Maria, Tommaso Maria, Filippo Maria, Lorenzo Maria e Giovanni Paolo Maria! Ma non è finita qui. Due anni fa sono entrati nella nostra casa (Paola ed io viviamo da 13 anni nella Comunità Cenacolo del Brasile, che accoglie attualmente 70 bambini di strada) 6 fratellini di età compresa tra i 2 e i 10 anni. Ebbene, in seguito alla sentenza del tribunale dei minori che destituiva definitivamente la tutela familiare, sarebbero stati adottati da 6 famiglie differenti, con scarsissime probabilità di potersi un giorno incontrare.Noi glielo abbiamo anticipato e loro, dato che in seguito alla tristissima storia vissuta nei loro pochi anni di vita sono tra loro unitissimi, sono scoppiati in un grande pianto:” Non fate questo per favore non ci dividete, non abbandonateci anche voi”, ci dicevano tra i singhiozzi. Paola ed io ne siamo rimasti molto scossi e preoccupati e quindi, separatamente, senza condividerlo tra di noi, abbiamo avuto la stessa idea e la stessa decisione. Soltanto che c’ era in entrambe molta paura a fare un passo tanto...irresponsabile!!!!!!Quindi, separatamente, abbiamo chiesto a Dio un segnale per capire se effettivamente era Sua volontà adottarli tutti e sei!!!Se veramente saremmo stati capaci di educarli, consolarli, donar loro una vera famiglia. Oltre questi, i dubbi e le preoccupazioni erano anche altre: come lo avrebbero accolto gli altri nostri 6 figli; e poi troveremo la forza, la pazienza, l’ Amore (diviso 12) necessario a questo difficile compito. In più di un’ occasione ho sentito genitori di figli adottivi raccontare tutte le varie difficoltà, problemi, rifiuti, drammi.....vissuti. Nelle nostre comunità di recupero di tossicodipendenti ci sono molti ragazzi\e adottati che si sono persi nelle varie droghe del mondo!!!Ne saremo capaci???Siamo pronti??
Erano davvero tante le domande e i dubbi. Quindi soltanto Dio poteva darci le risposte. Abbiamo così chiesto a Lui un segnale. “Signore, se ci consideri la famiglia adatta a questo delicato passo....deve essere Suor Elvira
( nel quale noi vediamo chiarissima la Presenza di Dio) a dircelo!!!!”Ripeto: questo io l’ ho chiesto senza dire nulla a mia Moglie e lei ha fatto la stessa cosa chiedendo lo stesso segno, senza dire nulla a me!!!!!!.Ebbene all’ inizio dell’ anno scorso (gennaio/2008) noi abbiamo mandato una mail in comunità in Italia chiedendo se per caso conoscevano una famiglia disposta ad adottare 6 fratellini brasiliani, in quanto il Giudice ci avvisava che dopo pochi giorni sarebbero stati adottati. Il giorno seguente (era il giorno di Pasqua) Suor Elvira ci rispondeva dicendoci:” non abbiamo trovato nessuna famiglia disposta a fare questo grande gesto di Amore e di Fiducia in Dio, ma ho pensato di chiederlo a voi, cosa ne pensate”? Aggiungeva che se avessimo risposto di no avrebbe compreso benissimo, in quanto: “sono a conoscenza delle responsabilità che dovete portare avanti: 70 bambini, più i vostri 6 figli, insomma non preoccupatevi minimamente nel rispondermi di no.” Ecco il segno di Dio che aspettavamo. Ho stampato la mail e sono corso da Paoletta per farle vedere la risposta della nostra Madre. Paoletta si è messa a piangere e mi ha detto che era esattamente ciò che aveva chiesto a Dio: sia l’ adozione che la conferma di Madre Elvira!!!!!
Immaginatevi quando ho condiviso con lei i vari particolari, abbiamo capito che era volontá di Dio. Che Lui era con Noi!! Ci siamo abbracciati abbiamo pianto insieme e subito dopo ci siamo organizzati per affrontare la parte più difficile: quella legale!!!!! Infatti la prima domanda che la psicologa del Tribunale dei minori ci ha fatto è stata:” Quanto guadagnate al mese??NULLA! ho risposto un po’ imbarazzato. “Siamo missionari, lavoriamo per un Ideale, non per lo stipendio.” OK, ma si trattava di affidarci per il resto della vita 6 bambini!!! Cosa possedete?, che sicurezze avete?, assicurazione sulla vita, sulla salute.....insomma...”no ci dispiace nulla di nulla!!!” Ma insomma che cosa avete per poter fare una tale richiesta??.....ci abbiamo pensato un po’ e le abbiamo risposto:” La Fede e un grande desiderio di dare una famiglia a questi 6 bambini!!!!!”I suoi occhi si sono inumiditi e ci ha detto di aspettare che sarebbe andata a parlarne con il Giudice. Ebbene non sto a raccontarvi dettagliatamente ogni particolare, so soltanto che le porte si aprivano, una dopo l’ altra, dopo la psicologa, il Pubblico Ministero, poi il Giudice, dopodichè l´adozione doveva essere legalizzata in Italia, quindi Tribunale dei minori di Torino.........é andato tutto benissimo. Logico che ha influito molto il fatto che in questi anni la Comunità Cenacolo ha lavorato con serietà e con buoni risultati sia in territorio brasiliano che Italiano, ma il miracolo rimane comunque, perchè oggi i sei fratellini sono nostri figli a tutti gli effetti!!!Un grande miracolo, oltre a questo è che insieme ai bimbi, Gesù ci ha donato più pazienza, più, coraggio, più voglia di ricominciare, ci ha donato la consapevolezza che per diventare dei veri educatori, ci dobbiamo prima lasciar educare; da chi???Ma sì, proprio da loro, dobbiamo imparare dai nostri figli ad essere genitori. 
L`Amore diviso in 12 anziché diminuire é raddoppiato.
Le difficoltà non mancano, i momenti che ci chiediamo “ma siamo matti, cosa abbiamo fatto?????” anche, comunque vi assicuro che ne è valsa la pena, siamo più felici, più realizzati. La nostra vita è più “piena”. E sentiamo ogni giorno la forza di Dio che ci sostiene, l’ Amore di Dio che tira la carretta tra sconfitte e conquiste, la Misericordia di Dio che perdona i nostri peccati di preferenze, mancanze, incoerenze, é Lui che scrive diritto tra le righe storte.....insomma siamo dei poveracci, ma dei poveracci felici!!!!!!Non mancano neppure le grandi gioie come quella quando torno a casa la sera e mi saltano addosso 12 vivacissimi, rumorosissimi, simpaticissime pesti. Il momento in cui facciamo a loro il bagno.....tra mutande e calzini che svolazzano da tutte le parti...andrebbe filmato!!!!! Che tenerezza quando il più grandicello aiuta il più piccolo a fare i compiti, o lo aiuta a lavarsi i denti, la domenica mattina quando pian pianino entrano nella nostra camera e ci saltano tutti sul lettone.........insomma è vero che i problemi vanno moltiplicati per 12, ma anche le gioie sono da moltiplicare!!!!!!
Ed ecco a questo punto il Miracolo operato da Dio per intercessione di Giovanni Paolo II. 
Lo scorso anno siamo stati tutti in Italia, ci è stato pagato il viaggio aereo da alcuni amici. e cosí, oltre ad aver partecipato alla festa della Vita della Comunitá Cenacolo, siamo andati a Roma sulla tomba di Giovanni Paolo per ringraziarlo. Oltre avergli chiesto sovente protezione, intercessione, forza e sapienza, lo consideriamo il nostro “Papa” perché ci ha accompagnato dall´inizio, é durante il suo papato che mi sono convertito, ho cambiato completamente vita, sono entrato nella Comunitá Cenacolo, ho conosciuto la meravigliosa Sposa con la quale condivido questa incredibile “avventura”.....insomma penso che anche noi facciamo parte dei milioni di giovani che siamo stati letteralmente accompagnati per mano dal Santo Padre nel cammino di Fede.
Quando siamo risaliti sul Pullman per far ritorno a casa abbiamo chiesto ai nostri meravigliosi figlioli che cosa avessero chiesto in dono a Giovanni Paolo II, ebbene, dato che sono 12 maschi,TUTTI loro avevano chiesto il dono di una sorellina!!! Premetto che in questi anni avevamo fatto delle visite sia in Italia che in Brasile in seguito ai quattro aborti spontanei avvenuti, abbiamo cosí scoperto che i bambini andati in cielo erano tutti di sesso femminile, in quanto il problema immunitario di Paola faceva sí che soltanto le bambine non riuscivano a svilupparsi nel suo utero. Quindi era stato diagnosticato dai medici che era “impossibile” per Paola portare avanti una gravidanza di una bambina.
Ma per Dio, noi lo sappiamo bene, NULLA é impossibile!!!!!!!
Dio ascolta sempre la Preghiera dei bambini e così, il 2 aprile di quest’ anno (giorno in cui Giovanni Paolo II è andato in cielo) è nata Maria Chiara Luce!!!!!!!!La nostra prima bambina, accompagnata per tutta la gravidanza dall´immagine di Giovanni Paolo attaccata al pancione di Paola e dalle preghiere semplici, ma preziose dei suoi 12 fratellini.
Il Signore continua a benedirci!!!!Ad amarci. Ad aiutarci. Ogni tanto penso che è nato tutto da quel piccolo sì, pronunciato anni fa con paura, con insicurezza.......con povertà. Quante cose belle Dio può fare con il nostro semplice, povero, ma importantissimo Sì. Un grande grazie speciale al nostro Papa Giovanni Paolo II

Maurizio Paola, i 12 apostoli e Maria Chiara Luce
Tratto dal sito ufficiale della Comunità Cenacolo