venerdì 3 ottobre 2014

La Teresina degli Stati Uniti




A Newark la beatificazione di suor Demjanovich. 

Figlia di emigrati slovacchi negli Stati Uniti d’America, coniugò l’appartenenza alla Chiesa greco-rutena con la consacrazione in una congregazione religiosa latina. È la giovane Maria Teresa Demjanovich (1901-1927), che il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, in rappresentanza di Papa Francesco, beatifica sabato mattina, 4 ottobre, nella cattedrale del Sacro Cuore di Newark. 
Nata a Bayonne, nella zona costiera e industriale del New Jersey di fronte a New York, venne battezzata e ricevette i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella Chiesa di origine dei genitori, quella rutena.
La sua famiglia era molto unita e laboriosa. Viveva in un quartiere povero, abbandonato dagli irlandesi che erano riusciti a emanciparsi nella scala sociale. 
Teresa frequentò il liceo dal 1913 al 1917, poi nel 1919 entrò nel college di santa Elisabetta a Convent Station, retto dalle suore di madre Seton, dove nel 1923 conseguì la laurea in lettere. Non fu facile per lei, in una società dove l’origine etnica contava molto, inserirsi e stringere nuove amicizie. Questo non le impedì di venire eletta all’unanimità direttrice artistica dell’«Elizabethan», la pubblicazione del College. 
Fin da piccola sentiva dentro di sé il desiderio di consacrarsi a Dio. Nel 1922 manifestò alla famiglia la volontà di diventare monaca carmelitana scalza. Con l’aiuto del fratello provò a entrare nel monastero di Gun Hill nel Bronx, ma non venne accolta, perché non aveva una buona vista e le monache si sostentavano grazie ai lavori di cucito e di ricamo. L’8 dicembre 1924, nel Colle di Santa Elisabetta, mentre pregava in chiesa, ebbe un’esperienza mistica trinitaria e sentì dentro di sé la chiamata a servire Dio in un istituto di vita attiva, come quello delle suore della carità del New Jersey, per aiutare le persone impegnate nell’apostolato a scoprire la presenza trinitaria. 
Il 17 maggio 1925 entrò nella congregazione delle suore della carità di santa Elisabetta. Le religiose si occupavano di assistenza negli ospedali e dell’educazione delle nuove generazioni. Durante il postulandato e il noviziato si distinse per un’intensa spiritualità, caratterizzata dall’esperienza della comunione trinitaria. Quanti vennero in contatto con lei non mancarono di notare la sua profonda vita interiore, tanto da chiamarla con il nome di “santa Teresina di Gesù Bambino d’America”. Nel 1926 il suo direttore spirituale, il benedettino Benedict Bradley, la invitò a tenere delle conferenze per le altre novizie. Ne scrisse 26, che dopo la sua morte vennero raccolte in un libro dal titolo Greater perfection. 
Teresa era una donna intelligente, forte, abituata al lavoro, riservata. Voleva essere totalmente aperta ai superiori. Ciò le causò molte sofferenze, perché per ordine del confessore e della superiora generale dovette nascondere la sua vita interiore alla madre maestra. Morì l’8 maggio 1927, dopo che il 2 gennaio le era stato permesso di emettere la professione.
L'Osservatore Romano