mercoledì 12 gennaio 2011

Teodrammatica.




"Lo scandalo dell'universo non è la sofferenza, ma la libertà". Bernanos lo ha ravvisato con una notevole capacità di penetrazione umana e cristiana. L'uomo, dimentico del Dio vivente e libero che gli dona l'esistenza, è diventato un essere profondamente enigmatico. Invano cercherà la ragione della propria esistenza, se non la trova accettando il proprio fondamento nella libertà di Dio, dove invece troverà la propria beatitudine. Tuttavia egli può anche misteriosamente rinnegarlo, sia all'inizio sia nel corso del suo cammino. E lo ha fatto. La sua esistenza diventa così un orribile deserto. Le micidiali conseguenze di questo disastro provocano giustamente scandalo. Ma lo scandalo vero e proprio è il fatto che il nostro destino si giochi tra l'accettazione e il rifiuto del libero disegno che Dio intende perseguire fino al limite estremo dell'amore, pur rispettando la possibilità che l'uomo lo rifiuti fino al limite estremo della desolazione. Hans Urs von Balthasar ha giustamente visto in questo una "teodrammatica".
Dal paradiso all'inferno passando per il purgatorio e viceversa: già, perchè questi NON sono dei luoghi, ma delle dimensioni della esistenza dell'uomo, categorie che accompagnano la nostra vita sempre, ogni giorno, fino alla fine, nell'incontro fatale e drammatico con la libertà di Dio, la quale, essendone il fondamento, la precede o la recupera sempre. Provvidenzialmente proprio la catechesi del Papa di questa mattina, dedicata a santa Caterina da Genova (v. post intitolato: "Non più mondo, non più peccati", di oggi) conferma assolutamente questo dato: già in questa vita, già oggi io vivo il Paradiso se sono in comunione con Dio o il Purgatorio se avverto dentro di me il fuoco che consuma i miei peccati, mi purifica eliminando le scorie della impurità accumulata nella vita "secondo la carne" e mi fa anelare alla intimità con Dio o...l'inferno, se vivo semplicemente come se Dio non ci fosse, per il mio ventre e giù di lì...
Dio e l'uomo NON sono cioè due realtà collocate l'una di fronte all'altra: non si può mettere a repentaglio l'uomo senza mettere a rischio Dio. Chi tocca l'uno tocca l'altro, che è quanto dire che l'enigma dell'uomo non si svela che alla luce del Mistero di Dio. In tali condizioni, una ragione che si guardi bene dal porsi la domanda su Dio relegando la religione nell'ambito delle opinioni e dei comportamenti privati si illude in modo deliberato. Si mutila. Rinuncia alla propria vera grandezza.


Secondo Benedetto XVI, tutta la realtà umana è rischiarata da questa luce. Così io scopro la radice del mio male e il cammino verso la guarigione: perchè la solitudine (lo sa bene chi l'ha vissuta...) è desolazione, ma io non sono più solo quando il Signore viene a visitarmi. Abbandono la solitudine ed entro in uno stato di consolazione. Ecco perchè l'amore di coloro che si amano senza Dio non è veramente amore, perchè non è oblativo. Se metto Dio nell'oscurità, questa mi ingoia, inevitabilmente. (*)


(*): Questo si vede benissimo per esempio nel tentativo di rimettere in discussione, oggi in modo radicale, il carattere essenziale della mascolinità e della femminilità della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio. La mascolinità e la femminilità dell'uomo e della donna non sarebbero altro che un prodotto della cultura, una caratteristica superficiale del loro essere (cfr. la ideologia "gender"...). Torneremo comunque su questo argomento.