sabato 22 gennaio 2011

"Convertitevi e credete al Vangelo".

Liturgia della Parola di Domenica 23 gennaio 2011

Antifona d'Ingresso Sal 95,1.6
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore da tutta la terra;
splendore e maestà dinanzi a lui,
potenza e bellezza nel suo santuario.
Cantáte Dómino cánticum novum,
cantáte Dómino, omnis terra.
Conféssio et pulchritúdo in conspéctu eius,
sánctitas et magnificéntia in sanctificatióne eius.

Colletta

Dio onnipotente ed eterno, guida i nostri atti secondo la tua volontà, perché nel nome del tuo diletto Figlio portiamo frutti generosi di opere buone. Per il nostro Signore...
Omnípotens sempitérne Deus, dírige actus nostros in beneplácito tuo, ut in nómine dilécti Fílii tui mereámur bonis opéribus abundáre. Per Dóminum.
Oppure:
O Dio, che hai fondato la tua Chiesa sulla fede degli Apostoli, fa' che le nostre comunità, illuminate dalla tua parola e unite nel vincolo del tuo amore, diventino segno di salvezza e di speranza per tutti coloro che dalle tenebre anelano alla luce. Per il nostro Signore Gesù Cristo...


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura
Is 8,23b - 9,3
Nella Galilea delle genti, il popolo vide una grande luce.

Dal libro del profeta Isaia
In passato il Signore umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti.
Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Mádian.


Salmo Responsoriale
Dal Salmo 26
Il Signore è mia luce e mia salvezza.
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.


Seconda Lettura
1 Cor 1,10-13. 17
Siate tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.
Vi esorto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire.
Infatti a vostro riguardo, fratelli, mi è stato segnalato dai familiari di Cloe che tra voi vi sono discordie. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «Io invece di Cefa», «E io di Cristo».
È forse diviso il Cristo? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo?
Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.


Canto al Vangelo
Cf Mt 4,23
Alleluia, alleluia.

Gesù predicava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di infermità nel popolo

Alleluia.


Vangelo
Mt 4, 12-23 (Forma breve Mt 4, 12-17)
Venne a Cafàrnao perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa.

Dal vangelo secondo Matteo
[ Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
]
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. Parola del Signore.


Nota del redattore del blog: Per ascoltare meglio la prima lettura, vedi il mio post intitolato "Il popolo che camminava nelle tenebre" del 24 dicembre scorso. E' un canto che riproduce il testo di Isaia di oggi...


Traccia di Omelia

Nella pagina del profeta Isaia viene presentato un avvenire di liberazione e quindi di grande gioia per tutta la Galilea, attraverso l’immagine della luce che squarcia le tenebre entro le quali il popolo cammina. Così il Vangelo, citando testualmente lo stesso passo del profeta Isaia, presenta Gesù come la luce che realizza tale profezia: Egli è la luce promessa venuta a squarciare le tenebre del peccato e a liberare l’uomo dall’oscurità in cui si è chiuso.
La luce diviene efficace veicolo per esprimere il coinvolgimento di Dio nella storia dell’uomo. Dio si manifesta come “La Luce” che dissolve le tenebre. La luce illumina e rischiara, dà contorno, definisce le cose, rende evidenti i colori, dà volume agli spazi. La luce, inoltre, rasserena e rincuora: trovarsi in un luogo illuminato permette di accogliere la realtà per quello che essa è e fa sentire più lieti e certi, più sicuri.
L’iniziativa che Dio prende nei confronti degli uomini, permette loro un rinnovato rapporto con la realtà: nella luce di Dio tutto assume un nuovo profilo, il profilo autentico e definitivo. Una luce che rasserena, rende forti, permette il disvelarsi del cosmo e dell’uomo. Ecco perché, dopo aver detto: «Su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse», il testo aggiunge: «Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia».
Una gioia ed una letizia che divengono reali alla presenza di Gesù. Egli è quella luce da sempre promessa, venuta ad abitare in mezzo a noi, ed è la sua presenza fisica ad esprime l’avvento definitivo della luce.
La luce che rifulge segnala l’iniziativa di Dio, che compie il primo misericordioso e gratuito passo verso l’umanità ferita.
Questa dinamica si esprime attraverso la chiamata dei primi Apostoli da parte di Gesù. È Lui a sceglierli, con un invito che non lascia spazio ad equivoci: «Seguitemi!». Davanti all’improvvisa “irruzione” di Dio nello loro esistenza, essi sono invitati ad abbandonare le proprie reti, cioè ad affidarsi totalmente al Signore, per una nuova “pesca”, per un nuovo definitivo orizzonte. Proprio all’epilogo della sua vicenda terrena, nel Cenacolo, Gesù ricorderà ai suoi discepoli: «Non siete stati voi a scegliere me, ma io ho scelto voi».
La Parola di Dio questa domenica ci invita dunque a ricordarci che la nostra personale vocazione si fonda su una scelta originaria ed assolutamente gratuita di Dio. L’invito che Egli ci rivolge è pertanto a deciderci per lasciarci conquistare o riconquistare da Lui, per una svolta definitiva della nostra esistenza.
Chiediamo dunque al Signore, per noi e per tutta la Chiesa, il dono di una vera conversione del cuore, che sappia accogliere Cristo come l’unica Luce da seguire, l’unica che dissolve realmente le tenebre, in noi ed attorno a noi.