mercoledì 17 luglio 2013

Francesco. Il Papa della gente.



Pubblichiamo, in una nostra traduzione, l’articolo scritto sul quotidiano argentino «La Nación» del 15 luglio sui preparativi della folta delegazione nazionale alla Giornata di Rio de Janeiro. Dell’autrice è stato tradotto in Italia il libro Pubblichiamo, in una nostra traduzione, l’articolo scritto sul quotidiano argentino «La Nación» del 15 luglio sui preparativi della folta delegazione nazionale alla Giornata di Rio de Janeiro. Dell’autrice è stato tradotto in Italia il libro Francesco. Il Papa della gente. Dall’infanzia all’elezione papale, una vita al servizio degli altri (Milano, Rizzoli, 2013, pagine 303, euro 14). 
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(Evangelina Himitian)Manca solo una settimana, ma l’emozione fa già palpitare migliaia di cuori che in questi giorni stanno preparando valigie e rivedendo dettagli. Migliaia di giovani argentini stanno per iniziare il pellegrinaggio a Rio de Janeiro per partecipare alla Giornata mondiale della gioventù (Gmg) che avrà come protagonista Papa Francesco, nella sua prima visita al continente.
Per quanti viaggeranno in aereo, ci vorranno un paio d’ore. Ma per gli altri, come quelli che partono da Chubut, saranno più di settanta ore di viaggio in pullman. A bordo si celebrerà la messa, si suonerà la chitarra, ci saranno rappresentazioni teatrali e gare canore. L’importante è che i pellegrini si preparino all’esperienza che stanno per vivere.
Circa 42.500 giovani di diverse province e congregazioni di tutto il Paese si sono iscritti per partecipare al mega incontro che riunirà nella città brasiliana quasi due milioni di persone provenienti da tutto il mondo, secondo quanto ha confermato a «La Nación» padre Nicolás Marín, coordinatore nazionale della pastorale della gioventù.
Arrivare in Brasile non sarà semplice. Per poter pagare il biglietto e il soggiorno, molti dei giovani che nei prossimi giorni inizieranno il loro viaggio, hanno organizzato riffe, fiere, opere teatrali, recital, donazioni. Si è ricorso a tutto per raccogliere i 2.500-4.000 pesos necessari per la sistemazione più economica.
Sono circa 2800 i chilometri che separano dalla loro destinazione i pellegrini di Buenos Aires, circa 4.000 quelli che devono percorre i giovani di Rawson, Chubut, e più di 5.000 quelli che ricopriranno i giovani di Ushuaia. Sebbene molti viaggeranno in aereo, più della metà dei pellegrini argentini giungerà alla Gmg dopo aver percorso questa enorme distanza via terra, in pullman.
Lunedì prossimo, alle 18, gli argentini avranno il loro primo appuntamento a Rio: celebreranno la messa nazionale nella cattedrale metropolitana, che può accogliere ventimila persone. Anche se non è prevista la partecipazione di Papa Francesco, non è però del tutto da escludere.
Nella maggior parte delle parrocchie da dove in questi giorni sono partite le delegazioni, ci sono state preghiere, celebrazioni e grande aspettativa per il viaggio dei gruppi che partiranno nei prossimi giorni. Ciò che è certo è che da marzo centinaia di chiese in tutto il Paese hanno registrato, con grande gioia, un incredibile incremento dell’affluenza dei giovani. In tutte le diocesi l’interesse a partecipare alla Giornata mondiale della gioventù ha avuto un vera e propria esplosione dopo l’elezione di Francesco. Se a febbraio ogni parrocchia aveva solo qualche nome da aggiungere alla lista di quanti erano interessati a recarsi a Rio, da marzo i telefoni degli uffici addetti non hanno mai smesso di suonare. L’età media dei pellegrini argentini è di 25 anni, secondo quanto hanno comunicato a «La Nación» i diversi coordinatori delle delegazioni locali. Nel vicariato dei giovani dell’arcivescovado di Buenos Aires ciò si percepisce chiaramente. Dalle 10 email che ricevevano ogni settimana hanno iniziato a riceverne 10 ogni ora. L’interesse è stato tale da dover organizzare una commissione speciale, presieduta da padre Mario Miceli, incaricato di coordinare il viaggio della delegazione della diocesi dalla quale proviene il primo Papa argentino. Il gruppo più grande partirà dalla cattedrale metropolitana venerdì prossimo, alle 21. Sette pullman trasporteranno i circa 400 pellegrini. Ma non saranno gli unici.
Secondo quando ha riferito padre Miceli, in totale sono circa 2.000 i giovani che si sono iscritti nell’arcivescovado di Buenos Aires per recarsi in Brasile; la metà di essi viaggerà via terra e l’altra metà in aereo. Da diversi giorni, si registra il tutto esaurito. «In realtà non abbiamo più posti disponibili nei pullman e neanche alloggi. Ma se chi è interessato riesce a organizzare il viaggio e il soggiorno può effettuare tramite noi l’iscrizione alla Giornata», ha spiegato il sacerdote. Basta recarsi alla cattedrale di Buenos Aires e chiedere informazioni.
Altri gruppi partiranno direttamente dai terminal dei pullman e anche dalle parrocchie di quartiere. Lo stesso faranno i pellegrini del Gran Buenos Aires, visto che le varie congregazioni e i collegi religiosi si sono presi l’impegno di organizzare la partenza delle delegazioni.
La maggior parte dei pellegrini alloggerà presso famiglie locali, in chiese o in palestre. Alcuni saranno ospitati in località fuori da Rio de Janeiro, distanti, in alcuni casi, 30 chilometri dalla città. Durante la settimana in cui si svolgeranno gli incontri della Gmg, sono previsti eventi che spaziano dalle catechesi individuali per le delegazioni alle fiere con spettacoli, opere teatrali e laboratori.
Ma c’è anche tutta un’organizzazione di attività da svolgere durante il viaggio. Judith Baksic ha 22 anni, studia per diventare docente di musica e sta organizzando il viaggio dei pellegrini che venerdì partiranno da Chubut. Sono circa 200 persone tra cui alcuni gruppi di scout, neocatecumeni e cattolici carismatici. Avranno davanti a loro 70 ore di viaggio prima di giungere a Rio. 
L'Osservatore Romano, 18 luglio 2013.

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I vescovi del Celam incontreranno il Pontefice. L’episcopato latinoamericano a Rio per la GMG

(Mons. Carlos Aguiar Retes, Arcivescovo di Tlalnepantla - Attuale Presidente del Celam) Il Celam ha sempre promosso la partecipazione e ha preso parte alle giornate. Lo scorso anno il Consiglio di presidenza ha deciso di tenere in Brasile la riunione generale del Comitato di coordinamento, che solitamente si svolge a Bogotá, per facilitare la partecipazione alla Giornata mondiale della gioventù ai cinquanta vescovi latinoamericani convocati per tale riunione.
La relazione esistente tra il Consiglio episcopale latinoamericano e la Santa Sede è stata fondamentale per il servizio che il Consiglio deve prestare alle ventidue Conferenze episcopali dell’America Latina e dei Caraibi. Non è soltanto un rapporto strategico, ma è anche e soprattutto una relazione di comunione ecclesiale indispensabile, poiché il fine per cui il Consiglio è stato creato è quello di promuovere e di favorire la collegialità tra i vescovi e la comunione tra le conferenze episcopali. Questo compito è chiaramente un servizio al ministero petrino, per cui tra il Celam e la Santa Sede ci devono essere la massima comunicazione e la migliore intesa.
Tale esigenza spiega perché il Consiglio di presidenza ogni anno compie una visita ufficiale alla curia romana e incontra il Santo Padre. Il Celam inoltre collabora con gioia e speranza agli incontro mondiali promossi dalle istanze della Curia vaticana. Uno di essi è la Giornata mondiale della gioventù, coordinata dal Pontificio Consiglio per i Laici.
Tutto era stato preparato pensando alla presenza di Benedetto XVI. In Brasile aveva suscitato grande gioia l’annuncio della visita del Papa al nostro continente, ma la sorpresa che Dio aveva in serbo per la sua Chiesa era realmente inimmaginabile: l’elezione di un Papa figlio della Chiesa latinoamericana.
Perciò posso affermare che le già enormi aspettative che c’erano riguardo alla gmg a Rio de Janeiro, sono cresciute a dismisura.
Papa Francesco negli oltre centoventi giorni in cui ha guidato la barca della Chiesa come successore dell’apostolo Pietro, ha dimostrato un carisma particolare nel trasmettere i concetti essenziali del Vangelo e toccare i cuori di quanti lo vedono e lo ascoltano. La sua grande sensibilità nell’avvicinarsi all’uomo di oggi e nell’esprimere il suo amore per tutte le persone, specialmente per i malati e per quanti li curano e li assistono, rende una testimonianza credibile e affidabile della presenza di Dio nel mondo.
Indubbiamente i giovani che si preparano a partecipare o a seguire la gmg desiderano ascoltare Papa Francesco aspettandosi da lui una luce e un orizzonte per discernere la propria vocazione e la propria missione cristiana. Ritengo che ci siano le condizioni affinché molti prendano coscienza di essere discepoli e missionari di Cristo nella Chiesa, per annunciare e testimoniare l’amore misericordioso di Dio Padre, manifestato dallo Spirito Santo in Gesù Cristo, nostro Redentore.
Anche il Celam riceverà un dono da Dio a Rio de Janeiro. Papa Francesco, di fatto, vuole incontrare i cinquanta vescovi responsabili del cammino del Consiglio episcopale per questo quadriennio 2011-2015. L’appuntamento è fissato per il pomeriggio di domenica 28 luglio.
Sarà la prima volta che un Papa parteciperà alla riunione generale del Comitato di coordinamento, che si celebra ogni anno per esaminare le attività svolte e per precisare i programmi da mettere in atto, conformemente alle richieste presentate dalle conferenze episcopali all’Assemblea ordinaria del Celam e a quelle espresse nel Piano globale.
Aspettiamo con grande interesse il messaggio che ci offrirà il Santo Padre Francesco per intensificare i nostri sforzi e coinvolgere i vescovi del continente nel rinnovamento pastorale della Chiesa, seguendo gli orientamenti del Documento di Aparecida.
Siamo in un momento cruciale, le sfide insite nel cambiamento epocale che viviamo esigono un ripensamento degli atteggiamenti, delle strutture e delle attività pastorali, in fedeltà a Cristo. A tal fine, dobbiamo discernere i segni dei tempi, ascoltando ciò che lo Spirito Santo dice alle Chiese. È un compito collegiale e pertanto sarà di enorme interesse e importanza ascoltare la voce di Papa Francesco, il quale conosce perfettamente sia le nostre circostanze ecclesiali e sociali sia il documento di Aparecida e il contesto in cui è nato, si è sviluppato ed è maturato.
Qual è l’orizzonte pastorale che scorgiamo nel futuro immediato della Chiesa che peregrina in America Latina e nei Caraibi? La risposta va cercata all’interno della Chiesa e nel rapporto di quest’ultima con la società.
Tra i frutti attesi all’interno della Chiesa ci sono: il rinnovamento della coscienza e dell’identità degli stessi cattolici e il passaggio dall’essere fedeli all’essere discepoli e missionari di Cristo, che integrano e vivono in comunità unite tra loro; la valorizzazione della stessa Chiesa e della sua capacità di convocare e di influire culturalmente (autostima istituzionale); il superamento delle etichette e dei pregiudizi del XIX e del XX secolo, agendo con lo sguardo più rivolto al futuro che al passato; la trasmissione dei suoi valori in un linguaggio simbolico, visivo, estetico e testimoniale.
Tra i frutti che ci aspettiamo invece nel rapporto tra Chiesa e società ci sono: l’uscita dal proprio ambito per andare incontro alla società nei suoi diversi settori, soprattutto attraverso i fedeli laici; il rafforzamento della sua base sociale e la sua articolazione in modo tale da poter entrare in dialogo e in contatto con i diversi campi della vita e della società; la capacità di avvalersi dell’emergente coscienza ecologica a livello globale per recuperare l’etica, fondata sulle leggi della natura; la collaborazione con l’iter dell’istituzionalità, promuovendo la partecipazione dei cittadini ai diversi settori e istituzioni; il crescere e il consolidarsi delle relazioni istituzionali con le diverse istanze del Governo, mirando a rendere dignitosa la vita umana in tutti i settori, soprattutto in quelli più poveri; l’imparare a vivere nell’interculturalità e su questa base testimoniare l’amore misericordioso di Dio Padre; l’utilizzazione delle strategie di comunicazione offerte dalla tecnologia attuale, specialmente per entrare in modo propositivo nelle reti sociali.
La Giornata mondiale della gioventù e poi l’incontro del Celam con il Santo Padre saranno senza alcun dubbio momenti di grazie e di benedizione, di grande intensità emotiva e spirituale, di grande speranza pastorale, e un passo di Dio particolarmente significativo nella storia della Chiesa Latinoamericana e dei Caraibi, a beneficio dei nostri popoli.
L'Osservatore Romano