mercoledì 4 aprile 2012

Nuova Evangelizzazione e riscoperta del Battesimo



La Nuova Evangelizzazione è semplicemente, per la stragrande maggioranza dei battezzati,
la riscoperta del battesimo ricevuto da bambini. Questa tesi è autorevolmente sostenuta dal
padre Frederic Manns nel suo ultimo libro, pubblicato poche settimane fa, di cui presento la
prefazione curata da S.E. Mons. Bruno Forte, Arcivescovo della Diocesi di Chieti - Vasto, 
l'introduzione e il primo capitolo. Buona lettura.
In fondo al post riporto un articolo dall'ultimo numero del  periodico "Vita Nuova Trieste"
sull'incontro vocazionale del Cammino Neocatecumenale svoltosi lo scorso 25 marzo.







«Un giorno di grazia e benedizione e occasione per rendere pronte e disponibili le nostre vite al Padre» sono state le parole pronunciate dall’Arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi, domenica 25 marzo, al PalaTrieste, durante l’incontro vocazionale con l’iniziatore del Cammino neocatecumenale, Francisco Kiko Argüello.
Trieste è stata svegliata dal suono di chitarre e cembali di circa diecimila neocatecumeni, per la maggior parte giovani, provenienti dall’Italia settentrionale e da molti paesi del Nord dell’Europa e anche dalla Macedonia, Serbia, Croazia, Bosnia e Slovenia.

Presenti anche i ragazzi dei Seminari Redemptoris Mater di Trieste, Sarajevo, Pola e Pinerolo, i presbiteri e le famiglie di alcune Missio ad gentes. In altre parole, famiglie che si sono offerte a Cristo e hanno lasciato le loro città per andare in luoghi secolarizzati, dove c’è un grande bisogno di evangelizzazione.
Kiko ha richiamato tutti ad amarci come Cristo ci ama «e da questo amore la gente capirà che siete miei discepoli». Il cammino è formato da comunità, con persone che tra di loro non si sono scelte, ma che Dio ha voluto, persone quindi tanto diverse tra loro, ma unite dallo Spirito Santo. «Segni che chiamano alla conversione — ha detto Kiko — e che ci chiamano oggi a convertirsi, a cambiare, a seguire il Signore totalmente; chi non odia la propria vita non può essere suo discepolo, è ora il momento della salvezza, dobbiamo avere zelo».
Kiko ha annunciato il Kérygma, ricordando come sia impossibile annunciare il Vangelo, se non crediamo di poter portare le persone dalla morte alla vita.
Ha poi parlato della tragica situazione del mondo, dove ci sono tantissimi morti e suicidi ogni giorno e cinquanta milioni di aborti l’anno. Tutto questo perché la gente è ingannata dal demonio e non conosce l’amore di Cristo che invece è morto per noi, perché l’uomo scopra la salvezza e non viva più solo per se stesso. Ha poi richiamato ancora fortemente tutti alla conversione: «Convertirsi è credere alla sua Parola».
Ha rilevato più volte come sia necessario che ci facciamo testimoni di questa buona notizia, affinché la gente che non conosce Dio possa convertirsi: «Dio ci ha scelti, perché vuole fare con noi un’opera per la Nuova Evangelizzazione».
In seguito, mons. Crepaldi ha spiegato il Vangelo della domenica (Gv 12,20-33), dove alcuni greci chiedono a Filippo di poter vedere Gesù. L’Arcivescovo ha voluto che ognuno dei presenti si mettesse nei panni del discepolo e si domandasse cosa avrebbe fatto al suo posto. «Grazie allo Spirito Santo — ha detto mons. Crepaldi — porterete queste persone in una comunità cristiana, dove ascoltino la parola, vivano l’Eucarestia e lì possano vedere Cristo».
Quando poi Filippo e Andrea riferiscono questa domanda a Gesù, Egli dice che, se vogliono vederlo, devono sapere come stanno le cose: «Gesù dice che chi ama il proprio piacere e il proprio “io” spreca la vita e si perde, mentre chi rinuncia a se stesso, troverà la vita eterna. Interroghiamoci, quindi, su cosa vogliamo fare della nostra vita; se vogliamo trovarne il senso, non abbiamo altro da fare che servirlo».
Nella seconda parte dell’incontro Kiko ha spiegato che in Asia c’è un enorme bisogno di evangelizzazione. Motivo per cui l’incontro rimarrà nella storia, ha detto Kiko, perché, oltre ai ragazzi, servono anche ragazze disposte a seguire Cristo in questa missione.
Ben centodieci ragazzi e settantacinque ragazze hanno risposto alla chiamata. Ha poi chiesto se c’erano giovani pronti a pregare il Santo Rosario, ogni giorno davanti al Santissimo Sacramento, per sostenere le famiglie in missione. Un fiume di persone è corso a prendere il Rosario e a dare la propria disponibilità. A conclusione, l’Arcivescovo, grato di aver partecipato a un incontro così speciale che ha mostrato la bellezza del cristianesimo, ha lanciato un ultimo, ottimo, consiglio a tutti i giovani: «Non lasciate mai il Cammino neocatecumenale».
Al termine dell’incontro, abbiamo colto l’occasione per intervistare i giovani del Cammino neocatecumenale e raccogliere così alcune testimonianze, chiedendo loro di raccontarci cosa significa appartenere al Cammino e che cosa si aspettano dall’incontro con Kiko.
Lucia, 25 anni - Sono in comunità da undici anni. Per me il Cammino è un’opportunità, un carisma della Chiesa, che mi aiuta a scoprire qual è la mia fede e mi insegna a pregare. Da questo incontro mi aspetto di sentire parole, da Kiko e dal Vescovo, che parleranno alla mia vita. È sempre un’occasione, non essendo la prima volta che partecipo a questi incontri, di confrontarsi anche con altri giovani che hanno la mia stessa fede e vivono la mia stessa esperienza. Di solito questi incontri mi colpiscono sempre. Quindi le aspettative sono del tutto positive.
Marta, 27 anni - Penso che il Cammino sia un movimento molto buono per la mia vita, perché mi ha permesso veramente di vedere come sono fatta e mi dà la possibilità di stare insieme con altre persone che sono diverse da me. È stato sempre una guida per vivere normalmente nella quotidianità, prima a scuola, poi a lavoro, con le amicizie, col ragazzo. È sempre stato un punto saldo della mia vita.
Da questo incontro mi aspetto di ricevere, come già nelle altre volte, una parola buona e di conforto. Soprattutto di poter pregare per le vocazioni che sono una cosa assolutamente necessaria per il futuro. Io sono fidanzata ed è grazie al Cammino che ho scoperto l’importanza di vivere un fidanzamento casto. Ciò mi permetterà di scoprire il vero amore col sacramento del matrimonio e con un’unione vera e profonda.
Un fidanzamento improntato anche all’attesa, una cosa che oggi penso sia difficile trovare, perché si vuole solo godere del momento in tutto e per tutto. Invece c’è stato un percorso conoscitivo iniziale, e poi sempre più profondo, di aprirsi all’altro e di amarsi veramente con i pregi e i difetti.
Sara, 22 anni - Sono in Comunità da circa dieci anni. Per me, il cammino è un modo concreto di riuscire ad avere un contatto con la Parola di Dio che magari andando soltanto a Messa, normalmente la domenica, non sarebbe così forte. Soprattutto non capirei tante cose che in Comunità ho la possibilità di approfondire e capire meglio. Penso che l’incontro, che ci sarà tra poco, sia un fortissimo segno e un dono per la nostra città. Trovo importante che questo incontro cada in tempo di Quaresima, perché è una grande occasione per convertirmi, che mi viene a scuotere un po’ e viene a rinnovare il mio spirito prima della Pasqua.
Davide, 31 anni - È da circa quindici anni che sono nel Cammino. Questo rappresenta per me una grande realtà e una grande esperienza. Ha sempre significato molto per la mia vita, perché ho riscoperto l’amore che Dio ha per me, attraverso la comunità e i fratelli. Un’esperienza molto utile che nei momenti di difficoltà mi aiuta, riscoprendo la Parola di Dio, grazie anche ai fratelli. Anche il celebrare l’Eucaristia mi ha fatto riscoprire i sacramenti che prima non vivevo pienamente. Il fatto che Kiko venga qua oggi è sicuramente una cosa grande per me. Sono già stato ad altri incontri e penso di poter dire che farà bene alla città, perché magari anche gli altri potranno farsi qualche domanda e scoprire qualcosa di buono per la loro vita.
Gabriele, 28 anni - È da quando avevo tredici anni che frequento la Comunità neocatecumenale. Sono sposato e magari questa cosa può sembrare strana, perché sono giovane, ma il Signore mi ha aperto le strade facendomi trovare la persona giusta per me. Lei è croata e abbiamo vissuto questa storia a distanza, per i primi due anni, con tutte le difficoltà, anche di voler vivere il fidanzamento in maniera cristiana. Il Signore ha provveduto facendoci trovare un appartamento e un lavoro. In tutto questo, il Cammino ha inciso tantissimo. Dio ci ha aiutato a “buttarci” in questa scelta così importante del matrimonio. Oggi mi aspetto di sentire una parola buona e tornare a casa con un valore aggiunto.
Samuel, 17 anni - Sono spagnolo e sono qui con la mia famiglia, la quale è in missione a Vienna da due anni. L’esperienza che sto facendo delle missio ad gentes è bellissima. A volte si soffre un po’ per via della lingua, ma sono contento e grato a Dio di tutto, anche di poter testimoniarlo e di evangelizzare. È, quindi, per me molto importante oggi stare qui, visto che verranno anche chiamati dei giovani a pregare per noi, ogni giorno, il Rosario.