venerdì 7 marzo 2014

Jacques Maritain discepolo di Cristo e della verità.



Cardinale Pietro Parolin: Jacques Maritain discepolo di Cristo e della verità. Strumenti per la modernità

Di seguito, quasi per intero, le parole con le quali il cardinale segretario di Stato ha inaugurato il 7 marzo a Roma. all’ambasciata di Francia presso la Santa Sede, il convegno che ha celebrato i quarant’anni di vita dell’Istituto internazionale Jacques Maritain.

(Pietro Parolin) Non devo certo soffermarmi a spiegare l’importanza di Jacques Maritain per la Chiesa e per la società. Riattualizzando il pensiero di san Tommaso d’Aquino, insistendo in un realismo critico che crede nei valori dell’intelligenza e nella speciale dignità della persona umana nell’ambito del creato, Maritain ha fornito gli strumenti epistemologici ed etici per affrontare i grandi problemi del Novecento, nel confronto con la modernità.

Basti pensare alle sue opere principali e alla loro attualità. Umanesimo integrale (1936), con la ricerca di un umanesimo che tenga conto di tutte le dimensioni della persona nella fondamentale distinzione, ma non separazione, tra spirituale e temporale. Da qui nasce il concetto di una sana laicità e dell’autonomia della politica, ma anche dell’importanza del sacro e del santo, elementi così importanti nelle nostre società globalizzate, spesso carenti di finalità e di significati fondamentali. Cristianesimo e democrazia (1945) che ha contribuito a riconciliare Chiesa e democrazia dopo secoli di una separazione che potremmo definire dolorosa. I diritti dell’uomo e la legge naturale (1945), scritto anch’esso negli anni della seconda guerra mondiale durante l’esilio a Manhattan, dove Maritain, tra le altre migliaia di esiliati europei, fu una guida spirituale a cui molti guardarono. Libro fondamentale, quest’ultimo, assieme a L’uomo e lo Stato (1951), in cui il filosofo collega i principi delle Rivoluzioni americana e francese sui diritti dell’uomo con quelli cristiani. Libro che preparò, con gli altri importanti interventi del filosofo sullo stesso tema, la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948). Tutte queste opere, come ben sapete, hanno contribuito alla preparazione del concilio Vaticano II.
Il vostro istituto, con le associazioni nazionali e quelle collaboratrici, ha il grande merito di aver contribuito a fare memoria di questo pensiero così importante e a diffonderlo in varie parti del mondo. Forse senza la vostra azione non avrebbe mantenuto quella vitalità di cui oggi riscontriamo diversi segni. La vostra presenza qui oggi lo testimonia: non vi siete limitati a rileggere e a diffondere il pensiero di un grande filosofo e mistico, ma avete cercato di confrontarlo con gli aspetti più rilevanti della modernità. Ora questo convegno vi offre l’opportunità di riflettere su come proseguire la vostra attività nel nuovo contesto del XXI secolo.
Perciò non intendete limitarvi a rievocare i quarant’anni del vostro impegno, bensì vi proponete di progettarlo nuovamente, guardando al presente e al futuro. Compito non facile ma appassionante; e la Chiesa sa di poter contare sul vostro istituto perché non manchino all’umanità contemporanea il pensiero e la testimonianza di questo grande discepolo di Cristo e della verità che è stato Jacques Maritain.

L'Osservatore Romano