giovedì 13 marzo 2014

Ricchezze di sguardi diversi



Il  tweet di Papa Francesco: "Pregate per me" (13  marzo 2014)

*

Un anno riletto da due giornalisti italiani.

In copertina una pala su fondo oro che ritrae insieme due dei santi più amati e più significativi nella storia della Chiesa: Franciscus et Benedictus si legge: l’immagine è, probabilmente, il riassunto migliore del volume di Lucia Visca, Santa rivoluzione. L’anno di Benedetto e Francesco (Roma, Castelvecchi, 2014, pagine 188, euro 17,50), in cui la giornalista italiana cerca di spiegare perché dopo Papa Ratzinger e Papa Bergoglio, la Chiesa cattolica non sarà più la stessa. È esattamente questo il tratto caratterizzante del libro: la scelta di rimarcare con la forza la continuità.

Il che, in un contesto in cui invece i più — superficialmente — vedono, o cercano di vedere, necessariamente una rottura, è un aspetto interessante. Visca, infatti, sceglie di ricostruire questo percorso forte e significativo rimarcandone l’origine in due uomini così diversi tra loro, eppure così in sintonia. Anzi, la forza di questo percorso nuovo, suggerisce Visca, ha origine proprio in questa continuità.
Diversa, invece, l’ottica dell’interessante studio di Luigi Accattoli, Il vescovo di Roma (Bologna, Centro editoriale dehoniano, 2014, pagine 160, euro 12,50): Papa Francesco propone una «discontinuità della figura papale rispetto all’insieme degli ultimi quattro Papi “conciliari”». È proprio questo infatti il punto di partenza, e di arrivo, del volume di Accattoli, che abbozza una collocazione storica della figura del Pontefice a cinquant’anni dal concilio Vaticano II e sulla scorta della scelta preferenziale per i poveri affermata nel 1968 alla conferenza di Medellín. Proprio in questi due eventi l’autore individua le radici della scelta dei cardinali nel conclave. Papa Francesco, del resto, ha anche dato un nuovo indirizzo alla strategia della comunicazione, rilasciando una serie di interviste nelle quali affronta alcune questioni fondamentali. Da queste emerge una visione ignaziana della storia che vuole essere pratica e spirituale al tempo stesso, rifiutando le ideologie e creando le basi per parlare a tutti con un linguaggio nuovo.
Un linguaggio — nota ancora Accattoli — che lo stesso Bergoglio propone accompagnando «la predicazione del Vangelo con atteggiamenti di radicale novità: parla in modo da essere capito dalla moltitudine e innanzitutto dai lontani, assume — come può — atteggiamenti di “prossimità” e di “accompagnamento” verso chiunque a lui si rivolga, si tratti di un disabile, di un non credente, di un carcerato». Gli ostacoli però non mancano, e i maggiori, nella lettura di Accattoli sono due: «la politica e l’ideologia. Ovvero gli apparentamenti politici dei cristiani e la loro tendenza a interpretare il vangelo secondo una qualche “ermeneutica di vita” diversa dalla follia della croce e dunque sostanzialmente ideologica». La chiave per affrontare la sfida, spiega l’autore, per il Papa è quella di puntare sulla libertà: «Dio ci ha fatti liberi e rispetta persino la nostra libertà di peccare, e dunque siamo chiamati a usare fino in fondo del dono della libertà per seguire la nostra vocazione, ma anche siamo tenuti a rispettare la libertà degli altri, compresa quella di rifiutare il cristianesimo». In questa chiamata a onorare la libertà, scrive Accattoli, si concretizza «la novità più grande apportata da Francesco».

L'Osservatore Romano

*

«Le parole
e le opere»

del Card. Angelo Bagnasco
È significativo che Papa Francesco viva il primo anniversario della sua elezione nel silenzio del ritiro quaresimale. Anche in questo modo, una volta di più il Santo Padre ci testimonia il primato della preghiera nella vita di ogni credente; una preghiera che - come ci ha ricordato di recente - è preghiera di intercessione che abbraccia le attese e le necessità di ogni uomo.

Quest’anno può essere agevolmente riletto alla luce di alcune parole che hanno contribuito a ridonare freschezza alla sequela del Signore Gesù. Verbi come "uscire" tornano a scuotere e ad aprire gli orizzonti della missione; sostantivi come "poveri", "umili" e "ammalati" additano luoghi da abitare con la proposta viva del Vangelo, che promuove lo sviluppo integrale di tutto l’uomo - intangibile fin dal concepimento - e di ogni uomo. Parole come "vicinanza" e "prossimità", mentre rimandano alle modalità con cui Dio si è rivelato nella storia, spingono a quella compassione che ha il suo culmine nella comunione. Così "accoglienza" disegna la prospettiva di una società inclusiva, che supera la "cultura dello scarto" e contribuisce a un mondo più giusto e fraterno; "dialogo" con Dio diventa la via della pace con il fratello, dono e responsabilità affidata al contributo di ciascuno; "incontro" e "famiglia" sono anelito che trova la sua realizzazione nella Chiesa, Popolo di Dio chiamato a raggiungere tutti i popoli.

Il dizionario della tradizione cristiana, a cui il Santo Padre Francesco ci richiama, attinge alla contemplazione del volto di Dio, rivelato in Cristo Gesù; è vivificato dall’esperienza di essere continuamente avvolti dalla sua misericordia, per parole che impreziosiscono la memoria, riscaldano il cuore, alimentano speranza e gioia in molti.

Come Pastori, che avvertono il rapporto "speciale e unico" che ci unisce al Vescovo di Roma, gli rinnoviamo la nostra totale e cordiale disponibilità: come ho già affermato lo scorso marzo, "il nostro cuore desidera pulsare con il cuore di Papa Francesco".

Questa sintonia è motivo di impegno a lasciare i piccoli porti dell’autoreferenzialità per rinnovare la nostra pastorale nella linea di maggiore essenzialità e partecipazione e di una sempre più piena dedizione educativa. Per questo ci sentiamo i primi destinatari degli appelli del Santo Padre a quella santificazione personale che rimane la condizione per quella delle nostre Comunità ecclesiali.

Nella felice ricorrenza del primo anniversario di Pontificato, i nostri auguri diventano quindi preghiera e condivisione di una sincera e appassionata tensione al Signore Risorto, nella convinzione che la Chiesa vive della Sua luce e la riflette nelle opere, che la rendono presenza amica e stimata a ogni uomo. In esse si manifesta la mano provvidente del Padre, l’annuncio della vita buona del Vangelo, il segno di quella maternità ecclesiale che è fonte di consolazione e di speranza che edifica nella carità fraterna.

Angelo Bagnasco (Avvenire)

*

Il conclave di Bergoglio   
Vatican Insider
 
(Andrea Tornielli) La sera del 12 marzo di un anno fa il conclave che deve eleggere il successore di Benedetto XVI, primo Papa nella storia della Chiesa ad essersi dimesso per vecchiaia, si apre nel segno dell'incertezza. Un'incertezza molto maggiore rispetto a quella (...)

*

Un anno di Papa Francesco. 9 italiani su 10 hanno fiducia in lui    
Corriere della Sera
 
(Maria Antonietta Calabrò)  Ad un anno dall’elezione di Papa Francesco, il primo sondaggio demoscopico a carattere scientifico su un campione rappresentativo della popolazione italiana, condotto tra domenica 9 marzo e mercoledì 12 marzo, dall’istituto Demopolis, e che (...)

*

Papa Francesco e i migranti   
Fondazione Migrantes

(Mons. Gian Carlo Perego, Direttore generale Migrantes) Un anno ricco di incontri e discorsi per educare all’accoglienza e alla tutela della dignità di ogni persona -- E’ passato un anno dal giorno in cui il collegio cardinalizio ha scelto il nuovo Pontefice, che prendeva il nome di Papa Francesco.