mercoledì 19 dicembre 2012

Circoncisione rituale: fine della storia!


Soddisfazione di ebrei e musulmani in Germania per il sì alla legge sulla circoncisione. Un diritto finalmente riconosciuto

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La fine di un incubo: così le comunità ebraica e musulmana di Germania hanno salutato l’atto conclusivo della tormentata vicenda relativa alla legittimità della circoncisione rituale. Con una doppia votazione avvenuta nel giro di pochi giorni — prima il Bundestag, e poi il Bundesrat, la Camera dei Länder — il Parlamento tedesco la scorsa settimana ha definitivamente messo a tacere il vespaio di polemiche e di allarme suscitato a partire dal maggio scorso da una sentenza del tribunale di Colonia (resa nota poi a giugno) che, come si ricorderà, condannando un medico aveva di fatto posto fuori legge la circoncisione, equiparandola a delle lesioni personali e dunque passibile d’essere perseguita penalmente. Infatti, la sentenza pur non ponendo alcun divieto aveva denunciato un vuoto legislativo in materia, mettendo esplicitamente in dubbio l’accettabilità della pratica della circoncisione, secondo i giudici potenzialmente lesiva dell’integrità della persona.Con il doppio voto parlamentare la proposta di legge presentata dal Governo del cancelliere Angela Merkel può definitivamente entrare in vigore. Il Governo aveva annunciato nei mesi scorsi l’intenzione di agire velocemente per dare certezza di diritto al rito religioso. Il 2012, insomma, si chiude con una legge che conferma, nel rispetto di alcune prescrizioni, la legittimità della circoncisione per motivi religiosi in Germania. D’ora in avanti le circoncisioni dovranno essere effettuate rispettando precisi criteri medici e minimizzando la sofferenza dei minori. Potranno essere operate anche da personale non medico, ma adeguatamente formato, solo entro i 6 mesi di vita del bambino.
Alcuni critici del provvedimento avevano proposto che si attendessero i 14 anni per la circoncisione, ma questo avrebbe contravvenuto ai precetti dell’ebraismo che la impongono entro pochi giorni dalla nascita. «Senza questa legge — hanno invece affermato i proponenti — la Germania sarebbe stata l’unico Paese al mondo a proibire una pratica che gli ebrei e alcuni musulmani considerano una parte integrante della propria cultura». Per il ministro della Giustizia, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, «la legge è un ritorno a quella normalità che prima dello scorso maggio era evidente a tutti».
Soddisfatte le comunità religiose interessate, la cui presenza è particolarmente significativa in Germania, dove vivono circa 4 milioni di musulmani e oltre 200.000 ebrei. Per il Consiglio centrale degli ebrei tedeschi la legge è un segnale politico importante: «Significa che le comunità islamica ed ebraica sono benvenute in Germania», ha commentato il presidente Dieter Graumann, che si è detto «contento e sollevato» per la reazione «rapida e responsabile» del potere politico che ha messo fine a diversi mesi di dibattito. Anche perché — ha ribadito il presidente — «il divieto di circoncisione avrebbe reso di fatto impossibile la vita ebraica in Germania».
Il Consiglio centrale islamico tedesco ha invece posto l’accento sulla «fine dell’incubo» provocato dalla sentenza dei giudici di Colonia. Dal canto suo, il cancelliere Merkel — che già all’indomani del discusso provvedimento della magistratura aveva ravvisato la necessità di correre ai ripari — ancora nel corso della riunione del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, svoltosi a Francoforte a fine novembre, era tornata a difendere la pratica della circoncisione. «Il rispetto per i riti religiosi è un bene prezioso», aveva detto, auspicando che il progetto di legge per regolamentare la circoncisione potesse essere votato prima della fine dell’anno dal Bundestag.
Il verdetto del tribunale di Colonia — legato al caso di un bambino musulmano di 4 anni colpito da emorragia dopo l’intervento — aveva sollevato l’indignazione di ebrei e musulmani. Durissima era stata in particolare, a luglio, la posizione assunta, proprio nella capitale tedesca, dalla Conferenza dei rabbini d’Europa. «Se il veto dovesse permanere non vedrei un futuro per gli ebrei in Germania», aveva ammonito il presidente, Pinchas Goldschmidt, il quale aveva anche definito la sentenza come «forse uno dei più gravi attacchi alla vita ebraica in Europa dopo l’olocausto».
E anche il presidente della Repubblica israeliana, Shimon Peres, con una lettera al capo dello Stato tedesco, Joachim Gauck, aveva sottolineato come la circoncisione sia parte inseparabile dell’identità ebraica. Sul caso era intervenuto anche l’episcopato cattolico. «Si tratta — dichiarò monsignor Heinrich Mussinghoff, presidente della sotto-commissione per le relazioni con l’ebraismo — di un verdetto sorprendente poiché esso non è conforme alla libertà religiosa dei genitori e al loro diritto a scegliere.
  L'Osservatore Romano, 20 dicembre 2012.