domenica 9 dicembre 2012

Il cielo non è mai grigio per chi crede

ROMA, domenica, 9 dicembre 2012

Salvatore Martinez trae un bilancio a conclusione del quarantennale del Rinnovamento nello Spirito Santo

 Quest’anno il Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) ha festeggiato il suo quarantennale dalla fondazione. Per il movimento è stato un 2012 più che mai denso di iniziative ed eventi speciali.
A colloquio con ZENIT, il presidente di RnS, Salvatore Martinez, ha tratto un bilancio dell’attività degli ultimi mesi, soffermandosi sull’attualizzazione del carisma nell’ambito delle sfide spirituali del momento.
Sta per concludersi un anno particolarmente intenso per RnS: alle due consuete Convocazioni di Rimini (dei Gruppi in primavera con la presenza del Card. Tarcisio Bertone e degli Animatori in autunno) si sono aggiunte la partenza del progetto Dieci Piazze per Dieci Comandamenti, l’avvio della costruzione del Centro Internazionale per la Famiglia a Nazareth e la sua partecipazione al Sinodo dei Vescovi. Senza dimenticare poi l’Udienza Speciale concessa al Movimento in Piazza S. Pietro, con il Papa Benedetto XVI e con il Card. Angelo Bagnasco, alla Vigilia di Pentecoste. Sembra proprio che lo Spirito Santo, nel vostro quarantennale, stia soffiando parecchio su di voi...
Martinez: Se soffiano venti di dottrina avversi al Vangelo di Gesù e alla Sua Chiesa, ancora più forte soffia lo Spirito Santo. E ne siamo testimoni! L’anno trascorso è stato un kairos di grazie insperate, segno che non siamo mai soli e che il Cielo non è mai grigio per chi crede. Abbiamo vissuto un vero Giubileo missionario: di fede rinnovata dal dono della comunione ecclesiale, di speranza rinnovata nell’orizzonte di una Cultura della Pentecoste richiesta dalla Chiesa e dal mondo, di carità rinnovata, forte, prodiga all’indirizzo dei giovani, delle famiglie, dei sacerdoti, dei più poveri e soli. “Un apporto specifico alla diffusione del Regno di Dio”, ci diceva il Papa nell’Udienza Speciale concessaci, in Piazza San Pietro, dato “da uomini e donne che sentono l’attrazione del Cielo nella loro vita e che fanno della lode al Signore uno stile di vita nuova”. Tante le conferme della bontà del cammino intrapreso e tante le nuove aperture nella direzione della Nuova Evangelizzazione che abbiamo registrato. Su tutte vorrei segnalare la decisione del Santo Padre Benedetto XVI di erigere una nuova Fondazione Vaticana denominata “Centro Internazionale Famiglia di Nazareth”, affidata al Rinnovamento nello Spirito per la costruzione e per la gestione a Nazareth di un Centro dedicato alle famiglie di tutto il mondo, per il loro sostegno spirituale, culturale, pastorale e per la promozione sociale delle famiglie.
Da decenni si discute il ruolo dei movimenti per la Nuova Evangelizzazione. Il Santo Padre ha creato ad hoc il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione che apre in questa direzione. Anche il card. Donald Wuerl, da parte sua, nella relazione iniziale al Sinodo, ha lodato il contributo dei movimenti. Ritiene che, nel complesso, ci sia stata un’apertura soddisfacente da parte dei Padri Sinodali verso realtà come RnS ed altri carismi?
Martinez: Sul piano concettuale è difficile negare l’esistenza, il valore e l’efficacia delle pedagogie di fede proposte dai Movimenti ecclesiali e dalle Nuove Comunità in tutto il mondo, a vantaggio di tutte le Chiese. I segni e i frutti sono eloquenti, in taluni casi una provvidenza imprescindibile per l’animazione spirituale e l’espansione del Regno di Dio in tante Chiese povere sparse in ogni Continente. Sul piano pastorale, permangono difficoltà sulla loro collocazione in vista di una maggiore integrazione con la vita ordinaria delle Chiese locali. Ma sarebbe grave confondere un dono con un problema. Un dono resta sempre un dono, anche quando pone problemi che nel discernimento e nella comunione sempre possono essere vinti per il bene di tutto il Corpo di Cristo. Molto si è fatto, molto ancora si deve fare, senza archiviare la stagione di rinnovamento post-conciliare sublimata dal Pontificato di Giovanni Paolo II nella promozione del laicato organizzato e ribadita in questo Pontificato vigente. Una via maestra sarà un’adeguata promozione di una “teologia esperienziale dei carismi” e di una “pneumatologia della missione” nella preparazione dottrinale dei presbiteri. La Chiesa è carismatica ontologicamente, fisiologicamente. Non può esistere separazione o contrapposizione tra il suo profilo istituzionale, gerarchico e quello carismatico, missionario. Ecco perché i Movimenti sono una sorta di “provocazione benefica” dello Spirito Santo, affinché la Chiesa coscientizzi ed espliciti ancor più la propria natura e identità, dichiarandosi, sempre, in ogni suo membro, a partire dal dono di grazia di ciascun battezzato, tutta carismatica. Se i carismi concorrono alla santificazione del popolo di Dio (Lumen Gentium, 12), come accettare l’idea che solo alcuni siano stimolati ad esercitarli? E come tacere che a partire dal carisma dell’episcopato, il primo carismatico che testimonia e favorisce l’esercizio dei doni dello Spirito tra i suoi fedeli è proprio il Vescovo? La causa della Nuova Evangelizzazione va esattamente in questa direzione: riscoprire la nostra fede, ridestarla nei cuori e mostrarla al mondo non sono nel suo contenuto dogmatico, ma anche nel suo dinamismo carismatico.
Intervenendo al Sinodo, lei ha detto che la “madre di tutte le crisi” è di natura spirituale e si annida anche dentro la Chiesa. In che modo?
Martinez: La madre di tutte le crisi che soffriamo è spirituale, dentro e fuori la Chiesa. Una crisi che deve essere letta, affrontata e vinta primariamente nell’ordine soprannaturale, prima che culturale, sociale, economico. Sarà nuova evangelizzazione se, mediante l’unzione profetica dello Spirito Santo, sapremo ridare all’uomo l’umano e ancora all’uomo il divino, così come alle nostre società neopagane una nuova “etica delle virtù”. I nuovi evangelizzatori, dunque, nascono contemplando Dio, pregando; meglio, in ginocchio; ancor meglio prostrati dinanzi alla santità di Dio. Sono prima adoratori di Dio, poi rivelatori dei misteri di Dio. Il cuore della nuova evangelizzazione è la fede in Dio Amore. E Dio si addice prima al cuore e poi alla mente. Urge, dunque, una vera conversione del cuore della Chiesa per recuperare la sapienza di Dio, una nuova compassione per l’uomo smarrito e ferito, un dialogo più profondo con l’umanità a partire dalla nostra capacità di ascoltare e di fare silenzio dentro di noi. Così sentiremo rifluire la presenza, l’illuminazione, l’ispirazione, le mozioni dello Spirito. San Paolo, a tal proposito, è chiaro e ci fa da monito: «Noi parliamo di una sapienza che non è di questo mondo, è la sapienza di Dio che per mezzo dello Spirito noi riveliamo, esprimendo cose spirituali in termini spirituali» (cf 1Cor 2,6.10.13).
Domani è la solennità dell’Immacolata: quanto è importante la devozione a Maria nella spiritualità del RnS?
Martinez: La “via mariana” è la via dei laici, dei carismi, ci ha insegnato il Beato Giovanni Paolo II. Come fare a meno di una Madre tanto presente nella difesa dei suoi figli e potente nel combattere il male? Guardando al mistero dell’Immacolata, per contrasto ci accorgiamo quanto sfidante sia oggi ilmysterium iniquitatis che è in atto. L’umiltà di Maria, la sua purezza, ci insegnano a vincere la prepotenza di sistemi politici ed economici disumanizzanti, l’orgoglio dei ricchi, la superbia dei sapienti. Come piacere a Gesù e come godere delle compiacenze dello Spirito Santo, nessuno più di Maria può mostrarcelo e dimostrarcelo! Se Maria non ci fosse… bisognerebbe inventarla! Come potremmo sperare di accedere ai misteri di Dio senza l’evidenza di Maria? L’inarrivabile Cielo che scese sulla terra, nasce anche nelle nostre terre, nelle nostre vite, per la medesima adozione divina guadagnataci da Gesù, per mezzo dello Spirito. Maria, vivendo in mezzo a noi, nella Chiesa, ci ricorda che “niente e impossibile a Dio”, perché l’impossibile è avvenuto in Lei. Contemplare Gesù con gli sguardi di Maria significa essere gli uomini nuovi della nuova evangelizzazione. Il RnS prega incessantemente la “Vergine dalle mani alzate”, come via breve, sicura e perfetta di accesso allo Spirito Santo, Sposo mistico. Quando Maria viene “scomodata”, allora accadono sempre cose straordinarie. Ne abbiamo fatto mille e mille volte esperienza. Maria è la prima Chiesa, la prima fede in Gesù, il primo amore di Gesù. Prescindere dal mistero di Maria è ritardare lo svelamento degli effetti della Pentecoste.
Si dice che spesso i Movimenti cattolici siano in competizione tra di loro. Verità o luogo comune? Carismi diversi possono collaborare nella Nuova Evangelizzazione?
Martinez: É la diversità di doni e ministeri che fonda la bellezza e l’unità della Chiesa. Ma il prezzo è sempre quello del morire per rimanere in comunione e presentarci “uno” al mondo, perché creda. Dal sospetto del dono dell’altro, si è passati al rispetto, anche se gelosie e invidie mai potranno essere eliminate. Si annidano nel cuore dell’uomo, ci ricorda Gesù: possono solo essere vinte, intensificando la nostra vita spirituale. Come è bello, piuttosto, riconoscersi nel dono dell’altro! È l’altro che completa il mio essere Chiesa, offrendomi ciò che manca al mio modo di percepirla e di viverla. Non dimentichiamolo: ogni carisma, seppure dato ad un membro del corpo di Cristo, è sempre per la totalità del corpo, per il bene comune di tutte le membra. Dunque, ogni dono è per me, è sempre a mio vantaggio. Di fatto, per la forza espressiva insita in ogni dono, una certa dose di autoreferenzialità è inevitabile. Un gesuita è tale, ad esempio, non a dispetto di un domenicano o di un francescano, ma a partire da ciò che lo costituisce gesuita, cioè l’obbedienza al carisma del  fondatore Sant’Ignazio. Dunque, sana autoreferenzialità espressa nell’umile considerazione di sé e nella giusta valutazione dell’altro. Sono questi concetti che ripeto dal 1998, dalla storica “Pentecoste con i Movimenti” voluta dal Beato Giovanni Paolo II, quando ebbi modo di rappresentare tutto il laicato cattolico nella conferenza stampa vaticana che presentava l’evento. Tanta strada abbiamo fatto insieme; ci conosciamo bene e ci riconosciamo nelle opere e nelle attività che distinguono un movimento da un altro. La collaborazione è già in atto: si pensi, in Italia, al Forum delle Famiglie, a Scienza e Vita, a Rete in Opera, reti cattoliche nelle quali ci si orienta verso impegni comuni nella diversità di metodi ed espressioni di ciascuna realtà. La nuova evangelizzazione renderà ancora più esigente e ritengo provvidenzialmente più efficace questa sinergia, soprattutto nella difesa dell’umano e della giustizia sociale.
Parliamo ora delle Dieci Piazze, progetto molto aperto a personalità non solamente appartenenti al mondo cattolico: da un lato è sicuramente una grande opportunità di evangelizzazione, dall'altro c’è chi contesta l’opportunità di iniziative in stile “Cortile dei Gentili”, asserendo che, alla fine, si limitano ad una pura discettazione intellettuale in cui la parte cattolica non è in grado di esprimere un punto di vista forte, in altre parole di trasmettere il Vangelo. Voi che obiettivi e speranze concrete avete con questa iniziativa?
Martinez: Partiamo dall’assunto paolino: “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm8,28). Di più, direbbe lo stesso Gesù: “Chi non è contro di noi è per noi” (Mc 9,40). Dunque, non dobbiamo avere dubbi sulla necessità di intraprendere un nuovo dialogo con il mondo, ribadendo al mondo la nostra identità cristiana. Ciò può avvenire con forme ed espressioni diverse, tenendo conto dei contesti nei quali ci si muove. Il Cortile dei Gentili guarda ai non credenti, agli agnostici, a quanti sentono il desiderio di confrontarsi con la cultura cristiana generata dalla vita e dal Vangelo di Gesù Cristo permanendo nelle proprie posizioni. Potremmo, con una parola, definire queste iniziative una “pre-evangelizzazione”. Il Progetto Dieci Piazze per Dieci Comandamenti (le piazze in realtà saranno undici), invece, ha un tono più confessionale, testimoniale, da tesi senza antitesi. Ha la pretesa di riportare la Parola di Dio tra la gente con il registro della creatività; di riaffermare il primato della legge dell’amore di Dio, da cui derivano stili di vita buoni, universali, sostenibili da ogni cultura e civiltà. In un tempo in cui la gente muore e si lascia morire, con il Decalogo offriamo lezioni di vita vera, esegesi del vissuto con lo sguardo e gli accenti diversi di credenti che rappresentano il mondo della scienza, dell’economia, dello sport, dei mass media, dell’arte, della politica. Gente nota e gente comune, che tra testimonianze, preghiere, riflessioni, musiche e proiezioni d’immagini ricorda alle nostre città che è meglio includere Dio nell’orizzonte umano delle nostre società e delle nostre famiglie. Abbiamo già prodotto tre riletture del primo comandamento a Roma, del secondo a Verona, del quarto a Napoli, con una risposta straordinariamente positiva e un larghissimo gradimento da parte di tutte le istituzioni coinvolte. Anche il Papa è stato e sarà presente con un video messaggio realizzato ad hoc dal titolo: “Quando l’amore dà senso alla Tua vita…”. Ricominciamo l’8 giugno da Milano, con il terzo comandamento, lungo i 4 sabati di giugno e i 4 sabati di settembre. Una carovana dello Spirito che attraverserà tutta l’Italia, scambiandosi il testimone della Nuova Evangelizzazione.
Siamo ormai nel pieno del tempo dell’Avvento: come vivete nel RnS la preparazione al Natale? Che messaggio dà solitamente ai suoi membri?
Martinez: Quest’anno ho voluto riprendere “il richiamo” di Dio alle sette chiese dell’Apocalisse, facendo di ogni appello alla conversione una preghiera in vista della nuova evangelizzazione. Gesù torna ancora uomo tra noi, preludio storico del suo definitivo e glorioso ritorno. Come prepariamo questi “tempi ultimi”? Come bambini desiderosi di ricevere un nuovo regalo, o come vecchi appagati e stanchi di vivere, incapaci di stupirsi dinanzi alle novità? Servono sensi spirituali nuovi, rinnovati dallo Spirito, perché questa nuova venuta di Gesù non ci lasci indifferenti e rimetta in moto nuove energie di bene. Le sofferenze si moltiplicano intorno a noi: il Natale debella l’indifferenza, l’amore tiepido, l’attivismo senza cuore, l’impazienza dinanzi al male, la paura di fare il bene. “Non stancatevi di rivolgervi verso il Cielo”, ci raccomandava Benedetto XVI il giorno dell’Udienza speciale al RnS. Occorre, davvero, sollevare lo sguardo, distoglierlo dalla punta dei nostri piedi. I Magi giungono a Gesù Bambino mirando il Cielo, non camminando a vista d’uomo. Così sia anche per noi: per ritrovare Gesù superiamo gli orizzonti miopi e disperati di questo mondo. Diamo una misura alta alla nostra fede, facendo frutti degni di conversione. E allora non sarà solo un “buon Natale”, ma un “santo Natale”, cioè la rinascita della santità di Dio in noi e fuori di noi. E Gesù non rimarrà neonato in noi: crescerà e noi con lui, in sapienza e potenza. (L. Marcolivio)