martedì 3 giugno 2014

Chiara Luce e l’amore al prossimo



Racconta Maria Teresa:
«Una volta Chiara è arrivata a casa e mi ha raccontato di essere andata a trovare una nonnina che viveva nell’ospizio vicino. 
“E come si chiama questa nonnina?” – le ho chiesto. “Si chiama Speranza. È piccola, ma è così carina” – mi ha risposto Chiara. “Mi ha raccontato tante favole… quella dello spazzacamino è così bella che quando me l'ha raccontata mi scendevano le lacrime”. 
Chiara andava spesso a trovare la nonnina Speranza, la pettinava, le lavava il viso, le mani. Una volta voleva lavarle anche i piedi, ma la nonnina le ha detto: “Non voglio che tu me li lavi, non sono degna”. Allora quando è tornata a casa mi ha detto: “Non ha voluto che le lavassi i piedi, ma se vai tu mamma forse da te se li farà lavare”.
Un’altra volta è arrivata con la biancheria di nonna Speranza: “Mi ha detto che quando la lavano nella lavanderia dell’Istituto spesso la sua roba si perde perché non ha l’etichetta con il suo nome… magari la possiamo lavare noi in casa. Che dici mamma?”.
Chiara mi insegnava ad amare queste persone… Una volta che sono andata a consegnarle la biancheria, Speranza mi ha detto: “Ma che bambina è Chiara! Hai una figlia che non è di questo mondo”. 
Una sera Ruggero è arrivato stanco da un viaggio con il camion. Ci siamo messi a tavola e Chiara ha chiesto al papà di andare a scattare una foto a Speranza, perché non stava bene e voleva avere almeno una sua foto.
Ruggero, stanco com’era, le ha detto che l’indomani sarebbe andato. Ma Chiaretta ha tanto insistito che Ruggero si è alzato da tavola ed è tornato con una foto istantanea della nonnina, di quelle che si facevano con le macchinette polaroid.
E il giorno dopo Speranza non c’era più… è morta prima di mezzogiorno».