martedì 10 giugno 2014

Dall'Olimpico a Piazza San Pietro


Salvatore Martinez traccia un bilancio della 37° Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, segnata dalla visita del Papa, che riceverà il movimento nel 2017, in occasione del suo Giubileo


Lo scorso 1 giugno, il Rinnovamento nello Spirito Santo ha vissuto una tappa epocale della propria storia: la presenza di un Pontefice alla propria Convocazione Nazionale. A distanza di poco più di una settimana dall’indimenticabile evento allo Stadio Olimpico, il presidente nazionale del Rinnovamento, Salvatore Martinez ha spiegato a ZENIT come l’incontro con papa Francesco e le esortazioni del Santo Padre stiano dando una marcia in più, in attesa dell’altro grande appuntamento previsto per il 2017: il Giubileo del movimento.
A distanza di una settimana, qual è il bilancio della 37a Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo? Come avete accolto le esortazioni del Santo Padre?
Dopo una settimana, possiamo dire che il bilancio ha il sapore del rilancio: di certo erano grandi le attese del Rinnovamento convenute in gran parte dall’Italia, vi era presente una folta delegazione di stranieri e la partecipazione di ben 55 paesi.
Il Santo Padre, in più circostanze, aveva richiamato la sua vicinanza al Rinnovamento, la sua conversione il suo pentimento. Desideravamo abbracciarlo e fargli sentire tutta la nostra vicinanza filiale, volevamo farlo ed essere vicini alle sue proiezioni spirituali, al suo desiderio di conversione ecclesiale. Tutto questo, di sicuro, è avvenuto, ma è avvenuto molto di più: il Santo Padre ci ha benedetto incoraggiato, rassicurato e corretto, con una familiarità e con una paternità che ha davvero sorpreso tutti.
Più volte ha ricordato egli stesso come nel Rinnovamento si fosse sentito a casa: senza pregiudizi sull’uso dei carismi - anzi lui stesso li ha esercitati con noi – papa Francesco ha indicato la corrente di grazia che tutti deve rinnovare, non soltanto gli aderenti ad un organizzazione o ad un movimento, che si chiama Rinnovamento nello Spirito. Il dono, allora, è grande, il dono supera le nostre attese deve essere fortemente interiorizzato e condiviso con gli altri.
Il RnS è sempre meno una realtà esclusivamente "spirituale" e sempre più calata nella realtà concreta degli apostolati sociali, dal recupero dei detenuti alle missioni in Moldavia. Quanto stanno crescendo queste attività?
Direi che il Rinnovamento, proprio perché è una realtà spirituale, è calata nel sociale, dobbiamo riconoscere che c’è stata una divaricazione tra un cristianesimo di tipo spirituale e uno di tipo sociale, pneumatologico da una parte e sociologico dall’altra.
Il sociale è dentro lo spirituale, esso è la manifestazione visibile di questo principio dinamico che è lo Spirito Santo, se non si vedono le realtà di Dio, allora come opera lo Spirito Santo in noi? Come ci muove? Lo Spirito Santo è movimento, ed è movimento verso ciò che è ultimo, ciò che soffre, ciò che ha bisogno della salvezza di Dio, della presenza di Dio. Il Rinnovamento in questo senso ha la sua carica profetica carismatica spirituale, esso ci invia per fasciare i cuori spezzati per proclamare la liberazione ai prigionieri, la libertà agli oppressi e non si vede e non si sente, che è Pentecoste laddove geme la gente e ci si chiede in che modo lo Spirito sta vivificando il corpo di Cristo che siamo noi.
Questa proiezione ad extra è l’elemento qualificante del rinnovamento, il segno della maturità di questo movimento ed è la conferma che il rinnovamento esiste per pregare, dove il fine è portare la salvezza in parole ed opere, e portarla ad ogni uomo.
Quando si parla di movimenti, a volte si tende maliziosamente a sottolineare le differenze o addirittura le rivalità tra gli stessi. A suo avviso una collaborazione è possibile? In che modo?
Credo che le rivalità tra gruppi e movimenti a mio vedere non è mai esistita o si è ormai da tempo archiviata. I carismi, come ricorda San Giovanni Crisostomo, devono distinguerci ma l’amore deve farci percepire come membra dello stesso corpo. Dove i carismi dividono allora è la carità ad essere lesa.
San Giovanni Paolo II, già nel 1998, volle che i movimenti esprimessero come segno di comunione e di maturità ecclesiale questo rapportarsi, questo integrarsi ecclesialmente, questo completarsi, poiché lo Spirito possiede un dono che è per l’edificazione della Chiesa. Francesco insiste molto su questo tema: l’armonia intesa come una diversità riconciliata.
Lo Spirito fa due cose: suscita una diversità che potrebbe fare apparire la Chiesa come una babilonia, ma poi è lui stesso che le armonizza. Unità non è uniformità, ognuno deve rimanere se stesso con il proprio cammino, ma deve lasciarsi raccordare dallo spirito. È la lezione di Pentecoste, dal Kaos al Kosmos, dalle lingue di Babilonia alla grande comunione, questa è la stagione che è in atto e che deve trovare in papa Francesco nuovi esiti.
Abbiamo una tappa importante ed è il nostro Giubileo del 2017: il Papa ha detto che ci attende in Piazza San Pietro e noi ci muoveremo con questo desiderio di rendere più forte la grande famiglia che il Rinnovamento, già allo Stadio Olimpico, ha voluto testimoniare. Una testimonianza che ha rallegrato tanti.
Già in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù a Rio, il Papa aveva detto che si era ‘convertito’ e pentito, in quanto aveva scambiato il Rinnovamento per una scuola di samba e poi aveva visto il bene che quelli del Rinnovamento avevano fatto. Il 9 settembre in udienza privata mi aveva detto (e lo ha ribadito l’1 giugno allo Stadio Olimpico): “guardate che cammino mi ha fatto fare lo Spirito, da sentirmi estraneo”, e avendoli addirittura giudicati aspramente (e fatto chiudere per 4 anni il Rinnovamento in Argentina), mesi prima di partire per il Conclave, era stato nominato assistente spirituale dell’episcopato argentino per tutto il Rinnovamento. Segno di una vicinanza spirituale del pontefice, che abbiamo sentito l’1 giugno e che vogliamo sentire sempre più il Papa parlare, non sentiamo altro privilegio che tributargli un amore più grande.
È il Papa della Chiesa Cattolica, che ama tutti i movimenti e i diversi carismi, ringraziamo Dio per aver segnalato, grazie al Rinnovamento, l’importanza del profilo carismatico della Chiesa, l’importanza dei laici associati e l’importanza della testimonianza dei laici.