giovedì 6 dicembre 2012

Il santo dei bambini


Per la memoria liturgica di san Nicola di Mira vedi anche il post seguente:


06 Dic 2011
Come dare soldi alle prostitute e andare in paradiso. Oggi 6 dicembre tutte le Chiese celebrano la memoria liturgica di: Nicola di Mira. (ca. 270-343). pastore. Le chiese d'oriente e d'occidente ricordano oggi Nicola di Mira, ...




ROMA, giovedi, 6 dicembre 2012 - Tra il 5 e il 6 dicembre in tutto il mondo si consuma la tradizionale festa di San Nicolò, tra solenni eucarestie, processioni con la statua del santo vescovo di Myra e grandi falò in suo onore. Le tradizioni e i racconti relativi al santo, come i miracoli effettuati sia in vita che da morto, sono innumerevoli e variano da paese a paese. Dal camino, nella calza o nelle scarpe san Nicola, anche dopo la morte, ha continuato a portare doni ai bambini di tutto il mondo sino ai giorni nostri (solitamente si dice che lui si occupa di quelli buoni, prendendosi nota nel corso dell’anno di chi si è comportato bene, mentre il suo aiutante, che cambia nome e sembianze a seconda della zona geografica in cui ci si trova, lascia del carbone a chi è stato disobbediente).
In Olanda il 6 dicembre san Nicola assieme al fedele compagno Zwarte Piet, letteralmente "Piero il Nero" (si dice sia lui ad infilarsi nei camini delle case per portare i regali), gira per le strade di Amsterdam, di cui è il Santo Patrono, in sella ad un cavallo bianco distribuendo dolci e regali a tutti i bambini; in Austria sfila con dei personaggi chiamati Krampus, che minacciano di portare via i bambini disobbedienti; a Trieste, Gorizia e in Trentino Alto Adige si tramanda la leggenda secondo cui il santo regalò a tre bambini poveri tre mele rosse che si tramutarono in oro e per questo, il giorno della vigilia, i bambini scrivono una letterina al santo che lasceranno sul tavolo della cucina dove la mattina seguente troveranno una grossa cesta colma di frutta, cioccolato, mandorlato e giocattoli (questa tradizione è molto viva anche nella piccola isola di Murano, nota per la produzione del vetro, i cui abitanti scelsero san Nicola come patrono dei vetrai).
Il numero tre ricorre spesso nella storia del santo e nell'iconografia tradizionale, non a caso, viene rappresentato, oltre che con la mitra e il bastone pastorale, con tre sacchetti di monete, o tre palle d’oro che, in sostanza, fanno riferimento alla vicenda del santo più nota, denominata praxis de tribus filiabus. Si racconta che un cittadino di Patara caduto in totale miseria non vide altra soluzione per le tre figlie che quella di farle prostituire, data l’impossibilità di offrire loro una dote e, dunque, di trovare marito. Nicola, venuto a sapere di questo, per tre sere di seguito fece trovare sopra il tavolo della cucina del suo coetaneo una borsa  piena d’oro, facendola passare dalla finestra senza farsi vedere. In questo modo salvò l’onore delle tre fanciulle, che una dopo l’altra presero marito (una versione racconta che la terza sera il santo trovò la finestra della cucina chiusa, così si arrampicò sul tetto, gettando il terzo “sacco” giù dal camino).
E’ noto a tutti, o quasi, che la sua figura ha dato origine al personaggio di Santa Claus (le analogie tra i due sono più che evidenti). Il culto del Santo, infatti, fu portato a New York dai coloni olandesi con il nome di Sinterklaas, che divenne tra i coloni inglesi Santa Claus; furono poi gli scrittori americani a dare vita al personaggio folkloristico che conosciamo e a tracciarne la personalità, mescolando i numerosi racconti relativi il santo vescovo di Myra con elementi legati alla cultura anglosassone.
Clement Clarke Moore, professore di Esegesi Biblica e Letteratura greca e orientale presso il Seminario Teologico della Chiesa Protestante di New York, nel 1822 scrisse A Visit from St. Nicholas, un racconto per bambini dove Santa Claus viene descritto come "un vecchio elfo paffuto e grassottello", dal viso simpatico e la testa sporca di fuliggine, dalla barba bianca come la neve e il vestito rosso, che in sella ad una slitta trainata da renne porta doni ai bambini facendoli passare dai camini delle case la sera della vigilia di Natale; nel 1863 il disegnatore statunitense di origine tedesca Thomas Nast ne riprodusse l’immagine, ma la consacrazione definitiva, però, avvenne nel 1931 ad opera di Haddon Hubbard Sundblom che, prendendo spunto dal racconto di Moore e dai disegni di Nast, ritrasse, per la campagna pubblicitaria della Coca Cola, l’immagine di Babbo Natale come oggi lo conosciamo. 
San Nicola vescovo di Myra è venerato tanto dalla Chiesa Cattolica, quanto dalla Chiesa Ortodossa (di fatto nell'iconostasi delle chiese russe è la terza icona assieme a Cristo e a Maria col bambino) è conosciuto anche come San Nicola di Bari, San Nicola Magno e San Nicolò. Si tratta di uno dei santi più popolari di tutta la cristianità, il suo culto è esteso da Oriente ad Occidente. Patrono della Russia, della Grecia, della Lorena e di numerose altre località europee, in Italia è il santo patrono di ben 271 comuni e a lui sono affidati moltissimi patronati, tra cui quello dei bambini, delle vergini, dei pellegrini, dei commercianti, dei farmacisti, dei pescatori e dei marinai, dei giudici e degli avvocati. La figura di questo santo ha affascinato tutto il mondo medievale, la sua fama fu talmente grande da arrivare intatta sino ai giorni nostri, nonostante della vita di questo santo, in realtà, si sa molto poco; il materiale agiografico, infatti, è composto perlopiù da una serie frammenti sparsi, citazioni, encomi, vite poetiche ed opere in prosa redatte tardivamente, tanto che, a ragione, la dr.ssa Raffaella Tortorelli afferma che “il modo con cui s. Nicola ha “bruciato le tappe” nel conquistarsi una devozione universale al di sopra di ogni altro santo agli inizi dell’anno mille, resta per lo storico ancora un mistero”.
La prima narrazione integrale della vita di San Nicola è stata stilata da Michele Archimandrita che il domenicano padre Gerardo Cioffari, tra i più illustri studiosi del santo, farebbe risalire all’VIII secolo, anziché IX secolo come alcuni sostengono; sempre il Cioffari, sostiene che nel 580 un certo Eustazio, sacerdote a Costantinopoli, scrisse una vita completa del Santo, della quale ci è pervenuto solamente la praxis stratelatis, ossia il racconto di come il santo salvò prodigiosamente tre ufficiali bizantini dalla condanna a morte. A partire dal IX secolo in poi l’interesse degli agiografi per la vita del Santo vescovo di Myra aumentò esponenzialmente, soprarutto dopo l’opera redatta da Giovanni Diacono, prima versione in lingua latina, che a sua volta si rifece a quella meno fortunata di san Metodio, suo contemporaneo. L’enorme quantità di materiale prodotto tra il IX e il XIII secolo, però, contribuì solamente a creare un’aurea leggendaria sulla figura di San Nicola, inoltre, spesso gli agiografi attribuirono al Santo miracoli tratti dalla vita del suo omonimo Nicola di Sion, arrecando confusione e complicando ancor di più la ricerca storica (vedi Jacopo da Varazze).
In definitiva, come per molti altri santi, l’intera sua vicenda rimane avvolta nel mistero. E’ certo che nacque a Patara, città della Licia, nella seconda metà III secolo, da genitori benestanti, che ricevette un’educazione cristiana (si racconta che fu iniziato alla lettura delle Sacre Scritture sin dall'età di 5 anni) e che rimase orfano in giovane età ereditando un ricco patrimonio che devolse, nel tempo, ai più bisognosi del suo paese. La generosità e l’amore che nutriva verso i più poveri e indifesi, in particolare verso i bambini, sono caratteristiche che lo contraddistinsero sin dalla giovane età, tanto che già in vita veniva considerato santo, e proprio per queste sue doti fu eletto vescovo di Myra.
San Nicola rappresenta l’immagine perfetta del buon pastore, nel corso del suo episcopato non smise mai di prendersi cura dei suoi fedeli, sia spiritualmente che materialmente. Viene descritto come una persona mite e docile, ma allo stesso tempo impavido evangelizzatore e difensore dell’ortodossia cattolica, capace di atti passionali dettati da fervente zelo, come l’abbattimento del tempio di Artemide; si racconta che nel corso delle persecuzioni di Diocleziano patì la prigionia e l’esilio, che partecipò al Concilio di Nicea e che operò numerosi atti di misericordia e miracoli (salvò Myra da una carestia, placò una tempeste in mare aperto, salvò tre ufficiali condannati a morte ingiustamente, scacciò demoni e resuscitò tre bambini uccisi da un oste tracciando il segno della croce).
Il suo culto, risalente al medioevo, si è inserito nel folklore popolare, a livello mondiale, come nessun altro prima. Tutt’ora in moltissimi paesi la sera del 5 di dicembre sussiste l’usanza, per i bambini, di mettere sul davanzale di casa delle scarpe o delle calze, che San Nicola riempirà di frutta, dolci e regali nel corso della notte.