martedì 11 dicembre 2012

La nuova evangelizzazione in America Latina è di impronta mariana

Oggi 12 dicembre ricordiamo la Beata Vergine Maria di Guadalupe (per tutta l'America latina 
è una solennità) (*)







 





  Per parlare, con una certa autorevolezza, della Vergine di Guadalupe, della apparizione a Juan Diego e del “segno” straordinario - la Tilma, - lasciato quale prova della veridicità degli avvenimenti e dell’amore di Maria Santissima verso i suoi figli, occorrerebbero competenze specifiche e studi qualificati. Soprattutto le continue “scoperte”, avvenute dalle accurate indagini svolte, anche in tempi recentissimi, sulla misteriosa e miracolosa figura, impressa sul mantello dell’indio, riempiono il cuore di stupore, suscitano una sana curiositas e confermano sempre più l’origine soprannaturale della illustre reliquia.
Il veggente, che si chiamava, in azteco, Cuauhtlotatzin, fu battezzato nel 1524, a circa cinquant’anni di età, con il nome di Juan Diego; a sua moglie Malintzin fu invece imposto il nome Maria Lucia. L’indio si distingueva per la fedeltà agli impegni di vita cristiana, per la frequenza alla catechesi e ai sacramenti, sotto la guida sollecita dei buoni Frati francescani. Persa la moglie, si dedicò con maggiore impegno “alle cose di Dio”. In questo contesto di religiosità e di pietà si collocano le apparizioni, avvenute tra il 9 e il 12 dicembre 1531. Lo sfondo storico, invece, è quello - spesso discusso e contestato - della colonizzazione spagnola del Nuovo Continente, che produsse la fine della civiltà pre-colombiana degli Aztechi. Nel 1521 la capitale, Tenochtitlan, era stata devastata, segno della ormai irrimediabile e definitiva caduta di un Impero.
In questa cornice, la mattina del 9 dicembre 1531, attraversando la collina del Tepeyac, una bellissima Signora appare a Juan e gli rivela di essere “la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo ed unico Dio”. Ella desidera che si edifichi una Chiesa in suo onore. Il vescovo, informato dall’indio, non vuole dar credito al racconto. I fatti successivi, accompagnati da una insolita fioritura fuori stagione e dalla figura della Vergine, comparsa inspiegabilmente sulla “tilma”, convincono però il vescovo stesso - e i numerosi presenti - della affidabilità della vicenda narrata da Juan Diego.
La venerata immagine, posta nella cattedrale, fu da subito oggetto di fervida e crescente devozione da parte della gente, che giungeva da ogni dove per ammirarla e per pregare.
La Madonna si presenta, sul sacro telo, con le fattezze tipiche di una meticcia. Porta una tunica, con fiocchi neri all’altezza del ventre, segno, per gli indios, di un inequivocabile stato di gravidanza. Il manto, percorso da un ricamo di stelle, giunge ai piedi, posati sulla luna, mentre all’indietro rifulge il sole con i suoi raggi.
Sono passati diversi secoli e nulla è mutato di quella straordinaria “icona”, non attribuibile ad alcun artista né ad alcuna tecnica pittorica. La indagine scientifica cerca, oggi più che mai, di trovare una spiegazione plausibile, ma è costretta ad arrendersi alle soglie di un mistero inesplicabile. Addirittura, in tempi recenti, sono state individuate, nelle pupille di Maria Santissima, le sagome di coloro che erano presenti all’incontro di Juan Diego con il vescovo, quando fu constatata la veridicità del miracolo.
Come sempre accade, anche a Guadalupe la Madre di Dio ha voluto donare al mondo - e in particolare alle Americhe - un attestato di predilezione. Ancora una volta si è resa interprete della misericordia del Figlio, per ricomporre, quale ambasciatrice di amore e di pace, i dissidi e le lotte crudeli, in corso oggi come allora.
Un intero continente è affidato al suo Cuore materno; una varietà di popoli, di culture e di sensibilità trovano in Lei un riferimento sicuro per il loro cammino. È Lei la vera evangelizzatrice, che non si arrende mai di fronte alle miserie degli uomini, ma sempre sa guardare avanti e andare oltre, nella fiduciosa speranza che la Grazia trovi finalmente una breccia nell’anima dei suoi figli.
Guadalupe è un’ulteriore prova dell’impegno assunto da Maria Santissima con Gesù, morente sulla Croce. I suoi occhi – nei quali si riflettono i volti di chi allora assistette al prodigio, quasi cinque secoli fa - in realtà accompagnano, con indicibile sollecitudine materna, la vita di ciascuno di noi.
Anche per la Tilma, come in altri casi analoghi, le accurate ricerche degli scienziati non fanno che avvalorare i fatti. Qualcuno, come sempre, ha cercato di negare tutto: la esistenza di Juan Diego, la narrazione “troppo” inverosimile degli eventi, il miracolo stesso... Ma, come si suole dire, contra factum non valet argumentum.
Paradossalmente è proprio la Chiesa a custodire, “laicamente”, tra i tanti tesori di Grazia concessi dal Cielo, il sommo rispetto per le diverse competenze e una sincera apertura allo studio e alla indagine. La Verità di Cristo non teme il confronto: anzi lo sollecita, per ottenere una chiarezza e una evidenza sempre più autentiche.
Certamente Dio può – quando vuole, come vuole e secondo i misteriosi piani della sua Provvidenza - sovvertire le leggi della Natura. Non per ricercare “effetti speciali” o segni spettacolari della sua potenza, ma per rinnovare a ogni uomo la gratuità del suo amore e della sua tenerezza paterna. (p. Mario Piatti)

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Lettura
La liturgia propone una parola per gli stanchi, per i ripiegati su se stessi; per quelli che, camminando nella notte della fede, vivono la solitudine e soccombono all’angoscia. Ancora una parola pronunciata oggi, per me. Rivolto tutto a me stesso, vado considerando il piccolo spazio del mio mondo e, come una formica dentro la sua minuscola tana, misuro tutto in base alle mie proporzioni. Questa parola mi richiama a considerare l’immensità della creazione, nella quale io rappresento un punto infinitesimale. La mia ricorrente tentazione sta nel non sapermi convincere che quel Dio onnipotente e inaccessibile tra miliardi di uomini si ricordi proprio di me?
Meditazione
Oggi la Parola mi sorprende nel vagare dei miei pensieri. Perché lui è grande e io sono piccolo? Perché lui conosce tutto e io mi smarrisco nel mistero? Perché lui è Dio e io sono uomo? Tutto l’affanno viene da qui: dal non riuscire ad accettare lui come Dio e me come uomo. Dal ritenere che la Sua grandezza mi schiacci, anziché farmi crescere e comunicarmi energia. «La grandezza – scrive Saint-Exupery – nasce da uno scopo situato al di fuori di noi. […] Quando l’uomo si chiude e non serve che se stesso, diviene povero». Non è evangelica quella povertà che rimane sorda all’invito di quel Povero che è tale perché non tiene nulla per sé: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28). Ad essere affaticati e oppressi siamo una moltitudine. Ci comportiamo come se Dio non potesse occuparsi di questa “colonna di formiche” che avanza faticosamente sulla superficie di un pianeta sperduto nello spazio. In realtà egli, che “non si stanca e non si affatica”, si è voluto rendere talmente solidale con noi da assumersi la nostra fatica di vivere. Non più un Dio senza corpo e senza volto, ma un Dio stanco come noi, sulla nostra stessa via, ci dà forza: Gesù di Nazaret. Portando il giogo della nostra condizione umana fragile e debilitata, egli ci dà la possibilità di assumere il suo “carico dolce e leggero”. Ci propone la sostituzione dell’egoismo, che rende schiavi, con l’amore che libera e mette le ali al cuore, come dice il profeta Isaìa. Hai sperimentato qualche volta il riposo promesso da Gesù? Come possono, le parole di Gesù, aiutare la nostra comunità ad essere un luogo di riposo per le nostre vite?
Preghiera
Signore, mio Dio, tu mi conosci: io sono un uomo stanco. Sono nato così, troppo gracile per sostenere da solo tutto il peso della mia esistenza. Dammi la tua mano, Signore; anche tu fratello mio e mio compagno di viaggio dammi la tua mano: la tua stretta mi comunichi la forza dell’amore, perché io possa correre cantando. Amen.
Agire
Oggi voglio fermarmi, creare un clima di preghiera per vivere e gustare l’invito di Gesù e riprendere con gioia la mia vita quotidiana
Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, M.S. (Missionari de La Salette), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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(*): Sulla Vergine di Guadalupe vedi i seguenti post:

12 Dic 2011
Con gli oltre venti milioni di pellegrini che lo visitano ogni anno, il santuario di Nostra Signora di Guadalupe, in Messico, e' il più frequentato e amato di tutto il Centro e Sud America. Sono pellegrini di ogni razza e d'ogni ...

09 Dic 2011
... al termine di un complesso iter ecclesiastico - con il decreto Exaltavit humiles (6 maggio 1990), se ne e' finalmente concessa la memoria liturgica, fissata al 9 dicembre, data della prima apparizione della “Morenita”.

12 Dic 2011
La venerata immagine della “Morenita del Tepeyac” (la Madonna bruna della collina a nord di Città del Messico), dal volto dolce e sereno, impressa sul mantello dell'indio San Juan Diego, si presenta come “la sempre ...


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Il Sinodo per la Chiesa americana a 15 anni di distanza è di luce per la nuova evangelizzazione. Ad affermarlo è il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, in Honduras, che partecipa ai lavori del Congresso “Ecclesia in America”, organizzato dalla Pontificia Commissione per l’America Latina e dai Cavalieri di Colombo e in corso in Vaticano fino a domani. Le parole del porporato honduregno raccolte dal collega Raul Cabrera, della sezione spagnola della nostra emittente:

R. – Sono passati 15 anni dal Sinodo in America e 15 anni dopo l’Esortazione apostolica avvertiamo che tornare con questo Congresso ai punti principali di quel Sinodo significa rivivere tanta ricchezza. Soprattutto perché le sfide della nuova evangelizzazione ci ricordano come l’idea originale del Beato Giovanni Paolo II sia stata quella di una sola America, senza un Nord che fosse una parte diversa del continente. Una sola America che abbia veramente questa vocazione a essere una forza di evangelizzazione e di nuova evangelizzazione. Abbiamo avuto già all’inizio del Congresso non solo una celebrazione eucaristica molto bella, ma anche un messaggio molto stimolante dal cardinale Ouellet, e poi una preziosa conferenza sulla Madonna di Guadalupe, che è l’anima di tutta l’evangelizzazione, la stella della nuova evangelizzazione in America Latina. Il prof. Carriquiry ci ha fatto un riassunto storico molto utile su come siano stati i rapporti tra il Nord America e il resto dell’America Latina. Abbiamo finito poi con una bella interpretazione del prof. Anderson della Madonna di Guadalupe. La dimensione mariana, soprattutto, è imprescindibile in America Latina per capire come la nuova evangelizzazione si sia fatta dall’inizio per Maria e si debba continuare con Maria.