martedì 17 settembre 2013

La regola della cordialità: il Papa e le coppie conviventi

Una coppia

«Accogliete le coppie conviventi» Il Papa e la regola della cordialità
di Gian Guido Vecchi
in “Corriere della Sera” del 17 settembre 2013
La centralità della misericordia, l'idea che la «verità non si esaurisce nella definizione dogmatica»
ma «si inserisce nell'amore e nella pienezza di Dio». Papa Francesco incontra i preti di Roma e
chiede a loro e alla Chiesa — una Chiesa «che non crolla» perché «la santità è più grande degli
scandali» — di mostrare «il volto dell'accoglienza», un'«accoglienza cordiale» in particolare nei
confronti delle «coppie conviventi». Il ragionamento del pontefice è sottile, non si tratta di essere
rigidi né di manica larga, dice, perché ambedue gli atteggiamenti non sono misericordiosi: si tratta
di «dire sempre la verità», sapendo però che l'aspetto «dogmatico» e «morale» sono «sempre
accompagnati dall'amore di Dio».
Già durante il viaggio in Brasile, a fine luglio, Francesco aveva invitato a cambiare «atteggiamenti»
e si era chiesto, considerata la gente che scappa dalla Chiesa come i discepoli in cammino verso
Emmaus: «Siamo ancora una Chiesa capace di scaldare il cuore?». La Chiesa «aperta» e «vicina» di
Bergoglio non deve escludere nessuno. Così il prete misericordioso, spiega il Papa ai sacerdoti della
sua diocesi nella Basilica di San Giovanni, è quello che «dice la verità» ma poi aggiunge: «Non
spaventarti, il Dio buono ci aspetta, andiamo assieme». Che «accompagna» le persone come Gesù,
nell'episodio evangelico di Emmaus, i due discepoli smarriti.
Nel rispondere alla domande dei sacerdoti, del resto, Francesco è tornato anche sulla questione dei
divorziati e risposati esclusi dai sacramenti: e ha confermato che del tema si occuperanno sia il
«gruppo di consiglio» degli otto cardinali a inizio ottobre sia il prossimo Sinodo dei vescovi. Un
problema che «non si può ridurre solo» alla questione «se si possa fare o non la comunione»:
significa «non capire quale è il vero problema, un problema grave di responsabilità della Chiesa nei
riguardi delle famiglie che vivono in questa situazione». Questa «è una vera periferia esistenziale»,
ha scandito il Papa: una di quelle «periferie» verso le quali deve andare la Chiesa.
Ma c'è di più: Francesco ha detto che bisogna «trovare un'altra strada, nella giustizia», ha ricordato
come per lo stesso Benedetto XVI fosse «un problema grave» e aggiunto che la Chiesa «in questo
momento deve fare qualcosa per risolvere i problemi delle nullità matrimoniali». Significa che
Bergoglio sta pensando alla stessa soluzione su cui Ratzinger aveva invitato a riflettere: la
possibilità di annullare il primo matrimonio per «mancanza» o «carenza» di fede dei coniugi e
mettere così in regola le «seconde unioni».
Ma l'«accoglienza cordiale» riguarda tutti, Francesco parla con sarcasmo di chi in una parrocchia è
più preoccupato a chiedere soldi per un certificato che al sacramento, «se la gente vede un
interessamento economico, si allontana». Del resto la vicinanza del Papa è anche verso i suoi preti:
Francesco ha parlato della «fatica del cuore» dei sacerdoti, quando «il prete si interroga sulla sua
esistenza, guarda indietro» e pensa alle rinunce, ai «figli che non ha avuto», si chiede se la sua vita
«è fallita». È allora, quando si sperimenta «il buio dell'anima», ha consigliato, che si deve pregare:
«Fino ad addormentarsi davanti al Tabernacolo, ma stare lì».

*

Il Papa: i sacerdoti siano accoglienti con i conviventi
di Caterina Lupi
in “l'Unità” del 17 settembre 2013
Il Papa ha invitato i sacerdoti di Roma, incontrati ieri nella basilica di San Giovanni in Laterano, ad
una «accoglienza cordiale» nei confronti di tutti i fedeli. Anche conviventi e divorziati risposati in
seconde nozze. Il pontefice – riferisce il settimanale della diocesi capitolina «Roma Sette» - ha
risposto a cinque domande che gli hanno posto altrettanti sacerdoti (padre Carbonaro, don
Mortigliengo, don Le Pera, don Sparapani, don Brienza). «I fedeli si sentano a casa», ha detto.
Un’accoglienza - «il riferimento è in particolare alle coppie conviventi», scrive «Roma Sette» - da
esercitare però nella verità. «Dire sempre la verità», sapendo che «la verità non si esaurisce nella
definizione dogmatica», ma si inserisce «nell’amore e nella pienezza di Dio». Il prete deve quindi
«accompagnare». L’invito di Francesco ai preti del clero romano è stato poi a intraprendere «strade
coraggiosamente creative».
Il Papa ha citato esempi vissuti a Buenos Aires, come l’apertura di alcune chiese per tutta la
giornata con la disponibilità di un confessore o l’avvio di «corsi personali» per le coppie che
intendono sposarsi ma non possono frequentare i corsi prematrimoniali perché lavorano fino a tardi.
Restano prioritarie le «periferie esistenziali», che sono anche «quelle delle famiglie», di cui ha
parlato più volte Benedetto XVI, come il tema delle seconde nozze. Il nostro compito, dice, è
«trovare un’altra strada, nella giustizia».
Il Papa si è poi soffermato in particolare sulla delicata questione della nullità dei matrimoni e sulle
seconde unioni. Un tema, ha rammentato, che Benedetto XVI «aveva a cuore». «Il problema – ha
detto - non si può ridurre soltanto» se si possa «fare la comunione o no, perché chi pone il problema
soltanto in quei termini non capisce qual è il vero problema». È un «problema grave», ha aggiunto,
«di responsabilità della Chiesa nei riguardi delle famiglie che vivono in questa situazione».
Bergoglio ha citato in particolare il caso del tribunale interdiocesano della sua città d’origine,
sottolineando che le procedure burocratiche possono essere troppo gravose per i fedeli. La Chiesa,
ha affermato ancora, «in questo momento deve fare qualcosa per risolvere i problemi delle nullità»
matrimoniali. Un tema di cui parlerà con il gruppo degli otto cardinali «consiglieri» che si
riuniscono nei primi giorni di ottobre in Vaticano per impostare la riforma della Curia romana. E
ancora, ha aggiunto Papa Francesco, se ne parlerà nel prossimo sinodo dei vescovi sul «rapporto
antropologico» del Vangelo con la persona e la famiglia, in modo che «sinodalmente si studi questo
problema.