domenica 15 settembre 2013

L'Angelus di Papa Francesco. "Solo la giustizia di Dio ci può salvare!



Il  tweet di Papa Francesco: "Cercare la propria felicità nell'avere cose materiali è un modo sicuro per non essere felici." (15 settembre 2013)

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L'Angelus di Papa Francesco. "Solo la giustizia di Dio ci può salvare! E la giustizia di Dio si è rivelata nella Croce: la Croce è il giudizio di Dio su tutti noi e su questo mondo"

"Se noi viviamo secondo la legge “occhio per occhio, dente per dente”, non usciamo dalla spirale del male. Il Maligno è furbo, e ci illude che con la nostra giustizia umana possiamo salvarci e salvare il mondo".
Il segno (...) indica frasi aggiunte dal Santo Padre e pronunciate a braccio.
Cari fratelli e sorelle, buon giorno!
Nella Liturgia di oggi si legge il capitolo 15 del Vangelo di Luca, che contiene le tre parabole della misericordia: quella della pecora smarrita, quella della moneta perduta, e poi la più lunga di tutte le parabole, tipica di san Luca, quella del padre e dei due figli, il figlio “prodigo” e il figlio che si crede giusto. 
(...) Tutte e tre queste parabole parlano della gioia di Dio: (...) qual è la gioia di Dio? E’ perdonare, la gioia di Dio è perdonare! (...) E’ la gioia di un pastore che ritrova la sua pecorella; la gioia di una donna che ritrova la sua moneta; è la gioia di un padre che riaccoglie a casa il figlio che si era perduto, era come morto ed è tornato in vita. (...) 
Qui c’è tutto il Vangelo, (...) c’è tutto il Cristianesimo! Ma guardate che non è sentimento, non è “buonismo”! Al contrario, la misericordia è la vera forza che può salvare l’uomo e il mondo dal “cancro” che è il peccato, il male morale, il male spirituale. Solo l’amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori e nella storia. (...)  
Gesù è tutto misericordia, tutto amore: è Dio fatto uomo. Ognuno di noi è quella pecora smarrita, quella moneta perduta; ognuno di noi è quel figlio che ha sciupato la propria libertà seguendo idoli falsi, miraggi di felicità, e ha perso tutto. Ma Dio non ci dimentica, il Padre non ci abbandona mai. (...) Rispetta la nostra libertà, ma rimane sempre fedele. E quando ritorniamo a Lui, ci accoglie come figli, nella sua casa, perché non smette mai, neppure per un momento, di aspettarci, con amore. E il suo cuore è in festa per ogni figlio che ritorna. (...)  
Il pericolo qual è? Che noi presumiamo di essere giusti, e giudichiamo gli altri. Giudichiamo anche Dio, perché pensiamo che dovrebbe castigare i peccatori, condannarli a morte, invece di perdonare. Allora sì che rischiamo di rimanere fuori dalla casa del Padre! Come il fratello maggiore della parabola, che invece di essere contento perché suo fratello è tornato, si arrabbia con il padre che lo ha accolto e fa festa. Se nel nostro cuore non c’è la misericordia, la gioia del perdono, non siamo in comunione con Dio, anche se osserviamo tutti i precetti, perché è l’amore che salva, non la sola pratica dei precetti. E’ l’amore per Dio e per il prossimo che dà compimento a tutti i comandamenti. (...)  
Se noi viviamo secondo la legge “occhio per occhio, dente per dente”, non usciamo dalla spirale del male. Il Maligno è furbo, e ci illude che con la nostra giustizia umana possiamo salvarci e salvare il mondo. In realtà, solo la giustizia di Dio ci può salvare! E la giustizia di Dio si è rivelata nella Croce: la Croce è il giudizio di Dio su tutti noi e su questo mondo. Ma come ci giudica Dio? Dando la vita per noi! Ecco l’atto supremo di giustizia che ha sconfitto una volta per tutte il Principe di questo mondo; e questo atto supremo di giustizia è proprio anche misericordia. Gesù ci chiama tutti a seguire questa strada: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36). (...) Invochiamo ora l’intercessione di Maria, Mater Misericordiae.

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I saluti dopo l'Angelus. Papa Francesco ricorda la beatificazione ieri di padre Brochero e la conclusione oggi della Settimana sociale dei cattolici italiani

Cari fratelli e sorelle,
ieri, in Argentina, è stato proclamato Beato José Gabriel Brochero, sacerdote della diocesi di Córdoba, nato nel 1840 e morto nel 1914. Spinto dall’amore di Cristo si dedicò interamente al suo gregge, per portare tutti nel Regno di Dio, con immensa misericordia e zelo per le anime. Stava con la gente, e cercava di portarne tanti agli esercizi spirituali. (...) Alla fine era cieco e lebbroso, ma pieno di gioia, la gioia del buon Pastore! (...)
Spagnolo
Deseo unirme a la alegría de la Iglesia en Argentina por la beatificación de este pastor ejemplar, que a lomo de mula recorrió infatigablemente los áridos caminos de su parroquia, buscando, casa por casa, las personas que le habían sido encomendadas para llevarlas a Dios. Pidamos a Cristo, por intercesión del nuevo Beato, que se multipliquen los sacerdotes que, imitando al Cura Brochero, entreguen su vida al servicio de la evangelización, tanto de rodillas ante el crucifijo, como dando testimonio por todas partes del amor y la misericordia de Dios.
Oggi, a Torino, si conclude la Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, sul tema “Famiglia, speranza e futuro per la società italiana”. Saluto tutti i partecipanti e mi rallegro per il grande impegno che c’è nella Chiesa in Italia con le famiglie e per le famiglie e che è un forte stimolo anche per le istituzioni e per tutto il Paese. Coraggio! Avanti su questa strada! della famiglia ...
Saluto con affetto tutti i pellegrini oggi presenti: le famiglie, i gruppi parrocchiali, i giovani. In particolare saluto i fedeli di Dresano, Taggì di Sotto e Torre Canne di Fasano; l’UNITALSI di Ogliastra, i bambini di Trento che presto riceveranno la Prima Comunione, i ragazzi di Firenze e lo “Spider Club Italia”.
A tutti auguro una buona domenica, e un buon pranzo!. Arrivederci!