giovedì 5 settembre 2013

Papa Francesco. "Con tutta la mia forza, chiedo alle parti in conflitto di non chiudersi nei propri interessi".



I tweet di Papa Francesco oggi: 
"Non esiste un Cristianesimo “low cost”. Seguire Gesù vuol dire andare contro corrente, rinunciando al male e all’egoismo" (5 settembre 2013)
 "Con tutta la mia forza, chiedo alle parti in conflitto di non chiudersi nei propri interessi. #prayforpeace"
(5 settembre 2013)

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Nuovo forte appello a favore di una soluzione politica in Siria. I vescovi degli Stati Uniti scrivono a Obama

Un nuovo forte appello contro l’intervento militare in Siria è stato rivolto dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti questa volta direttamente al presidente Barack Obama. In una lettera indirizzata alla Casa Bianca e firmata dal cardinale Timothy Dolan, presidente dell’organismo episcopale, e dal vescovo Richard E. Pates, presidente della Commissione episcopale Giustizia e Pace, si fa riferimento agli appelli contro la guerra lanciati dal «successore di San Pietro, Papa Francesco», e «dai nostri fratelli vescovi sofferenti delle venerabili e antiche comunità cristiane del Medio Oriente». Con una sola voce, si legge nella lettera, essi «implorano la comunità internazionale a non ricorrere a un intervento militare in Siria. Essi hanno reso chiaro che un attacco militare sarebbe controproducente, aggraverebbe una situazione già tragica e porterebbe a conseguenze indesiderate. Le loro preoccupazioni trovano una forte risonanza nell’opinione pubblica americana mettendo in dubbio l’opportunità dell’intervento» e per di più «in mancanza del consenso internazionale».
Nella lettera si precisa chiaramente qual è la posizione della Conferenza episcopale: «Il popolo siriano ha urgente bisogno di una soluzione politica. Chiediamo agli Stati Uniti di lavorare con urgenza e instancabilmente insieme con gli altri Governi per ottenere il cessate-il-fuoco, per avviare reali negoziati, per fornire un’imparziale assistenza umanitaria, e per incoraggiare gli sforzi volti a edificare in Siria una società inclusiva che protegga i diritti di tutti i suoi cittadini, inclusi i cristiani e le altre minoranze».
I vescovi degli Stati Uniti assicurano le loro preghiere anche per il presidente e per l’Amministrazione americana, chiamati in queste ore a valutare l’opzione militare: «Sappiamo — è scritto ancora nella lettera indirizzata a Obama — che la situazione in Siria è complessa e apprezziamo la pazienza e l’equilibrio che la sua Amministrazione ha esercitato fino a questo momento», così come la volontà di aprire un dibattito pubblico e di coinvolgere il Congresso riguardo all’eventuale decisione di un intervento militare. «Ci uniamo a lei — scrivono ancora i presuli rivolgendosi al presidente degli Stati Uniti — nella condanna assoluta dell’uso delle armi chimiche in Siria», «con lei siamo afflitti dalla perdita di vite e piangiamo con i familiari dei deceduti. Allo stesso tempo, siamo profondamente preoccupati per i più di 100.000 siriani che hanno perso la vita, per gli oltre due milioni che hanno dovuto lasciare il Paese come rifugiati e per gli oltre quattro milioni che, in Siria, sono stati costretti dalla violenza ad abbandonare le loro abitazioni. La nostra attenzione è incentrata sulla catastrofe umanitaria che si sta configurando in Siria e sulla possibilità di salvare vite umane ponendo fine al conflitto, non alimentandolo».
L'Osservatore Romano

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Scola: aprite le chiese, preghiamo per la pace
Corriere della Sera
Appello a tutte le parrocchie. Sabato sera il cardinale guiderà la celebrazione in San'Ambrogio. «Preghiamo per la pace in Siria». Dopo l'appello di Papa Francesco al raccoglimento e al digiuno, lanciato domenica durante l'Angelus, anche la Diocesi di (...)