domenica 27 ottobre 2013

200mila a raduno famiglie, grazie a movimenti e associazioni



 Cronaca della mattinata   

(Salvatore Izzo) Una grandissima folla gremiva piazza San Pietro  e le vie e piazza limitrofe in occasione del grande raduno delle  famiglie di tutto il mondo con Papa Francesco in occasione dell'Anno  della fede. Ieri sera, al primo appuntamento, le presenze erano state  stimate in 100 mila persone e per l'appuntamento conclusivo i fedeli  sono stati circa il doppio (anche se la Sala Stampa della Santa Sede  parla genericamente di "piu' di 100 mila presenti"). In particolare ci  sono gruppi giunti da 75 paesi dei 5 continenti. Tra le sigle presenti  si segnalano - attraverso la presenza di delegazioni consistenti e dei  loro dirigenti - l'Azione Cattolica, il Rinnovamento nello Spirito e i  Neocatecumenali.
Papa: replica a tradizionalisti, non imbalsamare la fede
Papa Francesco ha risposto indirettamente oggi  alle critiche (strumentali) che gli sono piovute addosso da settori  tradizionalisti soprattutto dopo l'intervista rilasciata a Eugenio  Scalfari, un giornalista certo non vicino alla Chiesa Cattolica.
"L'Apostolo Paolo - ha detto all'omelia - si e' opposto decisamente a  quanti volevano conservare, 'imbalsamare' il messaggio di Cristo nei  confini della Palestina. Per questo ha fatto scelte coraggiose, e' andato in territori ostili, si e' lasciato provocare dai lontani, da  culture diverse, ha parlato francamente senza paura".
"San Paolo - ha spiegato Francesco - ha conservato la fede perche',  come l'aveva ricevuta, l'ha donata, spingendosi nelle periferie, senza  arroccarsi su posizioni difensive". Citando la liturgia di oggi, Papa  Bergoglio ha poi continuato: "l'Apostolo Paolo, al tramonto della sua  vita, fa un bilancio fondamentale: 'Ho conservato la fede'. Ma come l'ha  conservata? Non in una cassaforte! Non l'ha nascosta sottoterra, come  quel servo pigro. San Paolo paragona la sua vita a una battaglia e a una  corsa. Ha conservato la fede perche' non si e' limitato a difenderla, ma  l'ha annunciata, irradiata, l'ha portata lontano". "Anche qui - ha  aggiunto Francesco - ci possiamo chiedere: in che modo noi custodiamo la  nostra fede? La teniamo per noi, nella nostra famiglia, come un bene  privato, o sappiamo condividerla con la testimonianza, con  l'accoglienza, con l'apertura agli altri?".
Papa: poveri vicini a Dio, zavorra vanita' appesantisce l'anima
"La preghiera del povero, e' la preghiera  gradita a Dio che 'arriva fino alle nubi', mentre quella del fariseo e'  appesantita dalla zavorra della vanita'". Lo ha affermato Papa Francesco  nell'omelia tenuta in piazza San Pietro per il grande raduno delle  famiglie commentando il Vangelo di oggi che "mette in evidenza due modi  di pregare, uno falso, quello del fariseo, e l'altro autentico, quello  del pubblicano".
"Il fariseo - ha spiegato Francesco - incarna un atteggiamento che non  esprime il rendimento di grazie a Dio per i suoi benefici e la sua  misericordia, ma piuttosto soddisfazione di se'. Il fariseo si sente  giusto, si sente a posto, e giudica gli altri dall'alto del suo  piedestallo. Il pubblicano, al contrario, non moltiplica le parole. La  sua preghiera e' umile sobria, pervasa dalla consapevolezza della  propria indegnita', delle proprie miserie: quest'uomo si riconosce  bisognoso del perdono di Dio". "Nel Salmo responsoriale della liturgia  di oggi - ha detto ancora Papa Bergoglio - si trova questa espressione:  'i poveri ascoltino e si rallegrino'. Tutto questo Salmo e' un inno al  Signore sorgente di gioia e di pace. E qual e' il motivo di questo  rallegrarsi? E' questo: il Signore e' vicino, ascolta il grido degli  umili e li libera dal male. Lo scriveva ancora san Paolo: 'Siate sempre  lieti, il Signore e' vicino!'".
Papa: famiglie oggi vanno troppo di corsa, sia una corsa di fede
"Tutti sappiamo che le famiglie, specialmente  quelle giovani, sono spesso 'di corsa', molto affaccendate; ma qualche  volta ci pensate che questa 'corsa' puo' essere anche la corsa della  fede?". Sono parole di Papa Francesco al raduno mondiale delle famiglie  in occasione dell'Anno della fede. "Le famiglie cristiane - ha detto  nella straordinaria omelia di oggi - sono famiglie missionarie, nella  vita di ogni giorno, facendo le cose di tutti i giorni, mettendo in  tutto il sale e il lievito della fede!".
Papa: pregare in famiglia e' facile, serve la semplicita'
"Pregate qualche volta in famiglia?". Papa  Francesco ha rivolto questa domanda alla grande folla presente alla  messa conclusiva del grande raduno della famiglie in occasione dell'Anno  della fede. "Qualcuno si', lo so. Ma tanti - ha osservato il Pontefice -  mi dicono: 'come si fa?', la preghiera e' una cosa personale, e poi non  c'e' mai un momento adatto, tranquillo". "Si' - ha continuato Francesco - questo e' vero, ma e' anche questione di umilta', di riconoscere che  abbiamo bisogno di Dio, come il pubblicano! E ci vuole semplicita'!
Pregare insieme il 'Padre nostro', intorno alla tavola, non e' una cosa straordinaria: e' facile, si puo' fare. E pregare insieme il Rosario, in  famiglia, e' molto bello, da' tanta forza! Dobbiamo pregare l'uno per  l'altro, il figlio per il padre, il marito per la moglie e viceversa". 

Papa: "Come va la gioia nelle vostre famiglie?"
"Vorrei fare una domanda oggi, ma e' come un  compito da fare a casa, ognuno ci pensa e si da' una risposta da solo,  cioe' ognuno la porta nel suo cuore e non risponde adesso: 'come va la  gioia nella tua famiglia?'". Papa Francesco ha interrotto un momento la  sua omelia alla messa conclusiva del grande raduno delle famiglie in  piazza San Pietro per rivolgere questa domanda alla folla straordinaria  di oggi (circa 200 mila fedeli). "Care famiglie - ha poi ripreso il  Pontefice - voi lo sapete bene: la gioia vera che si gusta nella  famiglia non e' qualcosa di superficiale, non viene dalle cose, dalle  circostanze favorevoli".
Per Francesco, "la gioia vera viene da un'armonia profonda tra le  persone, che tutti sentono nel cuore, e che ci fa sentire la bellezza di  essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita". "Ma -  ha spiegato - alla base di questo sentimento di gioia profonda c'e' la  presenza di Dio nella famiglia, c'e' il suo amore accogliente,  misericordioso, rispettoso verso tutti. Solo Dio sa creare l'armonia  delle differenze". "Se manca l'amore di Dio, anche la famiglia - ha  ammonito Papa Bergoglio - perde l'armonia, prevalgono gli  individualismi, e si spegne la gioia. Invece la famiglia che vive la  gioia della fede la comunica spontaneamente, e' sale della terra e luce  del mondo, e' lievito per la societa'". "Care famiglie - ha quindi  concluso il Papa - vivete sempre con fede e semplicita', come la santa  Famiglia di Nazaret. La gioia e la pace del Signore siano sempre con  voi!".
Papa: monsignor Paglia, prossimo raduno famiglie a Filadelfia
Dopo l'appuntamento di Milano con Benedetto XVI  nel giugno 2012 e il grande pellegrinaggio di questi giorni a Roma, con  Papa Francesco, in occasione dell'Anno della fede, le famiglie del mondo  si incontreranno di nuovo nel settembre 2015 negli Stati Uniti, a  Filadelfia. Lo ha confermato il presidente del dicastero per le  famiglie, arcivescovo Vincenzo Paglia, nel breve saluto rivolto a  Francesco al termine della messa di piazza San Pietro. Paglia non ha  precisato se il Pontefice sara' presente a quel raduno, limitandosi a dire: "come famiglie ci ritroveremo a Filadelfia". Proprio ieri  Francesco ha dichiarato che varchera' ancora l'Oceano per raggiungere  l'America Latina (per una visita a Cile, Argentina e Uruguay) "non prima  del 2016". Teoricamente queste parole non esculderebbero una visita in  Nord America l'anno prima.
Papa: in jeep tra la folla, proteso per sfiorare le mani
Le telecamere del Centro Televisivo Vaticano  immortalano atteggiamenti e sguardi di Papa Francesco, proteso fuori  dalla jeep scoperta, fin quasi a rischio di cadere, per sfiorare le mani  che dalle transenne cercano di sfiorarlo. C'e' nel sorriso e nelle  carezze che regala alla gente comune, la piu' semplice, quella che  accorre ai raduni di piazza San Pietro (oggi erano 200 mila, forse anche  di piu'), molto del nuovo Papa: la sua comunicativa straordinaria e  soprattutto la sua volonta' di "toccare nei poveri la carne di Cristo".
Ma il CTV documenta anche un dettaglio che dice ugualmente qualcosa del  Pontefice "chiamato quasi dalla fine del mondo" e che dunque non ama i formalismi: la sua mantellina spiegazzata. Si chiama "pellegrina", del  resto, e i pellegrini non hanno stiratrici attente. E ancora la  maglietta bianca indossata sopra la camicia e che contrasta - nelle  immagini restituite dalle telecamere - con i pantaloni scuri che  Bergoglio ancora utilizza perche' vuole consumarli prima di farsene fare  dei nuovi. 

AGI


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Papa Francesco incontra le famiglie in piazza San Pietro: «Questo è il matrimonio! Partire e camminare insieme, mano nella mano, affidandosi a quella grande del Signore»

ANDREA TORNIELLI




Il Papa ha fatto il suo ingresso in piazza a piedi, tenendo per mano dei bambini. All'inizio ha chiesto loro di fare insieme il segno della croce: «Sapete farlo?», ha domandato. «Ah... bene», ha aggiunto, vedendo che i suoi piccoli accompagnatori erano in grado di farlo. È cominciato così l'incontro di Francesco con le famiglie, circa centomila persone, provenienti da più di 75 Paesi dei cinque continenti e dedicato alla «gioia della fede».


«Come è possibile vivere la gioia della fede, oggi, in famiglia?», ha è chiesto il Papa. «La vita spesso è faticosa - ha aggiunto - Lavorare è fatica; cercare lavoro è fatica. E trovare lavoro oggi ci chiede tanta fatica! Ma quello che pesa di più nella vita è la mancanza di amore. Pesa non ricevere un sorriso, non essere accolti. Pesano certi silenzi, a volte anche in famiglia, tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli. Senza amore la fatica diventa più pesante... intollerabile».

Francesco ha fatto riferimento gli anziani soli, alle «famiglie che fanno fatica perché non sono aiutate a sostenere chi in casa ha bisogno di attenzioni speciali e di cure». Il Papa ha detto: «il Signore conosce le nostre fatiche e i pesi della nostra vita. Ma conosce anche il nostro profondo desiderio di trovare la gioia del ristoro!» E la sua parola è: «Venite a me, famiglie di tutto il mondo, e io vi darò ristoro, affinché la vostra gioia sia piena».

Il Papa ha quindi parlato del matrimonio, a partire dalla promessa che gli sposi si scambiano, quella di essere fedeli sempre, nella gioia e nel dolore, amandosi e onorandosi per ogni giorno della loro vita. «Gli sposi in quel momento non sanno quali gioie e quali dolori li attendono. Partono, come Abramo, si mettono in cammino insieme. Questo è il matrimonio! Partire e camminare insieme, mano nella mano, affidandosi alla grande mano del Signore. Mano nella mano sempre, per tutta la vita, senza fare caso a questa cultura del provvisorio che fa la vita a pezzi... Con questa fiducia nella fedeltà di Dio si affronta tutto, senza paura, con responsabilità».

«Gli sposi cristiani - ha aggiunto Francesco - non sono ingenui, conoscono i problemi e i pericoli della vita. Ma non hanno paura di assumersi la loro responsabilità, davanti a Dio e alla società. Senza scappare, senza isolarsi, senza rinunciare alla missione di formare una famiglia e di mettere al mondo dei figli. - Ma oggi, Padre, è difficile… -. Certo, è difficile. Per questo ci vuole la grazia del sacramento! I sacramenti non servono a decorare la vita; ah che bel matrimonio, che bella cerimonia, che bella festa... il sacramento del matrimonio non è una bella cerimonia! I cristiani si sposano nel sacramento perché sono consapevoli di averne bisogno! Ne hanno bisogno per essere uniti tra loro e per compiere la missione di genitori».

Coloro che si sposano «pregano insieme e con la comunità. Perché? Solo perché si usa fare così? No! Lo fanno perché ne hanno bisogno, per il lungo viaggio che devono fare insieme, un lungo viaggio che non è a pezzi dura tutta la vita, hanno bisogno dell’aiuto di Gesù, per camminare insieme con fiducia, per accogliersi l’un l’altro ogni giorno, e perdonarsi ogni giorno!». Bisogna «avere il coraggio di chiedere scusa quando in famiglia sbagliamo. Per portare avanti una famiglia è necessario usare tre parole: permesso, grazie e scusa. Chiediamo permesso, per non essere invadenti. Diamo grazie per l'amore: quante volte al giorno dici grazie a tua moglie o a tuo marito? E per ultima scusa: tante volte sbagliamo... alcune volte dico che volano i piatti, si dicono parole forti! Ma sentite questo consiglio: mai finire la giornata senza fare la pace e ricominciare di nuovo».

Infine, riferendosi all'icona della presentazione di Gesù al Tempio che «mostra l'intreccio di tre generazioni», il Papa ha ricordato che «ogni famiglia, come quella di Nazaret, è inserita nella storia di un popolo e non può esistere senza le generazioni precedenti. Voi ascoltate i nonni? Sono la saggezza della famiglia e di un popolo. Un popolo che non ascolta i nonni è un popolo che muore! Care famiglie, anche voi siete parte del popolo di Dio... Rimanete sempre unite a Gesù e portatelo a tutti con la vostra testimonianza».