martedì 29 ottobre 2013

Apri la bocca in favore del muto




Seminario della Conferenza delle Chiese europee. Una nuova cultura dell’accoglienza

(Riccardo Burigana) «Apri la bocca in favore del muto in difesa di tutti gli sventurati. Apri la bocca e giudica con equità e rendi giustizia all’infelice e al povero»: questo è il passo biblico (Proverbi 31, 8-9) che è stato scelto per fare da spunto a un seminario ecumenico di formazione sui diritti culturali, sociali ed economici nell’area euromediterranea. L’incontro, che si tiene a Palermo dal 30 ottobre al 1° novembre, è promosso dalla Commissione Chiesa e società (Ccs) della Conferenza delle Chiese europee, in collaborazione con la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, per proseguire un cammino di riflessione e di formazione sull’impegno dei cristiani nella costruzione di una società fondata sui diritti umani. In questo cammino per la Ccs appare fondamentale non solo il dialogo dei cristiani con le istituzioni politiche internazionali e locali, ma anche con le comunità religiose allo scopo di sviluppare una collaborazione a partire da una rinnovata testimonianza ecumenica a favore della centralità della persona nella società contemporanea.
Si tratta di una tappa di un cammino che da anni viene portato avanti dalla Ccs, con incontri che si sono svolti in vari Paesi: dalla Svezia, alla Serbia, fino all’Austria, nella convinzione che proprio il movimento ecumenico possa giocare un ruolo rilevante nella formulazione di soluzioni per uscire da alcune situazioni, soprattutto in aree, come appunto il Mediterraneo, nelle quali i diritti umani sembrano essere messi da parte in nome di regole di mercato e di economia, che nulla hanno a che fare con l’annuncio evangelico e la tradizione biblica dell’uguaglianza dell’ uomo e della donna di fronte al Signore.
Il seminario, ha spiegato Elizabeta Kitanovic, segretaria del gruppo sui diritti umani della Ccs, si propone dunque come occasione di aggiornamento su quanto i cristiani, insieme, stanno già facendo sul tema della promozione dei diritti umani in Europa, con particolare attenzione ai progetti ecumenici che si sono moltiplicati negli ultimi anni per rendere il continente nel suo complesso e nelle singole realtà locali sempre più attento alla questione della protezione della dignità umana e della libertà religiosa. I partecipanti saranno pertanto chiamati a uno scambio esperienze, come primo passo per la definizione di nuovi progetti, che appaiono — ha osservato Kitanovic — quanto mai necessari alla luce delle ultime tragiche vicende che hanno coinvolto gli immigrati nel Mediterraneo. In particolare, ha puntualizzato la rappresentante, si deve pensare a come radicare sempre più una cultura dell’accoglienza, tanto esplicitamente affermata nelle Sacre Scritture e come si possa uscire dalla logica della contrapposizione, per immaginare una società aperta al dialogo.
In questa prospettiva la Ccs ha quindi lanciato l’idea di una riflessione nella quale coinvolgere i cristiani del Mediterraneo nella sua complessità — tanto che al seminario vi sono “voci” dall’Africa e dal Medio Oriente — secondo una linea di condivisione e collaborazione ecumenica che va avanti da anni. Il programma dell’incontro include una serie di sessioni di tematiche, nelle quali i partecipanti potranno ascoltare relatori di diversa provenienza geografica, anche non cristiani. La scelta di questa pluralità nasce dall’idea della necessità di un dialogo con le altre religioni e la società civile in modo da mettere sempre più in evidenza quali sono le varie questioni che i cristiani sono chiamati ad affrontare. Il primo tema in discussione è la definizione di come favorire la conoscenza dello stato del dibattito sui diritti umani nel Mediterraneo, attraverso alcune realtà, come per esempio il Medio Oriente. Un altro tema riguarda il rapporto tra il dibattito per l’affermazione dei diritti umani e le dinamiche sociali, economiche e culturali dell’area euromediterranea. Si tratta, quest’ultimo, di un tema strettamente connesso all’idea di costruire una riflessione nella quale i cristiani si sentano tutti partecipi, superando divisioni e contrapposizioni e favorendo la condivisione delle speranze e delle sofferenze delle comunità dell’area. Uno spazio particolare è poi dedicato al rapporto tra Sacra Scrittura e diritti umani, con una lettura del testo biblico, a due “voci” (un riformato e un ortodosso), con la quale sottolineare la profonda unità dei cristiani nel proporre un modello di dialogo e di accoglienza che deve diventare centrale nel futuro del mondo.
Inoltre, più sessioni affronteranno le politiche delle istituzioni internazionali che operano nel Mediterraneo riguardo ai diritti umani, con interventi di Peter Krömer della Comunità evangelica austriaca; di Natallia Vasilevich della Federazione mondiale degli studenti cristiani; di Mohammed Amin Al-Midani del Centro Arabo per lo Studio del Diritto Internazionale e dell’Educazione dei diritti umani. Queste sessioni saranno anche l’occasione per una presentazione del Manuale dei diritti umani, che è stato realizzato, al termine di un lungo e vivace iter redazionale dalla stessa Ccs per offrire uno strumento ai cristiani del Mediterraneo di conoscenza sui meccanismi legali europei e dei singoli Stati mediterranei, in particolare per quel che riguarda i temi sociali, economici e culturali. Il programma prevede, infine, anche una riflessione a più voci sugli impegni che le comunità cristiane possono e devono assumere per denunciare le violazioni dei diritti umani non solo nell’area euromediterranea. Per questo si deve favorire un confronto, soprattutto dopo le parole e i gesti di Papa Francesco, per proporre delle soluzioni concrete con le quali mettere fine al dramma che coinvolge milioni di uomini e donne nel mondo. Dove sono negati i diritti della persona umana i cristiani insieme devono testimoniare l’amore di Cristo per i poveri e per gli ultimi come missione fondamentale e irrinunciabile.
L'Osservatore Romano